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 2015  aprile 13 Lunedì calendario

LIBRO IN GOCCE NUMERO 37

(L’imperatrice Cixi. La concubina che accompagnò la Cina nella modernità)

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Vedi Database in scheda: 2305890

ACQUA SPECIALE ALL’IMPERATRICE DELLA CINA –
Razioni. L’imperatrice della Cina aveva diritto ogni giorno a tredici chili di carne, una gallina, un’anatra, dieci pacchetti di tè, dodici giare dell’acqua speciale proveniente dalle Colline delle sorgenti di giada, oltre a quantità ben definite di verdure di vario tipo, cereali, spezie. La quota giornaliera prevedeva anche il latte munto da non meno di venticinque mucche.
Consorti. Dopo l’incoronazione dell’imperatore Xianfeng, si mise in moto su scala nazionale la selezione delle consorti. Da generazioni, il giorno prima della data fissata, le candidate erano condotte nella Città proibita su carretti trainati da muli (i carretti erano tronchi su due ruote con un tettuccio in bambù, chiusi da tende azzurre e foderati da cumuli di cuscini). Passavano la notte rannicchiate nei carretti, poi all’alba, guidate dagli eunuchi, facevano il loro ingresso nella sala del palazzo in cui l’imperatore le avrebbe esaminate.
Tavoletta. L’imperatore sceglieva la donna con cui passare la notte scrivendo il suo nome su una tavoletta di bambù che il capo degli eunuchi gli porgeva durante il pranzo. La prescelta veniva portata da un eunuco, nuda e avvolta in un drappo di seta. Dopo essere stata presa, la donna veniva mandata via.
Mille tagli. Il Ling-chi, la «morte dei mille tagli»: il condannato veniva affettato pezzo per pezzo in pubblico.
Buca. La «buca della gioia» scavata in occasione della nascita del figlio imperiale, in cui vennero sepolti otto tesori più la placenta e il cordone ombelicale della madre. Alla balia del bambino fu concesso di mangiare «ogni giorno mezza anatra, oppure piedini di maiale o la parte anteriore dei polmoni di maiale».
Sciarpe. Dopo il colpo di Stato, uno dei reggenti venne decapitato. Ad altri due Cixi ordinò di togliersi la vita, inviando a ciascuno la lunga sciarpa di seta bianca con cui impiccarsi. Quel genere di ordine imperiale, definito ci-bo («conferire la seta»), era considerato un favore al condannato: la sentenza veniva soddisfatta con un suicidio e non con un’esecuzione, e si poteva portare a termine in privato.
Tigri e lupi. Gli allarmisti avvertirono Binchun, in procinto di partire, che recarsi in un paese straniero equivaleva a offrirsi come preda «a tigri e lupi in forma umana».
Parole scritte. Rapporto di Binchun: «Agli occidentali piace essere puliti, e i loro bagni e gabinetti sono lavati fino a diventare immacolati. L’unico aspetto negativo è che essi gettano giornali e riviste nelle feci, dopo averli letti, e talvolta se ne servono per pulire la lordura. Sembra che non rispettino e non apprezzino quanto vi è scritto». Rispettare la parola scritta era un insegnamento confuciano.
Papà. L’imperatore Guangxu all’età di tre anni doveva chiamare Cixi, la madre adottiva, «Papà carissimo». Da grande le si rivolse sempre con l’appellativo: «Mio padre reale».
Tuoni. L’imperatore Guangxu, balbuziente e terrorizzato dai tuoni.
Cani. Al Palazzo d’estate Cixi, allora cinquantenne, allevò decine di cani. Vivevano in un padiglione fornito di cuscini di seta su cui dormivano e possedevano un ampio guardaroba di giacche di broccato, ricamate a motivi di crisantemi, fiori di melo selvatico e altri disegni sontuosi.
Giorgio Dell’Arti, Il Sole 24 Ore 13/4/2015