Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2011  febbraio 13 Domenica calendario

LA MONNEZZA DI NAPOLI

NEI GIOCHI AL VELENO
CHE ARRIVANO DALLA CINA
Giocattoli cancerogeni fatti con la monnezza campana. È questo il nuovo affare della camorra, che s’è inventata un “girotondo della spazzatura” che permette guadagni favolosi. E pazienza se si avvelenano i bambini di mezza Europa. Ferro, polietilene, cascami di gomma e metalli pesanti vari: di questo son fatti bamboline e pupazzetti della join-venture Cina & camorra. La “materia prima” arriva dal Napoletano. Estratta dalle cave illegali nelle campagne, finisce nei container e viene imbarcata. Destinazione: Korea, Cina, Camerun e Malesia. Il pattume attraversa Oceano Atlantico e Indiano per poi tornare al punto di partenza. Sotto forma di giochini killer.
Gli unici ad aver capito come far fruttare il ciclo dello smaltimento dei rifiuti, sembrano essere i camorristi. Sono così bravi che, grazie a loro, i vostri bambini potrebbero avere tra le mani giocattoli cancerogeni.
Chiunque abbia costeggiato almeno una volta l’area di deposito del porto di Napoli, si è chiesto cosa ci fosse nelle montagne di container stipati l’uno sull’altro in attesa di partire. Bene, la Guardia di finanza ha trovato la risposta a una parte di quei mattoni che compongono i palazzi di ferro: spazzatura, rifiuti, monnezza. Insomma, soldi. Tanti soldi.
Perché per la camorra, la melma puzzolente è oro. L’aveva già detto nel 1992 il pentito Nunzio Perrella («Per noi la monnezza è oro») a un incredulo procuratore, Franco Roberti. Dopo undici anni e due emergenze colossali ben poco è cambiato, tranne i sistemi della camorra, divenuti intanto più sofisticati. Se una volta i rifiuti venivano “soltanto” interrati, da qualche anno i boss hanno capito che il vero affare è trasformarli. Così, ispirati dalla prima legge di Lavoisier nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma hanno riempito icontainer di ogni schifezza buttata in strada e l’hanno spedita in nazioni dove non si fanno troppi scrupoli ambientalisti. Paesi africani o d’estremo oriente, come Cina e Korea, comprano quello che a noi fa schifo valutandolo come materia prima. Da Napoli partono carichi di rottami di frigoriferi, lavatrici, computer, televisioni, suppellettili e tutto ciò che può servire alla causa.
Giunti a destinazione vengono sezionati e ciò che non si riesce a riciclare, viene usato come carburante per i forni delle fonderie. Infine, quello che nessuno voleva più, torna indietro sotto forma di pupazzi, bambole e giocattoli di plastica.
Un circolo vizioso e velenoso imponente. Dal 2008 la Guardia di finanza ha sequestrato nel porto di Napoli quattro milioni e mezzo di rifiuti speciali; oltre un milione solo nel 2010. L’oro della camorra arriva in Cina in container sporchi e maleodoranti, e ritorna luccicante con un packaging fatto apposta per attirare i bambini. Una parte, quella riuscita meno bene, riempie il mercato parallelo, ossia quello dove una “Barby” (scritto proprio così) costa anche meno di 3 euro. Un’altra parte, perfetta in tutti i particolari, compreso il marchio di garanzia, finisce nei negozi di giocattoli, e non solo, di tutta Europa. Italia in testa, ovviamente.
Ricapitolando: la camorra guadagna al momento della raccolta illegale, incassando milioni dalle aziende che vogliono sbarazzarsi di rifiuti ingombranti; è creditore verso lo Stato perché proprietaria di molti terreni dove sono sorte cave e discariche legali; fa affari d’oro vendendo la monnezza ai Paesi stranieri che hanno bisogno di materie prime; gestisce la vendita di prodotti contraffatti realizzati con materiali cancerogeni, e il conseguente giro d’affari da capogiro. E dopo aver ucciso la propria terra drogandola con veleni di ogni tipo, adesso intossica i più piccoli.