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 2011  febbraio 13 Domenica calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Renato Schifani
Il Presidente della Camera è Gianfranco Fini
Il Presidente del Consiglio è Silvio Berlusconi
Il Ministro degli Interni è Roberto Maroni
Il Ministro degli Esteri è Franco Frattini
Il Ministro della Giustizia è Angelino Alfano
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Mariastella Gelmini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Maurizio Sacconi
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Giulio Tremonti
Il Ministro della Difesa è Ignazio La Russa
Il Ministro dello Sviluppo economico è Claudio Scajola
Il Ministro delle Politiche agricole è Giancarlo Galan
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Altero Matteoli
Il Ministro della Salute è Ferruccio Fazio
Il Ministro di Beni e Attività culturali è Giancarlo Galan
Il Ministro dell’ Ambiente è Stefania Prestigiacomo
Il Ministro dell’ Attuazione programma di governo è Gianfranco Rotondi (senza portafoglio)
Il Ministro della Gioventù è Giorgia Meloni (senza portafoglio)
Il Ministro delle Pari opportunità è Mara Carfagna (senza portafoglio)
Il Ministro di Pubblica amministrazione e Innovazione è Renato Brunetta (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento è Elio Vito (senza portafoglio)
Il Ministro di Rapporti con le Regioni e Coesione territoriale è Raffaele Fitto (senza portafoglio)
Il Ministro delle Riforme per il federalismo è Umberto Bossi (senza portafoglio)
Il Ministro della Semplificazione normativa è Roberto Calderoli (senza portafoglio)
Il Ministro di Sussidiarietà e decentramento è Aldo Brancher (senza portafoglio)
Il Ministro del Turismo è Michela Vittoria Brambilla (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Mario Draghi
Il Presidente della Fiat è John Elkann
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Presidente della Rosa per l’Italia è Savino Pezzotta
Il Segretario Nazionale dei Popolari per il Sud è Clemente Mastella

Nel mondo

Il Papa è Benedetto XVI
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Jean-Claude Trichet
Il Presidente della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Hu Jintao
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è Nicolas Sarkozy
Il Primo Ministro della Repubblica francese è François Fillon
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è José Luis Rodríguez Zapatero
Il Comandante Supremo delle Forze Armate dell’ Egitto è Mohammed Hoseyn Tantawi
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pratibha Patil
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Mahmud Ahmadinejad

Le coste italiane sono di nuove invase da disperati che scappano dal Nord Africa, in particolare dal Maghreb e specialmente dalla Tunisia. Ieri un barcone partito da Zarzis era talmente carico che si è spaccato in due nel golfo di Gabès. Un ragazzo è morto, un altro è disperso, dieci sono stati tratti in salvo. Le operazioni di soccorso continuano mentre scriviamo. Il quotidiano tunisino “La Presse” scrive che il porto di Zarzis era controllato da appena 38 poliziotti e da nessun doganiere. Si svolge sotto gli occhi di tutti un fiorente mercato degli imbarchi: i disgraziati che tentano di fuggire dalla fame e dalla quasi guerra civile in corso in quel paese hanno pagato un posto in barca 750 euro i primi una settimana fa, 1000-1500 adesso. Fino a questo momento sono sbarcati a Lampedusa, secondo dati della capitaneria di porto, quattromila nordafricani, in prevalenza tunisini. Intanto sono in corso manifestazioni di piazza anche in Yemen, in Marocco, in Algeria. Non è difficile prevedere un ulteriore, massiccio aumento dell’immigrazione. Per tutti la mèta più ovvia è l’Italia.

Che si può fare?
Ieri all’una e mezza del pomeriggio s’è riunito il consiglio dei ministri. Sono bastati cinque minuti per proclamare lo stato d’emergenza umanitaria. Sacconi ha poi detto che il nostro governo sta bussando alla Ue, perché l’Europa ci dia una mano a risolvere un problema che affrontiamo noi da soli per conto di tutti quanti.

L’Europa ci aiuterà?
La Ue ha poca voglia di aiutarci. Sacconi ha eufemisticamente definito il suo modo di precedere lento pede. Critiche analoghe hanno sollevato altri personaggi autorevoli, tra cui lo stesso Romano Prodi.

Quanti barconi sono arrivati finora?
Solo ieri otto, che hanno sbarcato a Lampedusa – tra mezzanotte e le nove e mezza di mattina - poco più di trecento persone. Il Centro di accoglienza dell’isola è chiuso, il molo Favaloro pullula di disperati, altri sono andati a rifugiarsi al Porto Vecchio oppure nella Casa della Fratellanza di don Stefano Nastasi, parroco dell’isola, o anche nell’Isola dei Conigli. Sono in corso ponti aerei per trasferire in massa gli immigrati nei vari Centri d’accoglienza italiani. Bari e Crotone, soprattutto. Si procede anche via mare, con la motonave Palladio Siremar o con altri traghetti che puntano a Porto Empedocle, Capo Rizzuto o Pantelleria, che ha a sua volta subìto altri sbarchi nei giorni scorsi. Questi centri d’accoglienza, tra l’altro, cominciano a essere pieni. A Lampedusa sono in attesa di partire per una qualche destinazione quasi 1.500 nordafricani. È possibile che il Ministero dell’Interno decida di riaprire il Centro d’accoglienza locale, che tra l’altro è perfettamente funzionante e per il quale si pagano convenzioni con cooperative che provvedono alla manutenzione.

Come mai è chiuso?
Due anni fa un gruppo di immigrati clandestini ospiti del Centro di Imbriacola forzarono i cancelli, aggirarono i controlli, scapparono per i campi e inscenarono parecchie manifestazioni. Era un momento in cui agli sbarchi succedevano gli sbarchi. Si trattava di gente che partiva dalla costa libica, raggiunta dall’interno dell’Africa a prezzo di indicibili sacrifici. I cittadini di Lampedusa, sindaco in testa, erano stanchi dei disordini e non volevano che l’isola venisse trasformata in una specie di carcere permanente. Il sindaco era lo stesso di oggi, Bernardino De Rubeis. Il Centro era anche attraente per il popolo dei barconi: Lampedusa era meno complicata da raggiungere di altri punti sulla costa e garantiva un’ospitalità non del tutto indecente. Berlusconi e Maroni fecero poi l’accordo con Gheddafi, gli sbarchi cessarono e Imbriacola fu chiuso. Siamo stati tranquilli per due anni, chiudendo naturalmente gli occhi sul trattamento che Gheddafi riservava e riserva a quelli che finiscono nei suoi campi di concentramento. Ora l’esplosione del Maghreb ci rimette nel mirino. Siamo il Paese più importante del Mediterraneo, almeno questo, adesso, è chiaro. L’Europa ci spiega sempre come dobbiamo comportarci, ma poi non muove un dito per collaborare. Sarà interessante vedere come i nostri partner si comporteranno adesso.

Stanno arrivando altri barconi?
Dieci, nel preciso momento in cui viene scritto questo articolo (le nove di sera di ieri). Lo dice il comandante della capitaneria di porto dell’isola, Antonio Morana. A mezzanotte il primo di questi barconi dovrebbe sbarcare il suo carico. Aspettiamocene, per i prossimi giorni, altre decine. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 13/2/2011] (leggi)

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