Rinaldo Frignani, Corriere della Sera 3/1/2015, 3 gennaio 2015
ROMA «Il comandante lo sapeva bene, almeno da 15 giorni, che a Capodanno nessuno avrebbe aderito per protesta allo straordinario
ROMA «Il comandante lo sapeva bene, almeno da 15 giorni, che a Capodanno nessuno avrebbe aderito per protesta allo straordinario. Come sa bene che ormai a Roma solo così si coprono i servizi per strada. Perché adesso si stupisce tanto, dandoci dei disertori?». Sergio Fabrizi è uno degli agenti che ha rinunciato a lavorare oltre i normali turni. Motivazione diversa da chi — e sono 44 — finirà sotto indagine per essersi dato malato all’ultimo minuto, da chi ha donato il sangue proprio il 31 dicembre, da chi non ha risposto alla chiamata — o all’sms — nonostante fosse iscritto fra i reperibili. Fabrizi è un sindacalista — «coordinatore Ugl nel I Gruppo Trevi», ci tiene a sottolineare — e solo per questo motivo può aprire bocca. Con nome e cognome. «Siamo in tanti ad aver rinunciato allo straordinario. Ricordatevi che è un lavoro volontario, nessuno può costringere i vigili ad aderirvi — continua —. I romani devono sapere perché lo facciamo: perché siamo pesantemente sotto organico, dovremmo essere 8.350 e siamo 5.600. Perché il sindaco blocca un concorso per 300 agenti e ci sono grosse difficoltà a tappare tutti i buchi». Ma non è solo per questo. Da settimane — per non dire dall’inizio del mandato di Ignazio Marino — lo scontro fra vigili e Campidoglio, e di riflesso anche con il comandante del Corpo Raffaele Clemente (poliziotto nominato nell’ottobre 2013 dopo la scelta, poi annullata per mancanza di titoli, del colonnello dell’Arma Oreste Liporace), si è trasformato in una guerra senza quartiere. Il decreto anticorruzione applicato alla Municipale di Roma ha innescato la rotazione del personale fra i Gruppi territoriali e scatenato nuovi contrasti. «Qui è stata stravolta la norma nazionale che prevede anche rotazione di mansioni e non solo di uffici — dice ancora Fabrizi —, una discriminazione nei confronti degli agenti. Non siamo ladri, siamo puliti. Se c’è stato chi ha sbagliato è giusto che paghi, ma il Corpo è sano. E poi spiegateci come mai il presunto disservizio per Capodanno denunciato dal comandante non è stato ravvisato né dal prefetto, né dal questore e tantomeno dal sindaco». Ma fra gli agenti — in agitazione anche «per il contratto decentrato unilaterale del Comune, approvato con delibera di giunta senza firma dei sindacati, che ci taglia il salario accessorio» —, c’è scetticismo su numeri e percentuali, come l’83,5% di defezioni fornito dal Comando su chi ha marcato visita. «Hanno fatto un conto unico anche con chi faceva gli straordinari — spiegano gli agenti —. Il 27 dicembre, ultimo giorno per prenotarsi, non c’era quasi nessuno. Lo sapevano tutti, è uscito anche sui giornali. Il ricorso alla reperibilità d’emergenza non si è mai visto per un concerto di Capodanno in programma da mesi. E gli sms sono arrivati quasi a mezzanotte: “Presentarsi al Gruppo alle 19, c’era scritto”». «L’indagine chiarirà tutto, se ci sono state mele marce ma anche se sono stati commessi abusi», sottolineano ancora i pizzardoni che chiudono amari: «Siamo andati all’Aquila per il terremoto, l’abbiamo fatto senza prendere un euro più del dovuto. Non meritiamo di essere trattati tutti così». Rinaldo Frignani