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 2015  agosto 26 Mercoledì calendario

PERISCOPIO


Borse, crolla Shanghai. Qualcuno deve aver sfilato il bastoncino sbagliato. Gianni Macheda.

Una delazione deve essere retribuita dallo stato anche se falsa? Per me sì. Maurizio Milani, scrittore satirico. Il Foglio.

La Grecia è finita così per alcuni suoi record europei: il più alto rapporto debito-pil (secondo solo all’Italia), la più alta corruzione (seconda solo all’Italia), la più alta evasione fiscale (seconda solo all’Italia), la più alta disoccupazione (seconda solo alla Spagna e all’Italia). Il colpo di grazia, poi, gliel’han dato le Olimpiadi di Atene 2004. Dev’essere per questo che ora candidiamo Roma per le Olimpiadi 2024: ci mancavano giusto quelle, stiamo arrivando. Marco Travaglio. Il Fatto.

Basta pensare alla legge Severino. Forse era necessaria. Ma davvero c’è bisogno di una legge per stabilire chi può candidarsi alle elezioni e chi no? Mi sembra il massimo dell’abdicazione da parte della politica, che si rivela incapace, da sola, di selezionare la propria rappresentanza, e ha bisogno di affidarsi al codice penale che ovviamente usa parametri del tutto diversi da quelli politici. Un tempo, i grandi partiti coltivavano l’etica pubblica, e la coltivavano secondo princìpi compatibili con le esigenze della politica. Esigenze che non stanno nella stessa scala, e misura, della giustizia penale. E insomma esistevano strumenti di controllo preventivo. Non sempre funzionavano. Ma c’erano. Luciano Violante (Salvatore Merlo). Il Foglio.

La coalizione di vari Paesi in lotta contro l’Is ha dimostrato la propria inefficacia. Se ne dovranno trarre le conseguenze. Non è dal cielo, ma solo sul terreno che si potrà sconfiggere questo esercito senza volto. Oggi, però, né i Paesi del Golfo né quelli europei sono pronti a un intervento di questo tipo. A ciò si aggiungono le ulteriori difficoltà dovute al fatto che l’Is è ovunque, e assume forme diverse. Il terrorista Yassin Salhi, che ha decapitato il suo dirigente nell’Isère, risiedeva in Francia e faceva parte di quell’esercito dormiente che può passare all’azione in qualunque momento. Tahar Ben Jelloun, scrittore musulmano.

Vorrei dire a Rosario Crocetta, presidente della Regione Sicilia, se Manfredi, Fiammetta e specialmente Lucia Borsellino non sono presenti, alla commemorazione della strage, non credi che potrebbe essere un po’ colpa tua, della tua antimafietta tascabile? Perché hai mutato la bellezza, nata dalla pena, in cabaret? Perché hai preso Spoon River e ne hai fatto - sì, anche tu - deserto? Tu hai trasformato la santità della denuncia, l’azione antimafiosa per eccellenza, in esibizione circense. Roberto Puglisi. Il Foglio.

Io sono tedesca, ho vissuto in Italia, parlo italiano, vivo a Parigi ma questa non è l’Europa che sognavo. È un’Europa in cui si parla solo di Borsa, di Dow Jones, di titoli, di Bot, è come un incubo per me. Fino a 25 anni fa chi è che parlava così tanto di economia? Ma non ho perduto la speranza, ci sono le giovani generazioni e la Storia, a volte, compie salti imprevisti. E io non voglio rassegnarmi. Margarethe von Trotta. Regista tedesca. (Maria Pia Fusco). la Repubblica.

È sulla sua faccia sghemba, dovuta al forcipe, che Massimo Boldi ha costruito, «per caso», la carriera, fino a diventare l’attore più pagato d’Italia in coppia con Christian De Sica, come attestato da una classifica di Ciak nel 2004, e il campione d’incassi più fenomenale nella storia del box office, oltre mille miliardi di lire in 20 anni, secondo i calcoli fatti da Maurizio Porro sul Corriere della Sera. Il tutto con un solo genere filmico, il «cinepanettone», neologismo coniato da Michele Anselmi, critico cinematografico transitato dall’Unità al Giornale, che ha avuto la soddisfazione di vederselo registrato nello Zingarelli. Stefano Lorenzetto. Panorama.

Arrivai al teatro in questo modo. Ero in vacanza. In montagna. A 17 anni. Incontrammo la compagnia del Carrozzone. Fantasio Piccoli e i suoi andarono a parlare con mio padre. «Manderebbe Adriana a recitare con noi?». «Prendetevela», disse mio padre. «Non è assolutamente capace di fare niente, tempo tre giorni tornerà a casa». Invece andai per non tornare. Quelli del carrozzone viaggiavano davvero e io avevo una voglia matta di prendermi in giro e scappare di casa. Adriana Asti, attrice (Malcom Pagani e Fabrizio Corallo). Il Fatto.

Si tratta di un periodo in cui si registra, come scrive lo storico Giovanni Dall’Orto in Tutta un’altra storia (Il Saggiatore), «il picco più alto di isteria omofobica dell’intera storia umana». Negli Usa questo fenomeno portò a proclamare ufficialmente per la prima volta che l’omosessualità era una malattia mentale nel 1952, e nel 1953 l’Executive Order 10450 del presidente Eisenhower stabilì che il puro e semplice fatto d’essere omosessuale, indipendentemente dal fatto d’aver infranto qualche legge, era motivo sufficiente di licenziamento da qualsiasi impiego pubblico. Oliver Sacks (Valentina Della Seta). ilvenerdì.

Grossman non è amato dai burocrati e dal dittatore Stalin che lui non ha mai incensato e neppure nominato nei suoi articoli. Stalin, proprio quell’anno, lo cancella dalla rosa dei vincitori del premio letterario che porta il suo nome. Vasilij Grossman, romanziere russo, Uno scrittore in guerra. Adelphi (Corrado Stajano). Corsera.

Qualche volta i pittori, che non godevano di alcun benessere, ma di molto prestigio, si sentivano come tanti animali rari e chiusi nelle gabbie dello zoo. Solo che i visitatori non era bambini, ma signori con la cravatta e signore ingioiellate. Se almeno avessero comprato quadri! Ugo Pirro, Osteria dei pittori. Sellerio, 1994.

Io a Milano voglio bene, perché qui ci sono le mie radici e poi perché succede come alle creature che sono legate a noi: alla fine ci si affeziona a loro anche per i loro vizi. Alberico Sala, critico letterario in Gigi Moncalvo, Milano no. Edizioni Elle, 1977.

Il capomanipolo Sogonà un giorno fece un’irruzione a sorpresa e trovò un drappello di pomodori nascosti dietro il divano insieme a due prosciutti. Stava per arrestarli ma intervenni: «Venite Sorgonà, venite a vedere sotto il letto della nonna: è pieno di patate». Quando Sorgonà guardò sotto il letto di nonna, di patate nemmeno l’ombra. Tornò per arrestare i pomodori ma erano fuggiti. Urlò: «Me la pagherete!». Nonna gli offrì un caffè di cicoria e lo rabbonì, tanto che se ne andò per le scale gridando festosamente: «All’armi siam fascisti!» e fu felice così. Paolo Guzzanti, I giorni contati. Baldini&Castoldi, 1995.

Lo Stato, in Italia, è un cavaliere disarcionato. Roberto Gervaso. il Messaggero.

Paolo Siepi, ItaliaOggi 26/8/2015