Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2011  febbraio 13 Domenica calendario

È DURA ANCHE PER LE COMPAGNIE - «È

vero che agli italiani non piace la rendita: me nemmeno all’estero le cose vanno meglio. E in ogni caso questo approccio mentale è figlio di una cultura che si fa fatica a cambiare: quella che dev’essere lo stato a occuparsi delle pensioni». Roberto Casanova è Head of Market Intelligence di Iama Consulting, per cui analizza i mercati previdenziali e assicurativi. Per lui la voglia di cash degli italiani è un dato culturale. Ma non solo.

Cosa c’è dietro questo atteggiamento? È un problema psicologico?

Anche. La quiescenza è un momento delicato per chi ha lavorato una vita ed entra in una fase critica dell’esistenza. Ma finora ha impattato anche l’alto livello di prestazioni di primo pilastro: alto se confrontato con quanto percepiranno i quarantenni e trentenni di oggi. Chi oggi va in pensione può permettersi di avere una pensione pari all’80% dell’ultimo stipendio più un gruzzolo. I giovani avranno il 60% solo se rinunceranno al capitale.

In Italia non c’è un mercato delle rendite private. Come impatta questo sulle prestazioni offerte?

Le stesse compagnie si pongono molti problemi ad assumere impegni di lungo termine nei confronti degli assicurati: non è semplice assumersi i rischi altrui. La tecnicalità è molto complessa, si fa fatica a renderla comprensibile alla clientela.

Come intervenire?

Manca è la visibilità sulle pensioni pubbliche future, mancano messaggi chiari da parte dello Stato. Dobbiamo poi ricordare che il sistema retributivo era basato sul patto generazionale, mentre quello contributivo che ne ha preso il posto un po’ ovunque, è fondamentalmente individualista: non è semplice prendere decisioni queste basandosi sulle proprie conoscenze.

All’estero le cose vanno meglio?

Le rendite non sono molto più generose all’estero: e ciò è più grave dove manca un primo pilastro pubblico forte. In casi estremi le compagnie hanno dovuto chiudere i battenti per onorare gli impegni presi coi proprio assicurati.