Giorgio Montefoschi, Corriere della Sera 3/1/2015, 3 gennaio 2015
Il conte Giovanni Pico della Mirandola, «di aspetto insigne e nobile, di statura alta e retta, di carnagione delicata, di viso bello sotto ogni aspetto, cosperso di un colorito che tendeva al pallido e di un rosso che bene gli si addiceva, di occhi grigio azzurri e svegli, di capigliatura bionda e di un biondo naturale, di denti bianchi ed eguali»
Il conte Giovanni Pico della Mirandola, «di aspetto insigne e nobile, di statura alta e retta, di carnagione delicata, di viso bello sotto ogni aspetto, cosperso di un colorito che tendeva al pallido e di un rosso che bene gli si addiceva, di occhi grigio azzurri e svegli, di capigliatura bionda e di un biondo naturale, di denti bianchi ed eguali». Colto e ricco, di lui s’innamorò, ricambiata, la bella Margherita, vedova di uno speziale, sposata in seconde nozze con un rappresentante di un ramo minore dei Medici. Questi, gabelliere, forse per porre fine alla subodorata tresca che andava avanti già da qualche tempo, si trasferì ad Arezzo. Pico della Mirandola, dotato di notevole scorta, si recò ad Arezzo e la rapì mentre andava a messa. Il marito convinse il capitano della città all’inseguimento, con duecento uomini armati. Finì con diciotto accompagnatori del conte morti, Pico e il suo segretario nascosti nella rocca di Marciano e la «sposa salvata», riportata mestamente ad Arezzo.