La Gazzetta dello Sport, 16 novembre 2009
Anche se quelli della Fao ci hanno abituato a un vertice al mese (con tanto di appelli e di numeri tragici che in definitiva sono però sempre uguali), la riunione di stamattina a Roma ha due o tre punti interessanti, nonostante le assenze di Obama, Sarkozy, Angela Merkel e Gordon Brown

Anche se quelli della Fao ci hanno abituato a un vertice al mese (con tanto di appelli e di numeri tragici che in definitiva sono però sempre uguali), la riunione di stamattina a Roma ha due o tre punti interessanti, nonostante le assenze di Obama, Sarkozy, Angela Merkel e Gordon Brown.
• Berlusconi?
Fa gli onori di casa al posto di Napolitano, che è in Turchia. Rappresenta non solo l’Italia, ma l’intero G8.
• Quali sarebbero i punti interessanti?
Primo: il vertice è stato preceduto da un dibattito tra le mogli dei leader politici, avvenuto ieri. Tra queste mogli ci sono Suzanne Sabet, che ha sposato Mubarak, e Azam al Sadat Farahi , che è la moglie di Ahmadinejad ( nella foto Ap, con un chador nero ieri al vertice della First lady ). Bisogna sapere che Mubarak guida il fronte sunnita moderato, mentre la Persia capeggia quello sciita radicale. Tra Iran ed Egitto non ci sono relazioni diplomatiche. A Teheran una strada è intitolata agli assassini del presidente egiziano Sadat e gli iraniani non perdonano all’Egitto di aver accolto lo scià in fuga. Con questo passato tanto pesante, all’inizio dell’anno la signora Ahmadinejad, di cui fino a quel momento non si conosceva neanche il nome, ha scritto una lettera alla signora Mubarak per esortarla ad aiutare i palestinesi bombardati dagli israeliani. Sui blog iraniani si sono letti commenti sarcastici: «Prima hanno pagato per far ammazzare Mubarak, adesso gli scrivono delle lettere», «Che cosa ti puoi aspettare da una che va a letto con Ahmadinejad?», eccetera. In realtà la lettera era una risposta indiretta alla moglie di Khatami, a cui il marito aveva concesso di scrivere in difesa dei palestinesi alla regina del Qatar. Non vorrei che Lei in questo guazzabuglio si perdesse.
• La sto seguendo. Il secondo motivo d’interesse?
Il direttore generale della Fao, Jacques Diouf, ha deciso di far lo sciopero della fame contro la fame, e ha invitato gli altri a far lo stesso. Astenersi da tutto per 24 ore. Il sindaco di Roma Alemanno, la cui moglie Isabella Rauti era ieri al summit delle signore, ha subito aderito. Diouf, con la sua azione dimostrativa, si propone di convincere i Paesi ricchi a stornare un miliardo di dollari verso i due miliardi di contadini poveri del Terzo Mondo. Qualcuno, sentito questo obiettivo, ha subito scherzato sui costi della Fao, che spende quasi tutto quello che incassa per mantenere se stessa. Cioè su 938 milioni di dollari provenienti dai cosiddetti aiuti e altri 800 milioni donati da privati, ne fa arrivare concretamente al settore dell’alimentazione e dell’agricoltura appena 248 milioni. Il resto se ne va in burocrazia, “cooperazione tecnica”, “informazione”, “inter- scambio di conoscenze”: 18 milioni per l’ufficio di Bangkok, 12 per Santiago, 11 per Accra, 21 milioni per l’ufficio della direzione generale, eccetera. difficile dar retta ai capi della Fao quando confermano, come farà oggi Diouf, che la sconfitta definitiva della fame non è più collocata al 2015, ma al 2050. In ogni caso, ieri, al congresso delle dame, sono state fornite cifre nuove e che riguardano la parte femminile della questione. Un aspetto a cui non avevo mai pensato.
• Esiste una fame femminile?
Il 40 per cento dei lavoratori agricoli del Terzo Mondo è donna. In cifre assolute: 428 milioni, contro i 608 milioni di uomini. Vi sono però realtà dove la manodopera femminile è assolutamente preponderante: nell’Africa subsahariana stanno sui campi per il 68% delle donne e in Sudafrica per il 61. Le donne, però, sono padrone solo del 2% della superficie coltivabile e beneficiano solo del 10% dei crediti erogabili, cioè all’interno di un’ingiustizia e di una discriminazione intollerabile – quella che tiene alla fame più di un miliardo di persone – vive un’altra ingiustizia/discriminazione e riguarda le donne. Ieri s’è ricordata l’importanza dei microfinanziamenti, quel sistema inventato da Yunus per cui si aiuta una famiglia prestando uno o due dollari e si elegge a proprio debitore sempre e soltanto l’elemento femminile della famiglia. L’ultimo caso ricordato ieri, fra i 31 positivi che sono stati inseriti nelle cartelle-stampa di tutti i giornalisti, è quello del Dunumala Village, nello Sri Lanka, dove col microcredito un gruppo di donne ha messo in piedi una cooperativa che alleva polli.
• Se non vengono Obama e tutti gli altri, chi ci sarà oggi vicino a Berlusconi?
E’ un altro punto dolente della manifestazione, dato che ad ascoltare ci saranno molti leader che devono le proprie fortune personali proprio agli aiuti della Fao. Comunque, saranno presenti Lula, Gheddafi, Mugabe, Chavez e altri che sarebbe troppo lungo nominare. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 16/11/2009]