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 2015  agosto 26 Mercoledì calendario

AGASSI GRAF

Hanno l’acqua che lambisce le ginocchia. Lei indossa un costume bianco intero, i capelli dorati che luccicano ai raggi del sole. Lui la raggiunge tra le onde, fregandosene del fatto che non abbia il costume e porti solo un paio di calzoncini da tennis. Bianchi, oltretutto. Il pensiero di risultare fuori posto non lo sfiora nemmeno un attimo: sono anni che fa qualsiasi cosa e combatte contro gli scherzi del destino per avvicinarsi alla donna che desidera. E non sarà certo un paio di pantaloncini trasparenti a fermarlo.
Lei si gira, gli indica un pallone rosso sulla spiaggia.
«Vedi quel punto laggiù?», gli chiede.
«Sì», risponde lui.
«Non ce la farai mai ad arrivarci prima di me».
«Davvero?»
«Davvero».
Lei sorride e inizia a correre, lui le va dietro, velocissimo.
San Diego, California, 1999. C’è l’Oceano Pacifico e c’è un’infinita spiaggia davanti. Andre Agassi corre verso il puntino rosso. Ma la prima a raggiungerlo è Steffi Graf.
Dopo due tentativi dai vani risultati - uno scambio di palleggi sulla terra rossa e una cena - è questo l’appuntamento che per sempre cambierà la storia dei due miti del tennis.
Lei si gira verso di lui e ride. «Mi sembra di averla inseguita per tutta la vita e ora la sto inseguendo davvero, letteralmente. (…) Non sono mai stato così felice di perdere», ricorderà poi lui, anni dopo, nell’autobiografia Open (dalla quale abbiamo tratto i loro dialoghi, ndr).

LEI GLI SORRIDE COMPLICE
Ora provate a fare della scena di Andre e Steffi che corrono verso il pallone rosso un fermo immagine. Poi spostatevi al passato recente, fino ad arrivare a un’altra immagine, questa volta tratta dal profilo Twitter di Agassi.
Las Vegas, Nevada, 2015. È una foto che ritrae Stefanie sorridente sullo skateboard. Un paio di jeans e una T-shirt lilla, i capelli biondi e morbidi che le incorniciano il viso e scendono oltre le spalle. E una frase, scritta da Andre: «I give up», ho abbandonato la gara.
Quanto tempo è passato dalla loro prima corsa insieme sulla spiaggia californiana a questa uscita in skateboard. E ancora una volta, dopo 16 anni, lei è un passo avanti. Ma sempre con lo sguardo e un sorriso complice rivolti verso di lui.
Oggi Andre e Stefanie (vuole che la si chiami così: Steffi è un soprannome affibbiato nei primi anni di gare che non ha mai apprezzato) sono una coppia dai ritmi di una multinazionale: sposati dal 2001, hanno due figli, Jaden Gil e Jaz Elle, una scuola – la Agassi Preparatory Academy, un istituto che va dalla materna alle superiori ed è dedicato a chi non si può permettere una buona istruzione – e le loro fondazioni benefiche da seguire.
Nella bacheca dei ricordi hanno invece 101 settimane al vertice della classifica Atp (Association of tennis professionals), 8 slam in bacheca, 870 vittorie in carriera nel singolo lui; e 377 settimane al vertice della Wta (l’equivalente femminile dell’Atp), 22 slam, 900 vittorie in carriera lei.
Lui, Andre Kirk Agassi, statunitense di Las Vegas, figlio di una americana e di un iraniano di origine armene. Lei, Stefanie Marie Graf, tedesca, “Fraulein Forehand”, “Miss Dritto”, per i cronisti sportivi.

In comune hanno un’infanzia da bambini prodigio. Stefanie, avviata al tennis a tre anni, era obbligata ad allenarsi anche nel salotto di casa (ma senza rompere le suppellettili); Andre ogni giorno doveva confrontarsi con il drago installato dietro casa, quel mostro meccanico «nero come la pece», quella macchina lanciapalle modificata da papà Mike, ex pugile, che avrebbe fatto di tutto per avere un figlio campione.
Steffi e Andre. Entrambi cresciuti a pane e racchette da due padri che avevano proiettato sui figli i propri sogni di gloria. Impegnati in due fugaci storie con big della musica, Barbra Streisand per lui e Mick Huchnall dei Simply Red per lei. E con una vita passata a rincorrersi tra tornei e Olimpiadi: per anni si sono sfiorati ma non si sono mai fermati nello stesso posto. Quasi come numeri primi condannati a non conoscersi mai del tutto. Fino al 1999.

LA FOTO DI STEFFI SUL FRIGO DI ANDRE
Era da anni che Agassi inseguiva la sua preda. Lui, il ribelle che scendeva in campo con le bandane colorate, gli orecchini, le meches e il parrucchino, con i jeans strappati e senza biancheria, e poi di colpo i capelli rasati a zero, era rimasto folgorato - racconta in Open - «dalla grazia discreta, dalla naturale bellezza» di quella ragazza silenziosa, che gli dava l’impressione «che dovesse odorare di buono, e che fosse buona, intrinsecamente buona, piena di rettitudine morale».
La prima occasione per incrociare gli sguardi si presenta nel 1992: entrambi hanno vinto Wimbledon, alla sera dovrebbero danzare insieme alla cena di gala. Lui freme dall’emozione, ma la delusione è vicina: il ballo viene annullato. Come ricorderà la Graf anni dopo, «all’epoca non ci si incontrava tanto fra tennisti e tenniste come adesso». E lei, soprattutto, è fidanzata con il pilota di automobilismo Michael Bartels (lascerà Bartels, spezzandogli il cuore, nel 1999).
Intanto Steffi non esce mai dai pensieri di Andre. Aleggia come un fantasma perfino nella vita privata del campione, che nel frattempo si è sposato con Brooke Shields, la Emmeline di Laguna blu. Le nozze tra Andre e l’attrice si trasformano in una cerimonia faraonica in California, tra elicotteri e paparazzi. Ma Brooke, nonostante la sua riconosciuta bellezza, ha il complesso delle gambe: per lei, quelle perfette appartengono proprio a Steffi Graf. Così strappa una pagina di giornale e l’appiccica come promemoria sul frigorifero della casa in cui vive con Andre. In due anni, dal 1997 al 1999, il matrimonio con la Shields va a rotoli. Agassi sintetizza la disfatta della coppia in una morettiana «parliamo di cose, parliamo di inezie».

