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 2009  novembre 16 Lunedì calendario

IL NOSTRO LINGUAGGIO E’ UN VERO GENE CHE CI FA PARLARE


C’è un gene, tra i 20.000 circa che compongono il nostro genoma, che si è dimostrato particolarmente interessante. Si chiama FOXP2 e a lui forse dobbiamo la nascita del linguaggio. La sua scoperta risale all’inizio degli anni Novanta quando si studiò una famiglia londine se i cui membri avevano seri
specie aveva la stessa versione di questo gene che abbiamo noi, homo sapiens. Se ne è dedotto che anche il Neanderthal dovesse avere una qualche capacità linguistica. L’altra occasione è di pochi mesi fa, quando un gene FOXP2 umano è stato inserito nel genoma di un topolino da un gruppo di ricercatori tedeschi. Il topolino squittiva in modo diverso dai suoi simili e aveva una struttura cerebrale leggermente diversa.

L’ESPERIMENTO IN PROVETTA
Ora, un gruppo di ricercatori guidati da Daniel H. Geschwind dell’università della California negli Stati Uniti ha condotto un nuovo esperimento: inserire le due versioni di FOXP2, quella di scimpanzé e quella umana, in due distinti neuroni umani e paragonare i risultati. L’esperimento è stato fatto in provetta e quindi quello che è accaduto era visibile solo a livello cellulare, ma i risultati - pubblicati sulla rivista Nature della scorsa settimana - sono ugualmente interessanti. Quello che si è visto, infatti, è che FOXP2 non ha una hmzione di per sé, ma produce una proteina in grado di regolare un gran numero di altri geni, per la precisione 116. Alcuni riesce a spegnerli, altri li accende, altri ancora li rafforza. Ma i geni controllati sono diversi se il gene inserito nel neurone è quello dello scimpanzé o quello umano. Alcuni dei geni controllati dal FOXP2 umano sono quelli implicati nella funzione linguistica, altri, più in generale, nello sviluppo delle regioni cerebrali coinvolte nelle attività cognitive di alto livello. In altre parole, FOXP2 potrebbe non essere solo un gene del linguaggio, ma un gene coinvolto in vari aspetti del pensiero umano. Inoltre, i geni controllati da FOXP2 hanno subito una recente pressione selettiva, il che potrebbe voler dire che si sono evoluti per dare alla nostra specie la facoltà di parlare. L’autore della ricerca però ricorda che «siamo ancora lontani dal descrivere come le differenze nel gene in questione alterino le proprietà e il comportamento dei ne urani nel cervello di un vivente». Il prossimo passo dovrebbe essere, quindi, passare dalla provetta all’essere vivente .•