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 2009  novembre 16 Lunedì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Renato Schifani
Il Presidente della Camera è Gianfranco Fini
Il Presidente del Consiglio è Silvio Berlusconi
Il Ministro degli Interni è Roberto Maroni
Il Ministro degli Esteri è Franco Frattini
Il Ministro della Giustizia è Angelino Alfano
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Mariastella Gelmini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Maurizio Sacconi
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Giulio Tremonti
Il Ministro della Difesa è Ignazio La Russa
Il Ministro dello Sviluppo economico è Paolo Romani
Il Ministro delle Politiche agricole è Luca Zaia
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Altero Matteoli
Il Ministro della Salute è Ferruccio Fazio
Il Ministro di Beni e Attività culturali è Giancarlo Galan
Il Ministro dell’ Ambiente è Stefania Prestigiacomo
Il Ministro dell’ Attuazione programma di governo è Gianfranco Rotondi (senza portafoglio)
Il Ministro della Gioventù è Giorgia Meloni (senza portafoglio)
Il Ministro delle Pari opportunità è Mara Carfagna (senza portafoglio)
Il Ministro delle Politiche europee è Andrea Ronchi (senza portafoglio)
Il Ministro di Pubblica amministrazione e Innovazione è Renato Brunetta (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento è Elio Vito (senza portafoglio)
Il Ministro di Rapporti con le Regioni e Coesione territoriale è Raffaele Fitto (senza portafoglio)
Il Ministro delle Riforme per il federalismo è Umberto Bossi (senza portafoglio)
Il Ministro della Semplificazione normativa è Roberto Calderoli (senza portafoglio)
Il Ministro del Turismo è Michela Vittoria Brambilla (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Mario Draghi
Il Presidente della Fiat è Luca Cordero di Montezemolo
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Segretario Nazionale dei Popolari-UDEUR è Clemente Mastella
Il Coordinatore Nazionale di Sinistra Democratica è Claudio Fava
Il Presidente della Rosa per l’Italia è Savino Pezzotta

Nel mondo

Il Papa è Benedetto XVI
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Jean-Claude Trichet
Il Presidente della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Hu Jintao
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è Gordon Brown
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è Nicolas Sarkozy
Il Primo Ministro della Repubblica francese è François Fillon
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è José Luis Rodríguez Zapatero
Il Presidente dell’ Egitto è Hosni Mubarak
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pratibha Patil
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Mahmud Ahmadinejad

Anche se quelli della Fao ci han­no abituato a un vertice al mese (con tanto di appelli e di numeri tragici che in definitiva sono pe­rò sempre uguali), la riunione di stamattina a Roma ha due o tre punti interessanti, nonostante le assenze di Obama, Sarkozy, An­gela Merkel e Gordon Brown.

Berlusconi?
Fa gli onori di casa al posto di Napolitano, che è in Turchia. Rappresenta non solo l’Italia, ma l’intero G8.

Quali sarebbero i punti interes­santi?
Primo: il vertice è stato prece­duto da un dibattito tra le mo­gli dei leader politici, avvenuto ieri. Tra queste mogli ci sono Suzanne Sabet, che ha sposato Mubarak, e Azam al Sadat Fa­rahi , che è la moglie di Ahmadi­nejad ( nella foto Ap, con un chador nero ieri al vertice del­la First lady ). Bisogna sapere che Mubarak guida il fronte sunnita moderato, mentre la Persia capeggia quello sciita ra­dicale. Tra Iran ed Egitto non ci sono relazioni diplomatiche. A Teheran una strada è intitolata agli assassini del presidente egi­ziano Sadat e gli iraniani non perdonano all’Egitto di aver ac­colto lo scià in fuga. Con questo passato tanto pesante, all’ini­zio dell’anno la signora Ahma­dinejad, di cui fino a quel mo­mento non si conosceva nean­che il nome, ha scritto una lette­ra alla signora Mubarak per esortarla ad aiutare i palestine­si bombardati dagli israeliani. Sui blog iraniani si sono letti commenti sarcastici: «Prima hanno pagato per far ammazza­re Mubarak, adesso gli scrivo­no delle lettere», «Che cosa ti puoi aspettare da una che va a letto con Ahmadinejad?», ecce­tera. In realtà la lettera era una risposta indiretta alla moglie di Khatami, a cui il marito aveva concesso di scrivere in difesa dei palestinesi alla regina del Qatar. Non vorrei che Lei in questo guazzabuglio si perdes­se.

