
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Mezzo mondo s’è sollevato contro il Papa che, arrivato a Yaoundé in Camerun, ha detto che il preservativo non serve contro l’Aids, «anzi...». Il commento più duro è quello di Michael Kazatchikine, direttore esecutivo del Fondo mondiale per la lotta contro l’Aids: «Queste parole sono inaccettabili. una negazione dell’epidemia. E fare tali dichiarazioni in un continente che è sfortunatamente quello più colpito dalla malattia, è assolutamente incredibile». Poi i francesi, per bocca del portavoce Eric Chevallier: «La Francia esprime la sua più viva inquietudine per le conseguenze delle dichiarazioni di Benedetto XVI. Non è nostro compito giudicare la dottrina della Chiesa, ma tali dichiarazioni mettono a rischio le politiche della salute pubblica e gli imperativi di protezione umana». Berlino, attraverso il ministro della Salute Ulla Schmidt e quello della Cooperazione Heidemarie Wieczoreck-Zeul: «I preservativi salvano la vita, tanto in Europa quanto in altri continenti». Quindi l’Unione europea: «Il preservativo è uno degli elementi essenziali nella lotta contro l’Aids e la Commissione Ue ne sostiene la diffusione e l’uso corretto» (Louis Michel, portavoce del commissario agli aiuti umanitari). La Spagna ha ricordato di aver fatto dono all’Africa di un milione di preservativi.
Ma il Papa che aveva detto?
Papa, che ha inaugurato il suo viaggio in Africa con questo po’ po’ di tempesta, aveva detto: «Non si può superare il dramma dell’Aids con la distribuzione di preservativi, che al contrario aumentano il problema ». Qualcuno gli ha fatto osservare che questa posizione della Chiesa sull’Aids rischia di essere non realistica e inefficace. Benedetto XVI ha risposto: «Io direi il contrario. Penso che la realtà più efficiente, più presente e forte nella lotta contro l’Aids sia proprio la Chiesa cattolica con le sue strutture, i suoi movimenti e comunità». Ha aggiunto: il dramma non si supera solo con i oldi, ci vuole anche l’anima. La soluzione vera non può che essere «l’umanizzazione della sessualità e una vera amicizia verso le persone sofferenti ».
Concretamente che cosa vuol dire?
Vuol dire che, secondo la Chiesa, preservativo è uguale prostituzione, adulterio e una vita sessuale che non ha come fine la procreazione, ma solo il piacere. Perciò combattere una malattia con un’altra malattia non è la soluzione. Perché il disordine morale e sociale che sta dietro all’uso e alla diffusione del preservativo è – nella visione di Benedetto e della Chiesa – una malattia. L’amore casto, l’amore coniugale, l’amore, che quando non si propone il fine della procreazione, sa ridurre la sua parte fisica: questo è l’amore che la Chiesa predica.
Utopia, no?
Utopia, sicuramente. Tanto più tragica quando i numeri dell’Aids, forniti dall’Onu, sono questi: 33 milioni di malati, il 67% dei quali sta nell’Africa subsahariana. Qui si trova anche il 90% dei due milioni di sieropositivi che hanno meno di 15 anni. Nel 2007 (questi sono dati Unicef) i bambini rimasti orfani per colpa dell’Aids sono stati 12 milioni e nel 2020 si presume che diventeranno 20 milioni. Ogni giorno prendono il contagio dalla loro madre 1500 piccoli. Di questi vengono curati efficacemente solo il 10%. Degli altri la metà non supera il secondo anno di vita.
Quindi il Papa ha sbagliato?
Il Papa fa bene a predicare quello in cui crede, naturalmente. Ma quel popolo non legge né libri né giornali e basta poco per orientarlo in un senso o nell’altro. I cattolici sono il 25% della popolazione. Altre indagini mostrano che i maschi africani resistono all’idea di adoperare il preservativo. Per puro egoismo: far l’amore col condom è meno divertente. Senza volerlo, Benedetto XVI ha fornito a costoro un pretesto per fare i propri comodi a danno delle africane e dei loro figli. Diciamo che poteva – piuttosto che dire quello che ha detto (e che peraltro capisco) – sorvolare. Tante volte nella sua storia la Chiesa ha sorvolato!
Ci sono state reazioni alla levata di scudi di francesi, tedeschi eccetera? E, a proposito: il governo italiano è rimasto zitto?
Il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, a domanda ha risposto: «Io non commento». E quanto alle controreazioni della Chiesa, sì, ci sono state. Padre Lombardi, della sala stampa vaticana, ribadisce che la Chiesa crede, quanto all’attività sessuale, nella responsabilità delle persone e nel ruolo della famiglia e del matrimonio. Non ritiene invece che «la più ampia diffusione dei preservativi sia la via migliore, più lungimirante ed efficace per contrastare il flagello dell’Aids e tutelare la vita umana». [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 19/3/2009]
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