la Repubblica, 13 aprile 2015
Il corteo degli ologrammi. A Madrid protestare sotto al Parlamento in carne e ossa costa una multa di 30mila euro, così migliaia di manifestanti hanno trasformato volti e slogan in una nuova e tecnologica forma di dissenso: «Uno spettro si aggira per l’Europa…»
Nella notte fra sabato e domenica, nel centro di Madrid, proprio davanti al Parlamento, c’è stato un fantastico, inquietante corteo di protesta. Sono sfilati per un’ora gli ologrammi di 17.857 manifestanti di ogni parte del mondo, al motto di “Libertà di espressione” e “No alla legge mordacchia” (ley mordaza, che è più bello, più stringente di legge bavaglio). La protesta era indirizzata contro la legge “di sicurezza cittadina” del governo Rajoy, in vigore dal prossimo luglio, che riduce gravemente il diritto di manifestazione. Marciare in carne e ossa davanti a quel palazzo del Parlamento comporterà una multa di 30.000 euro (600.000 nella prima versione votata al Senato). Fare foto di agenti, “mancar loro di rispetto”, formare assembramenti, e una minuziosa quantità di altre azioni cittadine saranno punite senza passare attraverso la magistratura. Pesanti misure riguardano il diritto d’asilo e le modalità di rigetto a Ceuta e Melilla.
I promotori della manifestazione si sono chiamati “No somos delito”. Avevano sollecitato un’adesione internazionale, con un successo notevole, tanto più che si trattava della prima volta. Bisognava prestare la propria faccia a una telecamera attraverso il web (ed eventualmente anche la voce con gli slogan a piacere) per una scannerizzazione la cui elaborazione avrebbe marciato nel corteo libertario. A parte la fierezza della prima volta tecnologica di una protesta politica (in altri campi gli ologrammi impazzano) si voleva mostrare come leggi sempre più censorie avrebbero spogliato le persone del diritto a manifestare se non nei loro simulacri incorporei. Il video della manifestazione, benché abbia inevitabilmente qualcosa di spiritistico, di ectoplastico, è strepitoso, e aggiorna l’esordio antico: “Uno spettro si aggira per l’Europa…”. Naturalmente, come per tutte le creative applicazioni delle possibilità tecnologiche, induce a paventarne il rovescio. Non so, la notte del prossimo sabato in cui gli ologrammi dei poliziotti manganellano di santa ragione gli ologrammi dei nostri, davanti al Parlamento. O anche un ulteriore impigrimento dello spirito civico in favore della partecipazione virtuale, già dilagante nei clic parademocratici e nei videogiochi a mano armata, per cui si manderà in strada il proprio avatar senza staccarsi dal divano.
Del resto, basta cercare alla voce “ologramma” su Google. Un ologramma di Virgilio e uno di Teodolinda faranno da guida ai visitatori del padiglione della Lombardia all’incombente Expo. Ologrammi del feto stanno per sostituire l’ecografia nelle gravidanze. L’uomo anticiperà lo sbarco su Marte attraverso un ologramma. Morto nel 1996, il rapper Tupac Shakur, alias Maklaveli, si esibì a Coachella nel 2012, mandando in visibilio milioni di fan, che del resto avevano sempre saputo che uno come lui sareb be risorto. Lo fece attraverso un ologramma, anzi un’illusione ottica discendente dal “fantasma di Pepper” (XIX sec.), a sua volta erede delle geniali escogitazioni di Giovanni Battista della Porta (XVI sec.). A settembre, l’ologramma di Assange ha partecipato a un dibattito nel Massachusetts. Nei giorni scorsi, in un parco di Brooklin, artisti anonimi avevano collocato sulla colonna dedicata ai prigionieri di guerra un busto bronzeo di Edward Snowden. La polizia era intervenuta a coprire trafelatamente il tutto (video online) poi a rimuovere il busto. L’Illuminator Art Collective – traduciamolo Collettivo di arte illuminista! – ha rimpiazzato il bronzo rapito con l’ologramma di Snowden proiettato “in una nuvola di fumo” – però “ephemerally”, destinato a durare poco. “Exegi monumentum aere perennius”, aveva proclamato, e se lo poteva permettere, Orazio: “Ho eretto un monumento che durerà più del bronzo”. Gli ologrammi invece passano, ma gli artisti anonimi di Brooklin hanno già fatto sapere che moltiplicheranno con la stampante 3D le copie del busto di Snowden e lo dissemineranno dappertutto, più che i nani da giardino.
Bravi dunque gli ologrammisti di Madrid, e però l’altra notizia con cui non possiamo fare a meno di confrontarci è quella di Tv5M onde, hackerata giorni fa dal “Cyber-califfato”. Il disgusto per questi tagliagole non impedirà di notare una brillantezza delle loro trovate, come la scritta: “Je suIS IS” sovrapposta al sito oscurato. Simili imprese (chissà dov’è, se ancora è, il disgraziato John Cantlie) correggono l’impressione che esistano due mondi: uno sempre più olografico e virtuale, il nostro, e uno sempre più corporale, di colli segati e membra amputate, il loro. Sapranno anche loro proiettare ologrammi impeccabili, e mentre guarderemo ipnotizzati le uniformi nere e i salti mortali e le scimitarre roteate e i pii gridi, ci arriveranno alle spalle.