
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
L’83,5% di assenze, la notte di Capodanno, tra i vigili urbani di Roma ha provocato una messe di dichiarazioni e indignazioni. Si sono aggiunti, all’episodio dei vigili, quello dei lavoratori della metropolitana capitolina – rimasti a casa pure loro in massa, grazie al certificato – e quello dei lavoratori di Pompei, che hanno festeggiato col permesso del ministro ex dc e possibile prossimo presidente della Repubblica Dario Franceschini. La chiusura di Pompei ha costretto una trentina di pullman pieni di turisti a tornarsene a casa dopo lo scatto di qualche mesto selfie e senza aver visto niente. Siccome siamo freschi delle polemiche sul jobs act, il tutto è servito da condimento per la questione relativa ai dipendenti pubblici, se il jobs act debba o non debba essere applicato anche a loro. Renzi ha subito twittato con convinzione.
• Che cosa ha twittato?
«Leggo di 83 vigili su 100 a Roma che non lavorano "per malattia" il 31dic. Ecco perché nel 2015 cambiamo regole pubblico impiego #Buon2015». La Madia, ministro della Pubblica Amministrazione, gli è andata dietro a ruota: «Ispettorato ministero Funzione Pubblica subito attivato per accertamenti violazioni e sollecito azioni disciplinari» e subito dopo: «#Roma #vigiliassenti avanti con #riformapa per premiare eccellenze che ci sono e punire irresponsabili». “Riformapa” significa Riforma della Pubblica Amministrazione. Purtroppo, nel caos tipico dei lanci d’agenzia, vicino a questi ce n’era uno relativo alla Moby Prince – disastro marino del 10 aprile 1991 con 140 morti (gli addetti al traghetto, mentre tutto precipitava, stavano guardando Barcellona-Juventus) – così titolato: «Ancora nessuna verità sulla Moby Prince… processo farsa… giudice corrotto». Verrebbe facile dire: tanto rumore adesso sugli assenti romani e napoletani, e da lunedì prossimo non se ne parlerà più. Oltre tutto anche i vigili votano.
• Renzi però…
Su questo punto, mente. La questione della licenziabilità degli statali, trasferita dal jobs act a un disegno di legge, è stata consegnata alle calende greche. Qualcuno lo ha fatto notare a Renzi («strano zapping legislativo») e il presidente del consiglio ha risposto indignato: «Prego? Le abbiamo messe in un disegno di legge, che è all’attenzione del Parlamento. Si chiama democrazia». Si chiama “balla”, purtroppo. Anche gli statali votano, e non è detto che a primavera…
• Che cosa hanno fatto questi vigili urbani di Roma?
Hanno questioni contrattuali in piedi col sindaco Marino. Non ci addentriamo. Fatto sta che avevano provocatoriamente convocato un’assemblea sindacale per la notte del 31 dicembre, inizio prima di mezzanotte, fine intorno alle 3. Il prefetto li ha praticamente precettati, allora sono arrivati i certificati medici. L’83,5% di assenze giustificate per malattie e donazione del sangue (donazione del sangue il 31 dicembre notte). Stiamo riferendo in base a un comunicato emesso dallo stesso sindaco Marino, che non ha paura o forse addirittura vuole andare allo scontro. Il sindacato ha risposto mostrando di cadere dalle nuvole: il segretario dei vigili, Stefano Giannini, ha detto: « Per come sono stati pubblicati, i dati inducono in errore. C’è da dire, infatti, che la maggior parte delle assenze non è per malattia, ma per ferie». Singolare anche questa: tutti possono andare in ferie contemporaneamente, e sia pure la notte di Capodanno. In un altro comunicato sindacale si leggono le parole «sconcerto», «imbarazzo» e «disaffezione delle persone per le politiche dell’amministrazione e del comando». In ogni caso, il comandante Raffaele Clemente, che in questo momento veste i panni del furibondo, ha fatto scattare la cosiddetta procedura di reperibilità e ha messo in strada 470 vigili. La notte a Roma è filata via tranquilla. Gli altri anni i vigili erano 700. Può darsi che fossero anche troppi.
• Lei racconta la cosa come se si trattasse di una pantomima.
È una pantomima, pantomima con le solite maschere. La maschera del sindacalista, quella del bravo amministratore, quella del sindaco, quella del presidente del consiglio e quella del Parlamento alle prese con un disegno di legge che non sarà varato prima del 2020. Parlamenti più efficienti dell’attuale, e con meno inciampi di quelli che si trovano tra i piedi questi qui, hanno varato una legge sul condominio in undici anni! Poi c’è il caso di Napoli.
• Sentiamo il caso di Napoli.
Qui abbiamo una nuova maschera. Il sindacalista della Cgil che s’indigna con gli stessi lavoratori. Avendo saputo che 200 lavoratori addetti alla raccolta dell’immondizia hanno mandato il certificato medico per il 30 e per il 31, il capo regionale della Cgil, Franco Tavella, ha tuonato: «Se si dovessero accertare responsabilità e furbizie la Cgil non difenderà né fannulloni né imbroglioni…» eccetera eccetera. Tutto secondo l’ultima moda. Il padrone, cioè Raffaele Del Giudice, amministratore delegato dell’Asia (l’Azienda dei rifiuti) ha risposto difendendo i suoi dipendenti e ricordando che si tratta di vecchiarelli ultrasessantenni. «Faremo i controlli, ma credo, fino a prova contraria, nella loro correttezza». Come si capisce subito, non ne usciremo mai.
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