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 2009  novembre 16 Lunedì calendario

SULLE STRADE STRAGE CONTINUA

Ieri era la giornata mondiale del ricordo delle vittime della strada. Gli incidenti sulle strade continuano a essere fra le principali cause di morte in Italia?
Soltanto nella prima settimana di novembre il bilancio è di ventuno morti, dei quali dieci con meno di trent’anni d’età. L’anno scorso, nello stesso periodo, le vittime sono state 25. Un lieve calo confermato anche nei feriti: 768 quest’anno contro i 942 dello scorso anno.
Sono in calo anche le vittime dell’ultimo anno?
Sì, c’è stato il 7,8 per cento in meno di vittime sulle strade italiane, 400 morti in meno. Sarebbe un dato confortante, che conferma il trend in calo degli ultimi anni ma nel 2007 i morti in meno erano stati 538, il che vuol dire che la diminuzione c’è ancora ma rallenta. E comunque ogni giorno in Italia 14 persone perdono la vita.
E i feriti?
Gli incidenti in generale sono diminuiti del 5,2 per cento e anche i feriti sono in calo del 4,6 per cento. Ogni giorno 893 persone rimangono ferite, 20 delle quali riportano invalidità gravi e permanenti. In totale i feriti nel 2008 sono stati quasi un milione. «Sembra una guerra civile», commenta Sandro Salvati, presidente della Fondazione Ania per la Sicurezza Stradale. Ecco perché tutti continuano a parlare di emergenza e ieri persino il pontefice ha ricordato le vittime della strada nel suo Angelus domenicale e inviato a maggiore prudenza.
Da quando ha avuto inizio il calo?
Dall’introduzione della patente a punti avvenuta il 1 luglio 2003. Nel 2002 vi furono 265.402 incidenti, quasi duemila in più rispetto all’anno precedente. Nel 2003 furono 252.271, tredicimila in meno. Da allora la diminuzione è stata lenta, ma costante. Nel 2008 si è arrivati a 218.963, 50 mila in meno rispetto ai livelli raggiunti quando i punti sulla patente ancora non esistevano.
Dove accadono più di frequente?
Nelle aree urbane. All’interno delle città si registra quasi metà del totale delle vittime della strada, il 43,9%, pari a 2076 morti. I più gravi però avvengono nelle strade extraurbane dove si verificano 5,7 decessi ogni cento incidenti.
Quali sono le strade più sicure?
Le autostrade, dove si verificano il 5,7% del totale degli incidenti, un calo del 9,3% rispetto all’anno precedente.
Ci sono differenze tra le regioni?
 positivo il bilancio della Lombardia dove i morti sono calati del 12,1% (680 persone), e i feriti del 5,9%.
Esiste un periodo più critico durante l’anno?
Luglio è il mese più funestato da morti sulle strade. Nel 2008 la media è stata di 16 morti al giorno, due in più rispetto alla media dell’intero anno. Il giorno con più vittime è il sabato (17,2%) e le 18 l’ora peggiore. Di notte si verificano meno incidenti ma sono più pericolosi, in particolare nei fine settimana.
Di chi è la colpa quando c’è un incidente? Delle strade, dell’autista o del caso?
Oltre il 90% si potrebbe evitare, è causato da comportamenti scorretti e distrazione. L’aver assunto alcol o sostanze stupefacenti invece causa il 3% degli incidenti.
Vittime della strada sono anche i pedoni?
Sono più di 1 su 10 vittime e purtroppo il loro numero è incredibilmente in aumento. Calano i morti in auto, ma aumentano quelli che muoiono investiti mentre attraversano la strada, camminano o sono fermi ad aspettare l’autobus. Nel 2008 le vittime sono state 21 in più e rappresentano il 13% del totale.
Quali sono le vittime più frequenti?
I giovani che hanno meno di 30 anni. La fascia di età tra i 25 e i 29 anni ha il numero di morti più elevato, quella tra i 20 e i 24 anni il numero maggiore di feriti.
L’Ue ha posto come obiettivo una riduzione entro il 2010 del 50% dei morti registrati nel 2000.
L’Italia non ce la farà, ma il nostro Paese è all’undicesimo posto nel tentativo di raggiungere l’obiettivo, con un calo del 33% del numero dei morti sulle strada, superiore alla media dell’Unione pari al 31,2% in meno.
Alcuni Paesi Ue sono stati in grado di raggiungere l’obiettivo?
Sì, sono Lussemburgo (-53,9%), Portogallo (-52,9%) e Lettonia (-50,2%). Vicini all’obiettivo sono la Francia (-47,1%), la Spagna (-46,3%) e la Germania (-40,3%). In Romania e Bulgaria le vittime sono addirittura aumentate: in Romania del 22,5% e in Bulgaria del 4,8%.