La sto seguendo. Il secondo mo­tivo d’interesse?
Il direttore generale della Fao, Jacques Diouf, ha deciso di far lo sciopero della fame contro la fame, e ha invitato gli altri a far lo stesso. Astenersi da tutto per 24 ore. Il sindaco di Roma Ale­manno, la cui moglie Isabella Rauti era ieri al summit delle si­gnore, ha subito aderito. Diouf, con la sua azione dimostrativa, si propone di convincere i Paesi ricchi a stornare un miliardo di dollari verso i due miliardi di contadini poveri del Terzo Mon­do. Qualcuno, sentito questo obiettivo, ha subito scherzato sui costi della Fao, che spende quasi tutto quello che incassa per mantenere se stessa. Cioè su 938 milioni di dollari prove­nienti dai cosiddetti aiuti e altri 800 milioni donati da privati, ne fa arrivare concretamente al settore dell’alimentazione e del­l’agricoltura appena 248 milio­ni. Il resto se ne va in burocra­zia, “cooperazione tecnica”, “informazione”, “inter- scam­bio di conoscenze”: 18 milioni per l’ufficio di Bangkok, 12 per Santiago, 11 per Accra, 21 milio­ni per l’ufficio della direzione generale, eccetera. difficile dar retta ai capi della Fao quan­do confermano, come farà oggi Diouf, che la sconfitta definiti­va della fame non è più colloca­ta al 2015, ma al 2050. In ogni caso, ieri, al congresso delle da­me, sono state fornite cifre nuo­ve e che riguardano la parte femminile della questione. Un aspetto a cui non avevo mai pensato.

Esiste una fame femminile?
Il 40 per cento dei lavoratori agricoli del Terzo Mondo è don­na. In cifre assolute: 428 milio­ni, contro i 608 milioni di uomi­ni. Vi sono però realtà dove la manodopera femminile è asso­lutamente preponderante: nel­l’Africa subsahariana stanno sui campi per il 68% delle don­ne e in Sudafrica per il 61. Le donne, però, sono padrone so­lo del 2% della superficie colti­vabile e beneficiano solo del 10% dei crediti erogabili, cioè all’interno di un’ingiustizia e di una discriminazione intollera­bile – quella che tiene alla fame più di un miliardo di persone – vive un’altra ingiustizia/discri­minazione e riguarda le donne. Ieri s’è ricordata l’importanza dei microfinanziamenti, quel si­stema inventato da Yunus per cui si aiuta una famiglia pre­stando uno o due dollari e si elegge a proprio debitore sem­pre e soltanto l’elemento fem­minile della famiglia. L’ultimo caso ricordato ieri, fra i 31 posi­tivi che sono stati inseriti nelle cartelle-stampa di tutti i giorna­­listi, è quello del Dunumala Vil­lage, nello Sri Lanka, dove col microcredito un gruppo di don­ne ha messo in piedi una coope­rativa che alleva polli.

Se non vengono Obama e tutti gli altri, chi ci sarà oggi vicino a Berlusconi?
E’ un altro punto dolente della manifestazione, dato che ad ascoltare ci saranno molti lea­der che devono le proprie fortu­ne personali proprio agli aiuti della Fao. Comunque, saranno presenti Lula, Gheddafi, Muga­be, Chavez e altri che sarebbe troppo lungo nominare. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 16/11/2009]
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