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 2015  agosto 26 Mercoledì calendario

Ritorno al 1994. Berlusconi tra Balotelli, internet e Colpo Grosso. La nostalgia sembra attanagliare il Cav. che si rifugia nelle notti della Costa Smeralda e spera di far rivivere le ragazze Cin-cin. Eppure ha imparato a scoprire il mondo attraverso un tablet (e l’aiuto di una collaboratrice)

Certe volte sembra che il ritorno allo spirito del ’94, rievocato almeno dal ’95, sia il fermento dell’avanguardia. Infatti il rimpatrio al Milan di Mario Balotelli è un cedimento al nuovismo giusto perché non si è riusciti a prendere Zlatan Ibrahimovic, con cui Silvio Berlusconi vinse l’ultimo scudetto, e ci si era fissati su Ibrahimovic in conseguenza dello scherzo del destino per cui Ruud Gullit ha passato i cinquant’anni, età nella quale in fatto di dribbling si è persa brillantezza. Il tempo che passa è il nemico dell’umanità, da millenni. Vale anche per il nostro ex presidente del Consiglio, che però conserva la curiosità e il brivido dello stupore: si racconta che qualche sera fa, a una cena con imprenditori napoletani, abbia esibito agli ospiti i più prodigiosi ritrovati della modernità; con l’aiuto di una collaboratrice ha dettagliato su un oggetto chiamato tablet, e dunque vuoi sapere il punteggio di Arsenal-Liverpool? Tac, tocchi la figura e sono zero a zero al sessantesimo. Vuoi sapere come va la borsa di Shangai? Tac, tocchi quest’altra figura e scopri che cede del dispari per cento a mezzora dalla chiusura. 
Fa piacere che gli sconfinati orizzonti di Internet si siano infine schiusi allo sguardo di Berlusconi, uno che se ha qualche cosa da comunicare agli elettori siede alla storica scrivania con calamai d’argento e foto di famiglia e ben inceronato registra la cassetta. Il caro vecchio amato videomessaggio per promettere riduzioni di tasse e moltiplicazioni di posti di lavoro. Se credete che si stia facendo scialo di ironia – facilissima ironia – avreste dovuto vedere il servizio su Libero di ieri a proposito dell’imprevisto e graditissimo ritorno del Cav alle notti della Costa Smeralda. Ormai, se si escludono i periodici reportage sul declino del regno dell’Aga Khan, si hanno notizie della Costa Smeralda soltanto per le rentrée berlusconiane o perché qualcuno posta sui social lo scontrino del conto al bar, cinquanta euro per un’acqua minerale e altri cinquanta per un toast (un tosto, direbbero ad Arcore). Sarà stata una serata gradevolissima, a cantare c’era il venerabile e delizioso Umberto Smaila che per l’occasione si è riunito a Jerry Calà, a riformare i Gatti di Vicolo Miracoli, una specialità novecentesca che ogni tanto è giusto ricordare: la nostalgia non è sentimento biasimevole e nessuna canzone avrebbe meglio chiuso la notte di «I migliori anni della nostra vita». 
A colpirci è stato piuttosto il consiglio di Berlusconi a Smaila, ovvero di rilanciare Colpo Grosso («Cin cin fruttine prelibate cin cin, cin cin ci innamoriamo cin cin, cin cin, cin cin ricoprimi di baci cin cin...»), la più nota trasmissione degli anni Ottanta fra gli adolescenti in subbuglio ormonale che si appagavano alla vista di seni scoperti sul ritmo del succitato cin cin. Il nuovo Colpo grosso dovrebbe essere appena più casto per approdare su Italia Uno, la rete dei giovani. Ora, il genio della tv è Berlusconi, non si discute, eppure conserviamo qualche leggerissimo dubbio sulle chance di una trasmissione simile all’epoca di quella specie di oceano del porno che è Internet (magari il collaboratore di cui parlavamo prima potrebbe mostrare il tablet, tac, tocchi la figura e altro che cene eleganti). Ecco, sarà che ormai il futuro ha un passo frenetico, ieri è già preistoria, ma ogni apparizione di Berlusconi porta con sé il sapore del vintage, alle donne continua a regalare farfalline di bigiotteria, agli uomini cravatte Marinella, quando va a Milanello per caricare il suo Milan parla di «giuoco», si informa sulla «linea mediana» e sul «centrattacco», si lamenta con Stephan El Shaarawy per la cresta, pettinatura da giovinastro, se si esibisce in pubblico racconta la barzelletta di Carletto, e non è una critica, in fondo Berlusconi è un panda, l’ultimo in Europa a raccontare barzellette. E le racconta benissimo, e quella di Carletto tornerà a raccontarcela ancora, così come ha deciso di tornare in televisione, per tornare a progettare la rivoluzione liberale, per tornare al venti per cento, per tornare sempre a se stesso.