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 2011  febbraio 13 Domenica calendario

Abramo Lincoln voleva deportare gli ex schiavi «neri» in Centroamerica - Altro che«Proclamazione del­l’Emancipazione »

Abramo Lincoln voleva deportare gli ex schiavi «neri» in Centroamerica - Altro che«Proclamazione del­l’Emancipazione ». Per i neri (anzi, per i niggers , cioè i ne­gri) Abraham Lincoln, il pre­sidente degli Stati Uniti passato alla storia proprio come paladino della pa­ri dignità fra bianchi e coloured aveva in mente qualcosa di molto diverso: la «Proclamazione della Deportazio­ne ». Questa, in sintesi, la «bomba» contenuta in un saggio firmato dallo statunitense Phillip W.Magness e dal­­l’inglese Sebastian N. Page: Coloniza­tion After Emancipation: Lincoln and the Movement for Black Resettlement . Esaminando alcuni documenti custo­diti negli archivi nazionali di Kew, nei pressi di Londra, i due studiosi hanno scoperto che Lincoln aveva messo a punto un autentico piano di... coloniz­zazione al contrario da compiersi tra­mite l’invio di migliaia di neri nelle piantagioni di cotone e di canna da zucchero dell’Honduras e della Gu­yana Britannica, territori che oggi cor­rispondono al Belize e alla Guyana. Il contenuto di alcune lettere della Lega­zione B­ritannica a Washin­gton scoperte negli archivi di Kew fa pensare, afferma­no gli autori, che lo sche­ma i­deato dal glorioso pre­sidente della Guerra Civile non fosse un semplice espediente propagandisti­co per accontentare, alme­no formalmente, gli eletto­ri razzisti, come si era pen­sato fino a ora, ma un vero progetto politico ad am­pio raggio. Magness e Page sosten­gono che subito dopo aver annunciato la liberazione di tre quarti dei quattro mi­lioni di schiavi con la stori­ca «Emancipation Procla­mation » del 1863, il presi­dente diede il via all’opera­zione, autorizzando in gran segreto i funzionari britannici a reclutare centi­naia di migliaia di neri destinati a una vita in tutto simile a quella che forse s’erano illusi di poter abbandonare.E questo nonostante un primo «test» con la spedizione di 450 ex schiavi ad Haiti fosse in precedenza finito nel ca­os quando i nuovi coloni avevano co­minciato a morire di vaiolo e di fame e i pochi sopravvissuti avevano dovuto essere evacuati. Dai documenti si rica­va che Lincoln incontrò gli emissari inglesi e li autorizzò a entrare nei cam­pi­degli schiavi appena liberati per tro­vare nuove reclute. In particolare un documento mostra che uno degli agenti, John Hodge, assicurò l’amba­sciatore britannico che era «il deside­rio sincero di Lincoln che si vada avan­ti ». Tuttavia il piano per la colonizzazio­ne di Honduras e Guyana Britannica fallì nel giro di pochi mesi, poiché gli inglesi temevano che gli Stati del Sud alla fine avrebbero vinto e quindi avrebbero intentato una causa a Sua Maestà per riavere gli schiavi liberati. Ma fino all’ultimo,cioè fino all’autun­no del 1864, Lincoln aveva sperato di poter compiere... l’impresa. Lo rivela una lettera a lui indirizzata dal mini­stro della Giustizia, leggendo la quale si comprende come il presidente si stava adoperando per fare in modo che il trasferimento in massa degli ex schiavi potesse essere attuato nono­stante il Congresso avesse tagliato i fondi. E non è tutto. Il 16º presidente degli Stati Uniti d’America aveva anche pre­so in considerazione un altro «pia­no ». Quello per liberarsi di migliaia di soldati neri dopo la guerra civile, man­dandoli a Panama a costruire un cana­le. Tuttavia Page, docente al Queen’s College did Oxford, smorza i toni. Se­condo lui le carte che sono alla base dell’inquietante saggio non dimostra­no che Lincoln fosse razzista, visto che the President aveva sempre mes­so in chiaro che l’emigrazione avreb­be dovuto essere volontaria. «I neri ­dice Page- erano stati linciati durante le sommosse a New York. Per questo temeva che l’emancipazione avreb­be scatenato gravi disordini razziali».