LUCA PAGNI , la Repubblica 13/2/2011, 13 febbraio 2011
CRISI, LA UE GIOCA LA CARTA DEL SUPER-FONDO 500 MILIARDI PER SOCCORRERE I PAESI IN CRISI - MILANO
Una risposta ai mercati che chiedevano una mossa più coraggiosa da parte dell´Europa per risolvere la mina dei debiti sovrani. Si può leggere anche in questo modo l´indiscrezione riportata dal settimanale tedesco Der Spiegel: la creazione di un Fondo monetario europeo (Fme), con una dotazione finanziaria effettiva di 500 miliardi di euro, con cui intervenire in casi di crisi conclamate, concedendo prestiti ai Paesi in difficoltà.
Non ci sarà bisogno di aspettare molto per avere la conferma della notizia. Della nascita del Fondo si dovrebbe parlare già nel dettaglio domani, durante la riunione dell´Eurogruppo che si terrà in mattinata a Bruxelles (parteciperà il ministro dell´Economia Giulio Tremonti). Riunione già prevista con un nutrito ordine del giorno: dalla riforma del Patto di stabilità alle regole per i nuovi stress test delle banche per arrivare al destino del cosiddetto fondo salva-Stati.
Quest´ultimo punto diventa ora centrale, visto che la creazione del Fondo monetario europeo sarebbe una novità di grande rilievo. Anche, ma non soltanto, per la capacità finanziaria che potrà mettere in campo. Sempre secondo le anticipazione dello Spiegel, il Fondo avrebbe 100 miliardi di dotazione in fondi propri, ma potrebbe movimentare in modo concreto fino a 500 miliardi. Un bel passo avanti rispetto alla situazione attuale: perché se è vero che in teoria il fondo salva-Stati può contare fino a 440 miliardi, l´effettiva capacità di concedere prestiti ai Paesi in crisi è inferiore.
Per ora, conferme ufficiali non ce ne sono. E gli uffici del commissario agli Affari economici e monetari Olii Rhen si sono limitati a parlare di «discussioni in corso» e «dell´impegno a trovare una soluzione entro marzo». In attesa dell´Eurogruppo, valgono quindi le prime rivelazioni secondo cui al Fondo contribuiranno i Paesi dell´Eurozona, in base alla loro quota di partecipazione alla Bce.
Di sicuro, occorrerà studiare anche una sorta di "modalità di intervento" nel caso in cui si conceda un prestito a Nazioni in affanno. Come già avvenuto per la Grecia, che non ha preso molto bene l´ultimo intervento della troika (Unione Europea, Fondo monetario internazionale e Bce) che venerdì si è recata ad Atene per controllare la situazione delle finanza pubbliche elleniche. Secondo i funzionari delle tre organizzazioni, la Grecia dovrebbe varare un ulteriore pacchetto di privatizzazioni per 50 miliardi.
Un intervento che il governo greco non ha gradito, come risulta più che evidente dalla presa di posizione ufficiale affidata alle parole del portavoce dell´esecutivo, George Petalotis: «Consideriamo inaccettabile il comportamento dei rappresentanti dell´Ue e del Fmi. Abbiamo chiesto loro un aiuto e siamo pienamente impegnati a rispettare i nostri obblighi. Ma non abbiamo chiesto a nessuno di impicciarsi dei problemi interni del nostro Paese».