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 2015  aprile 13 Lunedì calendario

La Camera appalta la Buvette. Anche se ha aumentato i prezzi – ormai una mela sta sui due euro e un panino viaggia sui tre – molti camerieri sono prossimi alla pensione. E i conti di Montecitorio dicono che «costerebbe più assumere nuovo personale che dare il servizio in gestione esterna»

I più nostalgici diranno che è il crollo di un mito, i più realisti che cade l’ultimo baluardo, come è giusto che sia per stare al passo coi tempi: fatto sta che dopo il ristorante al piano nobile e il self service al seminterrato, ora anche la buvette della Camera, quella con vetrate e stucchi, oggetto della fantasia popolare e da decenni teatro di mille siparietti tra i leader di vari partiti, non sarà più gestita dalla Camera ma da una ditta esterna. La novità scatterà formalmente dal primo luglio o dal primo settembre, ma in realtà già da questo mese ci saranno avvicendamenti del personale, insomma il giro di boa è cosa fatta. 
I questori di Montecitorio hanno in mano la pratica, ma la decisione ormai viene data per acquisita da tutti quelli, deputati e dipendenti, che frequentano il Palazzo: e molti, stando alle chiacchiere da buvette appunto, sono preoccupati che con il nuovo corso possa diminuire la qualità mantenuta nel corso del tempo, sempre piuttosto elevata. Una qualità ormai pagata anche a prezzi più che di mercato, visto che un frutto qualsiasi – mela, pera, ananas – costa due euro, una spremuta 2,5 euro e un caffè 80 centesimi, i panini di varia foggia dai 3 euro in su. 
La decisione di passare a gestione esterna, che sarà curata pare dalla stessa ditta che ha in carico da anni il ristorante e il self service, è causata fondamentalmente dallo stop del turn over dei ranghi dell’amministrazione di Montecitorio. Col tempo, e approfittando delle norme, molti dei camerieri e addetti alla ristorazione stanno andando in pensione, dunque pare non sia più praticabile gestire i turni con gli organici attuali e «costerebbe più assumere nuovo personale che dare in appalto il servizio», spiegano i questori.
Dunque, esclusi quelli che andranno in pensione, resteranno in sala un paio di camerieri esperti in carico all’amministrazione della Camera, che dovranno in sostanza fare una supervisione affinché tutto fili liscio in un punto nevralgico del palazzo come è la buvette. Tutti gli atri non pensionati saranno ricollocati come commessi in aula o ai piani alti delle commissioni.