Flaminia Savelli, la Repubblica 3/1/2015, 3 gennaio 2015
FLAMINIA SAVELLI
ROMA . Paolo Valente, lei è uno dei vigili urbani che non era in servizio perché donatore. Cosa ne pensa del polverone che si è alzato contro di voi?
«Mi sembra una follia, come tutto quello che sta accadendo nelle ultime ore. Personalmente, sono un donatore regolarmente iscritto e presto questo servizio da anni. Ho inviato la certificazione due giorni prima, come sempre, e sono andato a donare il sangue con il conseguente permesso. Per quanto mi riguarda non c’è alcuna anomalia».
Ma non le sembra strano che contemporaneamente, proprio per la notte di San Silvestro, dai suoi colleghi siano partite le stesse richieste?
«Sinceramente no. La mattina in ospedale insieme a me c’erano altre 40 persone tra cui personale Alitalia e impiegati del comunali. Trovo inopportuno puntare il dito contro chi, tra i vigili, faccia un simile gesto e si debba sentir accusato di aver approfittato della situazione. Inoltre, è impossibile che qualcuno l’abbia utilizzata come scusa dell’ultimo momento perchè per essere donatore idoneo è necessario sottoporsi ad analisi e visite mediche. E infine è necessario inviare un preavviso anche al comando Generale».
Eppure, il Campidoglio ha aperto un fascicolo per accertare che non ci siano state anomalie e lo stesso comandante Raffaele Clemente ha chiesto l’intervento della Procura perchè venga fatta chiarezza.
«Tra i donatori escludo che ci siano state irregolarità così come tra chi ha presentato il certificato medico perché malato. Tuttavia, se il Campidoglio e il comandante Clemente vogliono controllare e accertare facciano pure. La verità è che il personale della polizia Municipale è allo stremo, le unità sono poche così come i vigili a disposizione».