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 2015  agosto 26 Mercoledì calendario

Amori crudeli. «Carissimo ragazzo, dolcissimo fra tutti gli uomini, il più amato e adorabile. Oh aspettami! Aspettami! Sono ora, come sempre da quando ci siamo incontrati, con immortale amore devotamente tuo». Nella lettera che Oscar Wilde scrisse dalla prigione, la dichiarazione di un «eterno amore» per il giovane scrittore Alfred Douglas

La tormentata storia che lega Oscar Wilde (1854 – 1900), scrittore, poeta e drammaturgo britannico, al giovane scrittore e poeta Alfred Douglas, soprannominato «Bosie», iniziò nel 1891, quando Wilde intervenne in aiuto del giovane implicato in un tentativo di ricatto. Da quello stesso anno i due iniziarono a frequentarsi e divennero amanti, tra burrascosi e brevi litigi e appassionate riconciliazioni. La vita sregolata di «Bosie» trascinò però Wilde in un giro di prostituzione che ne segnerà l’amara fine. Nel 1895 Wilde venne infatti condannato a due anni di lavori forzati a seguito di un processo che scandalizzò l’opinione pubblica, per prostituzione omosessuale e sodomia. La lettera di Wilde che qui pubblichiamo (tratta dal volume Lettere d’amore di uomini e donne straordinari, Piano B Edizioni) è scritta dal carcere, e testimonia dell’amore che, tra alti e bassi, il drammaturgo nutrì sempre per Douglas.

Ad Alfred Douglas
Lunedì sera, 29 aprile 1895
Prigione di Holloway

Mio carissimo ragazzo,
questa lettera è per rassicurarti del mio immortale, eterno amore per te. Domani tutto sarà finito. Se la prigione e il disonore saranno il mio destino, pensa che il mio amore per te e quest’idea, questa convinzione ancor più che divina, che tu mi contraccambi, mi sosterrà nella mia infelicità e mi renderà capace, spero, di sopportare il dolore più pazientemente. Perché la speranza, o meglio la certezza, d’incontrarti di nuovo da qualche parte, è lo scopo e l’incoraggiamento della mia vita di ora! Devo continuare a vivere per questo.
Il caro... è venuto a trovarmi oggi. Gli ho dato diversi messaggi per te. Mi ha detto una cosa che mi ha rassicurato: mia madre non avrà mai bisogno di nulla. Ho sempre provveduto alla sua sussistenza e l’idea che potesse soffrire di qualche privazione mi rendeva infelice. Quanto a te (grazioso ragazzo dal cuore di Cristo), ti prego, appena avrai fatto tutto quello che puoi, parti per l’Italia e ritrova la tua tranquillità e scrivi quelle poesie che solo tu sai con quella tua grazia unica. Non esporti in Inghilterra, per nessun motivo. Se un giorno, a Corfù o in qualche altra isola incantata, ci fosse una piccola casa dove vivere insieme! La vita sarebbe più dolce che mai. Il tuo amore ha ali larghe ed è forte, il tuo amore giunge a me attraverso le sbarre della prigione e mi conforta, il tuo amore è la luce che illumina le mie ore. Coloro che non sanno cos’è l’amore, scriveranno, lo so, se il destino ci sarà avverso, che io ho avuto una cattiva influenza sulla tua vita. Se lo scriveranno, tu dovrai scrivere a tua volta che non è così. Il nostro amore è stato sempre bello e nobile, e se io sono stato la vittima di una terribile tragedia, è perché la natura di questo amore non è stata compresa. Nella lettera di questa mattina dici una cosa che mi dà coraggio. Devo ricordarla. Scrivi che è mio dovere, nei tuoi confronti e nei miei, vivere nonostante tutto. Credo che sia vero. Proverò a farlo. Voglio che tu tenga il signor Humphreys informato sui tuoi movimenti, così quando verrà potrà dirmi cosa stai facendo. Credo che gli avvocati possano vedere i prigionieri abbastanza spesso. Così potrò comunicare con te.
Sono così felice che tu te ne sia andato! So quanto deve esserti costato. Ma sarebbe stata un’agonia per me saperti in Inghilterra, quando il tuo nome sarà menzionato in tribunale. Spero che tu abbia copie di tutti i miei libri, le mie sono state vendute. Tendo le mie mani a te. Possa io vivere per toccare le tue mani e i tuoi capelli. Penso che il tuo amore veglierà sulla mia vita. Se dovessi morire voglio che tu viva un’esistenza tranquilla, e serena da qualche parte, circondato da fiori, libri, dipinti e tanto lavoro. Cerca di farti sentire presto. Ti sto scrivendo questa lettera in mezzo a una grande sofferenza; questa lunghissima giornata in tribunale mi ha reso esausto. Carissimo ragazzo, dolcissimo fra tutti gli uomini, il più amato e adorabile. Oh aspettami! Aspettami! Sono ora, come sempre da quando ci siamo incontrati, con immortale amore devotamente tuo,