Carlo Jean, Il Sole 24 Ore 13/2/2011, 13 febbraio 2011
GENERALI GIOVANI E DEMOCRAZIA FORMALE
L’Egitto ha una storia particolare. Adesso succederà quello che è successo nel 1952, quando l’esercito prese il potere. Si instaurerà una democrazia più formale che sostanziale: le forze armate condizionano direttamente e indirettamente l’economia e hanno condizionato anche la piazza e strumentalizzato la protesta popolare. È nei numeri: i manifestanti erano 200mila, l’esercito un milione, se avessero voluto intervenire l’avrebbero fatto. Mubarak era un militare e regnava grazie a un suo circolo di vecchi generali, i più giovani lo hanno rovesciato. Ora bisogna vedere se i nuovi generali bisticciano fra loro ma è probabile che l’Occidente manderà viveri e soldi perché ha bisogno che il paese si stabilizzi. Riguardo alla minaccia islamista, nessuno sa bene cosa siano i Fratelli Musulmani, quanto siano estremisti e quale sia il loro peso: certo è che non hanno una struttura capillare. L’Egitto non è però l’Iran: il primo è sunnita e secolare, gli ulema sono giuristi con una struttura orizzontale simile al clero protestante. L’Iran è sciita e i mullah sono organizzati in modo gerarchico come il Vaticano. Adesso è però inutile gridare alla democrazia, si apre una fase di transizione e solo Allah sa quanto durerà.