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 2015  aprile 13 Lunedì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Sergio Mattarella
Il Presidente del Senato è Pietro Grasso
Il Presidente della Camera è Laura Boldrini
Il Presidente del Consiglio è Matteo Renzi
Il Ministro dell’ Interno è Angelino Alfano
Il Ministro degli Affari Esteri è Paolo Gentiloni
Il Ministro della Giustizia è Andrea Orlando
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Pier Carlo Padoan
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Stefania Giannini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Giuliano Poletti
Il Ministro della Difesa è Roberta Pinotti
Il Ministro dello Sviluppo economico è Federica Guidi
Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali è Maurizio Martina
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Graziano Delrio
Il Ministro della Salute è Beatrice Lorenzin
Il Ministro di Beni e attività culturali e turismo è Dario Franceschini
Il Ministro dell’ Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare è Gian Luca Galletti
Il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione è Marianna Madia (senza portafoglio)
Il Ministro per le Riforme Costituzionali e i rapporti con il Parlamento è Maria Elena Boschi (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente di Fca è John Elkann
L’ Amministratore delegato di Fca è Sergio Marchionne

Nel mondo

Il Papa è Francesco I
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Janet Yellen
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Xi Jinping
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è François Hollande
Il Primo Ministro della Repubblica francese è Manuel Valls
Il Re di Spagna è Felipe VI di Borbone
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Presidente dell’ Egitto è Abd al-Fattah al-Sisi
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Recep Tayyip Erdogan
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pranab Mukherjee
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Damodardas Narendra Modi
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Hassan Rohani

Il Papa ha condannato il genocidio armeno, sapendo bene che questo è un argomento tabù per il governo turco. Ne è quindi seguita una crisi diplomatica: Ankara ha richiamato in patria il suo ambasciatore presso la Santa Sede e convocato il nunzio apostolico Antonio Lucibello, messo del Papa in quel paese. È una crisi che la dice lunga sulla Turchia e, indirettamente, sulla scarsa voglia di Erdogan di dar seguito alla richiesta di entrare nell’Unione europea. Tra l’altro la Ue, fra le condizioni per l’ammissione della Turchia, ha posto anche quella di un riconoscimento pieno del genocidio. Cosa che i turchi rifiutano.

• Sa che non ho la minima idea di cosa sia questo genocidio armeno?
Siamo nell’aprile 1915, è già scoppiata la prima guerra mondiale, da un lato gli imperi centrali, cioè Germania, Austria-Ungheria, Bulgaria e Impero Ottomano (l’attuale Turchia, ma molto più grande). Dall’altra parte gli altri, intorno a Francia, Inghilterra, Russia (l’Italia resterà neutrale per un altro mese). L’eliminazione violenta degli armeni (deportazioni, massacri) fu preparata a tavolino dal governo ottomano e perseguita poi anche dal nuovo governo laico di Atatürk. L’idea condivisa dai due regimi era quella di uniformare il paese. Uniformare, dico, etnicamente e religiosamente. Ai primi di aprile del 1915, il governo turco, adducendo l’accusa che gli armeni, circa due milioni di persone, di religione cristiana, abbiano appoggiato i russi nelle battaglie del Caucaso, dà il via a rastrellamenti e fucilazioni. Sono decine di migliaia di morti. Donne, vecchi e bambini sono deportati verso sud attraverso i monti. Il 19 aprile cinquantamila armeni sono assassinati nella provincia di Van. La data convenzionale a cui ci si riferisce per l’inizio del genocidio è il 24 aprile: quel giorno, a Costantinopoli, vennero incarcerati e uccisi 500 esponenti dell’élite armena. Così il prossimo 24 aprile il patriarca Karekine II celebrerà i cento anni del Metz Yaghem, il “Grande Male”, proclamando un milione e mezzo di santi, cioè tutti gli uomini, le donne, i vecchi, i bambini massacrati dai turchi. La parola “genocidio” è stata coniata da Raphael Melkin — uno studioso russo-polacco — proprio in riferimento agli armeni. Solo più tardi è stata applicata anche agli ebrei.

• Sono fatti storicamente accertati? Come possono i turchi negarli?
I turchi sostengono che si trattò di contrastare spinte indipendentiste. Nessun genocidio, nessun genocidio programmato a tavolino. Secondo loro i morti non furono un milione e mezzo, ma trecentomila. Oggi in Turchia chi parla di genocidio armeno finisce in galera.

• Che cosa ha detto il Papa?
Francesco celebrava messa in memoria di quei martiri davanti alle autorità religiose armene — Karekin II, Supremo Patriarca e Catholicos di tutti gli armeni, Aram I, Catholicos della Grande Casa di Cilicia, Nerses Bedros XIX Tarmouni, Patriarca di Cilicia degli armeni cattolici — e al presidente della Repubblica di Armenia, Ser Sargsyan. Ha detto: «La nostra umanità ha vissuto nel secolo scorso tre grandi tragedie inaudite: la prima, che generalmente viene considerata come il primo genocidio del XX secolo, ha colpito il vostro popolo armeno, prima nazione cristiana, insieme ai siri cattolici e ortodossi, agli assiri, ai caldei e ai greci. Furono uccisi vescovi, sacerdoti, religiosi, donne, uomini, anziani e persino bambini e malati indifesi». Dopo aver ricordato gli altri genocidi (quello comunista e quello nazista), il Papa ha posto mente ai massacri di adesso: «Più recentemente altri stermini di massa, come quelli in Cambogia, in Ruanda, in Burundi, in Bosnia. Sembra che l’umanità non riesca a cessare di versare sangue innocente. Ricordare i martiri è necessario, anzi doveroso, perché laddove non sussiste la memoria significa che il male tiene ancora aperta la ferita; nascondere o negare il male è come lasciare che una ferita continui a sanguinare senza medicarla! Purtroppo ancora oggi sentiamo il grido soffocato e trascurato di tanti nostri fratelli e sorelle inermi, che a causa della loro fede in Cristo o della loro appartenenza etnica vengono pubblicamente e atrocemente uccisi — decapitati, crocifissi, bruciati vivi — oppure costretti ad abbandonare la loro terra. Anche oggi stiamo vivendo una specie di genocidio causato dall’indifferenza generale e collettiva, dal silenzio complice di Caino che esclama: “A me che importa? Sono forse io il custode di mio fratello?”».

• Risposta turca?
Oltre al richiamo degli ambasciatori, Ankara ha espresso «forte irritazione». Il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, ha definito le parole di Francesco «senza fondamento» e «lontane dalla realtà storica». «La dichiarazione del Papa non può essere accettata».

• Che cosa pensa il resto del mondo?
Una ventina di Paesi, tra cui Italia, Argentina, Uruguay, Francia, Svizzera, Russia e Parlamento europeo, hanno accettato, per il massacro armeno, il termine “genocidio”. (leggi)

Dai giornali