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 2015  gennaio 03 Sabato calendario

NAZIONALE - 03 gennaio 2015 CERCA 28/29 di 56 ECONOMIA Snapchat fa da sola ora vale 10 miliardi anche senza alleanza con Facebook Quasi 500 milioni di investimenti sulla app che nel 2013 ha rifiutato la corte di Zuckerberg FEDERICO RAMPINI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK

NAZIONALE - 03 gennaio 2015 CERCA 28/29 di 56 ECONOMIA Snapchat fa da sola ora vale 10 miliardi anche senza alleanza con Facebook Quasi 500 milioni di investimenti sulla app che nel 2013 ha rifiutato la corte di Zuckerberg FEDERICO RAMPINI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK . «Condividete i momenti felici con gli amici, vi vedranno… e poi l’immagine sparirà in uno schiocco di dita». Così la pubblicità sul sito di Snapchat. Snap: lo schioccare delle dita. Chat: chiacchierare. Una semplice trovata per distruggere le foto che mandiamo agli amici vale 10 miliardi di dollari. La tutela della privacy è la ragion d’essere di Snapchat, popolare servizio di photo-messaging (messaggeria con foto). Nata appena tre anni fa, Snapchat ha già un folto pubblico di fan soprattutto giovani. E’ un pubblico che ha imparato i pericoli nascosti dietro l’invio di foto prese a caldo, in situazioni delle quali ci si potrebbe pentire in seguito. L’idea innovativa che sta all’origine della start-up Snapchat è quella di un messaggio che si auto-distrugge automaticamente in breve tempo, eliminando tracce compromettenti. Oltre che ai giovani, l’idea piace ai mercati. In particolare ai fondi di venture capital. I quali valutano Snapchat, prima ancora che possa immaginarsi una sua quotazione di Borsa, a ben 10 miliardi di dollari. E’ questa la valutazione implicita nell’operazione di finanziamento che la società ha concluso il 31 dicembre. Ha raccolto in una sola tornata 486 milioni di dollari, un ammontare che proietta Snapchat nella Top Ten delle start-up di tutti i tempi, per il valore dei fondi raccolti nel venture capital. In questa prestigiosa classifica figurano nomi ormai “storici” e da tempo quotati in Borsa, da Facebook a Yahoo. E proprio Facebook ci aveva provato, a inghiottire Snapchat con un’acquisizione. Un anno fa il social network di Mark Zuckerberg aveva offerto 3 miliardi di dollari per rilevare il controllo di Snapchat. Offerta rifiutata, e ora i fatti dimostrano che ebbe ragione Evan Spiegel, il fondatore e chief executive di Snapchat, a respingere la cifra di Zuckerberg, per quanto allora sembrasse ragguardevole. Geograficamente, Snapchat è quasi un’eccezione: la sua sede è sì in California, ma a Los Angeles anziché nella Silicon Valley. Questo non le impedisce di avere attirato tra i suoi finanziatori i grandi nomi del ventu- re capital della Silicon Valley. Il record dei finanziamenti in venture capital raccolti da una start-up era rimasto per tre anni in mano a Facebook, che nel 2010 raccolse 1,5 miliardi. Ma l’exploit di Zuckerberg è stato surclassato da Uber, la start-up “prenota auto” odiata dai tassisti del mondo intero che ha raccolto la bellezza di 2,4 miliardi. Il 2014 è stato un anno d’oro per le start-up: quelle americane hanno beneficiato di un boom del 60% nei finanziamenti di rischio. L’appetito del venture capital è stato eccitato da operazioni come l’acquisto di WhatsApp (un’altra società di messaggeria) da parte di Facebook per 22 miliardi di dollari. La cura maniacale della privacy, che contraddistingue Snapchat, si è vista anche nella scelta della data in cui la startup ha annunciato i risultati della raccolta di fondi: il 31 dicembre, giornata semi-festiva, con il mondo della finanza distratto o in ferie. E tuttavia il segreto è stato violato in occasione dello “scandalo Sony”. Uno dei capi della Sony le cui email erano state rubate dagli hacker, e poi divulgate, siede anche nel consiglio d’amministrazione di Snapchat e le sue indiscrezioni includevano il finanziamento della start-up.