UN NUOVO INIZIO DOPO IL ROLAND GARROS
Nel frattempo, Stefanie sul campo è una furia, batte Martina Navratilova e Monica Seles. Andre invece ha un crollo, arriva nel purgatorio delle classifiche, al 141esimo posto. Poi rinasce. A sostenerlo c’è anche Gil Reyes: il suo preparatore, la sua spalla, l’angelo custode che l’ha accolto in un momento di difficoltà e lo accompagna nei tornei come un padre e un amico.
Il 1999 porta ad Agassi, oltre al divorzio da Brooke Shields, la sua prima vittoria al Roland Garros. Anche Steffi Graf ha vinto lo slam parigino. Lui è un uomo libero, può ricominciare a inseguirla per chiederle un appuntamento, nonostante sia fidanzata. Sul volo tra Parigi e gli Stati Uniti, Brad, il suo allenatore, gli fa questa previsione: Andre e Stefanie si sarebbero sposati entro due anni, e avrebbero avuto dei figli.
Un re dell’eccesso come Agassi potrebbe scegliere regali lussuosi per provare a corteggiare la Graf. Invece lui, sul volo che lo riporta in patria, mentre il preparatore gli offre il pronostico dettagliato sul suo futuro, prende due cartoncini del menu. Agassi li unisce, scrive una frase d’augurio per il compleanno di Stefanie, poi li lega con un filo di rafia recuperato da una hostess.
Un semplice biglietto d’auguri. Un filo di rafia. Stefanie ne rimane colpita. Il percorso per arrivare all’appuntamento sulla spiaggia è ancora travagliato, ma ormai è destino.
Due anni dopo, quando si sposeranno, Andre e Stefanie sceglieranno la via della semplicità. Niente paparazzi. Solo una cerimonia privata, nel giardino di casa, davanti alle loro madri e a tre giardinieri arrivati a prendersi cura del prato troppo in anticipo. Stefanie ha il pancione, pochi giorni dopo nascerà Jaden Gil. Le fedi le recuperano in casa: sono due anellini, di rafia. Arriveranno poi la seconda figlia - Jaz Elle - i tornei di Andre davanti ai suoi bambini, l’addio ufficiale ai campi da tennis nel 2006, al termine di anni di lotte contro Pete Sampras e quando sulla scena tennistica iniziano a presentarsi nuovi nomi come Roger Federer e Rafael Nadal.

COME ADOLESCENTI ALLA PRIMA COTTA
Le semplicità nel loro matrimonio tra titani resistono ancora: per esempio, Andre le ricorda quotidianamente perché si è innamorato di lei, scrivendoglielo su una lavagnetta. «Mi sembrava molto interessante, ma non sapevo nulla di lui. E non avrei mai pensato di farci dei figli e mettere su famiglia insieme. Poi, è cominciato dagli occhi ed è arrivato molto in fretta al cuore», racconterà Stefanie, nel 2009, alla Gazzetta dello Sport.

A restituire l’immagine di una vita da eterni fidanzatini - nonostante le voci che negli anni li hanno dati sull’orlo di una crisi - ci pensano anche le foto che Agassi pubblica sul suo profilo Twitter. C’è quella che ritrae Stefanie, di spalle, su un battello tra i canali di Amsterdam e una macchina fotografica tra le mani. «Stefanie che fotografa Amsterdam, io che fotografo Stefanie, ahahahah» commenta lui. Come un adolescente alla prima cotta.
Oppure c’è quella di loro due alla più recente festa di Halloween: lei travestita da Pippi Calzelunghe, con le trecce rosse e le lentiggini, lui da Austin Powers, personaggio-parodia dei migliori 007. Spiega Steffi sul suo blog: «Ci sono molte ragioni che fanno del mese di ottobre uno dei miei preferiti. Ci sono i compleanni dei nostri figli e il nostro anniversario di matrimonio. E poi c’è il party di Halloween. Ogni anno pensiamo per tempo al tema della festa».
Come foto simbolo per l’account Twitter (ovvero l’immagine che accompagna ogni suo messaggio), Agassi non poteva che scegliere uno scatto storico (a inizio servizio, trovate una foto senza trofei fatta nella stessa serata): lui, con i capelli lunghi e arruffati, lo sguardo malandrino e il farfallino dello smoking messo di traverso; lei, timida, con un abito da cocktail bianco perla che accarezza le bellissime gambe, i capelli puntati sulla nuca in un raccolto rigoroso. Uno a fianco dell’altra, i trofei di Wimbledon del 1992 stretti tra le mani. Il galà nel quale fu annullato il loro ballo, il galà dal quale tutto avrebbe potuto iniziare prima.
In Open, Agassi racconta a più riprese quanto abbia odiato il tennis. Gli allenamenti senza sosta, il “drago sputapalle”, la lotta con se stesso e i suoi tormenti. Eppure, come ha sempre ammesso, il dono più grande l’ha proprio ricevuto da quello sport che ha odiato con tutte le sue forze. Ce l’ha con sé ogni giorno. Quel dono si chiama Stefanie.