Alessandra Longo, la Repubblica, 16/11/2009, 16 novembre 2009
COLTIVI L’ORTO E VENDI NEI MERCATI FARM VILLE, L’AGRICOLTURA ON LINE - ROMA
Anna Borisova è un´operaia 50enne di San Pietroburgo che fino a due mesi fa non sapeva avviare un pc e adesso non riesce a fare a meno della propria fattoria virtuale. Innaffia le piante, nutre gli animali, vende il raccolto con un clic del mouse. Il gioco, gratuito, si chiama FarmVille. sul web «e me lo ha fatto conoscere mia figlia, che ora vive in Italia. Ogni tanto mi collego alla sua fattoria virtuale e l´aiuto a mettere un po´ di ordine strappando le erbacce», dice.
Sul web è la moda del momento: si chiamano "social game" e raccolgono centinaia di milioni di utenti nel mondo. FarmVille, che è il più popolare, ne ha 62 milioni, di cui 22 milioni si collegano almeno una volta al giorno. Sono "social" perché si appoggiano ai social network più comuni, come Facebook, e consentono di interagire con altri utenti (e con i loro beni virtuali) via internet. Sono semplici, accessibili a tutti: basta un normale pc e una connessione a internet per giocare. Richiedono pazienza e applicazione per la cura di beni e creature virtuali, pesci, cani, il proprio ristorante: ci sono social game per tutti i gusti. Per questo motivo stanno facendo proseliti anche tra il pubblico femminile e dei non giovanissimi, che non hanno mai amato i classici giochi dove bisogna uccidere mostri e nemici o imparare comandi sofisticati. Dopo FarmVille, il social game più famoso è però Mafia Wars (25 milioni di utenti), perché l´ambientazione del Padrino riscuote ancora molto fascino: ci si organizza con altri utenti in famiglie mafiose per guadagnare soldi con attività illecite. Per gli appassionati di storia romana c´è invece Travian, dove bisogna guidare un popolo (romani, galli o teutoni), svilupparne i villaggi.
Un boom, insomma, non solo di utenti ma anche di ricavi: solo negli Usa, nel 2009 i social game fattureranno 1 miliardo di euro (secondo Inside Research) dai 500 milioni del 2008, per poi arrivare agli 1,6 miliardi nel 2010. L´azienda più importante in questo ramo è Zynga, 100 milioni di euro previsti per quest´anno (dichiara di essere già in profitto): è l´autrice di FarmVille. Niente male, per un business che ha solo due anni di vita. I soldi vengono dalla pubblicità che appare a chi gioca, oppure dalla vendita di beni o monete virtuali ai giocatori. In FarmVille, per esempio, l´utente guadagna soldi virtuali lavorando come agricoltore e li reinveste nella fattoria. Chi ha fretta, però, può spendere soldi veri per accumulare subito molta moneta virtuale. Di solito nei social game si paga con carta di credito, ma si stanno moltiplicando modi alternativi, fatti apposta per chi non ne ha una (come nei Paesi in via di sviluppo): per esempio, tramite credito residuo del cellulare.
Subito dopo Zynga viene Playfish (75 milioni di euro previsti quest´anno). Electronic Arts (EA), il più grande produttore di giochi al mondo, la sta per acquistare per 300 milioni di dollari, come annunciato qualche giorno fa. EA si deve adattare a un mercato che cambia, perchè il business tradizionale dei videogame sta soffrendo sotto i colpi della crisi (l´azienda ha appena annunciato 1.500 licenziamenti).