varie, 26 agosto 2015
CINEMA
«La musica non mi attrae, nel tragitto casa-allenamento in auto preferisco ripassare mentalmente il lavoro. Prima che nascesse Jeremia, con Sandy, la mia compagna, andavamo spessissimo al cinema: fil d’azione, thriller. Il mio preferito era Il Gladiatore. Con la squadra i film li scelgo io: mi contestano sempre, ma non capiscono di cinema!» (il tecnico del Frosinone Roberto Stellone).
CUOIO «Se chiudo gli occhi e ripenso a me bambino, l’immagine più bella che mi torna in mente è legata alle partite in oratorio a San Severino Marche, dove sono nato. Perché lì si giocava con il pallone di cuoio, che per me rappresentava un lusso» (l’allenatore del Carpi Fabrizio Castori).
INTENSI «Ho fatto mia la frese di Herrera: “Come ci si allena, si gioca”. Illuminante nella sua semplicità. Adesso quasi tutti i tecnici e i preparatori dicono che gli allenamenti devono essere intensi. Bella scoperta! Quando non erano intensi, Herrera ci faceva cambiare il possesso palla: chi non lavorava veloce, via, dall’altra parte» (Fabio Capello).
LEI «Herrera dava a tutti del “lei” e sapeva essere inflessibile sul rispetto degli orari e disposizioni. Fra campionato e coppe ci fu un periodo in cui ci lasciò liberi di andare a casa quattro giorni in tre mesi» (Sandro Mazzola).
CENA «Mi dà fastidio quando scrivono che sono una privilegiata, una viziata. Questi signori li inviterei una settimana ad allenarsi con me. Neanche gli chiedo di nuotare, ma di starsene due ore e mezza fermi in acqua con quella temperatura. Se dopo una settimana stanno ancora in piedi, allora gli pago una cena...» (Federica Pellegrini).
CASTELLI «La garanzia di lavorare seriamente conta più della categoria. I castelli di chiacchiere prima o poi crollano sempre» (Rino Gattuso, nuovo allenatore del Pisa).
SPINTE «Se mi avesse chiamato il Parma in D, avrei detto di sì, perché ci sono stato bene e penso di aver lasciato bei ricordi. Lo dico per spiegare che non conta la categoria, ma un progetto che mi dia la spinta. Avessi voluto, sarei tornato già a gennaio» (Francesco Guidolin, al momento senza panchina).
OCCHI «La mia esultanza con le dita a indicare gli occhi? Una cosa nata a Firenze, Toni faceva il gesto dell’orecchio come a dire “hai sentito?”, e io ho risposto con “hai visto?”. E spero di fargliene vedere ancora tanti a lui e al Verona» (Giampaolo Pazzini).