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 2009  marzo 19 Giovedì calendario

ANAIS GINORI PER LA REPUBBLICA


Chiudi gli occhi, figlio mio. Chiudi gli occhi e dormi. Spegni l´i-Pod, metti il computer in stand by, finisci di mandare Sms, e lasciati andare alla vecchia arte del sonno. Vedrai, ti farà bene. Lo dicono le ricerche, lo dice il buon senso. Senza otto ore di riposo (ma meglio sarebbero nove) diventa difficile risolvere un´equazione, ricordare una poesia. Senza sonno si fa fatica a sorridere di giorno. E´ difficile persino crescere.

Ci vorrebbe una moderna ninnananna, di quelle che una volta facevano addormentare i bambini in pochi minuti. Purtroppo, per gli adolescenti il fatidico momento nel quale "si spegne la luce perché adesso è ora di dormire" è oggetto ogni sera di estenuanti trattative in famiglia. Con un risultato, secondo gli esperti, allarmante. I ragazzi di oggi riposano due ore in meno rispetto alle generazioni passate. Un ciclo del sonno cortissimo che potrebbe danneggiare l´apprendimento a scuola, i rapporti sociali, persino provocare obesità e depressione. «Ci troviamo davanti alla diffusione di una nuova insonnia tra i giovani» racconta Sylvie Royant-Parola, psichiatra e autrice di uno studio pubblicato in Francia in occasione della giornata mondiale del sonno che si celebra domani.

I "tecnoager" sono vittime consapevoli degli stimoli elettronici che li circondano. E i genitori cresciuti solo con l´attrazione della tv non sanno più come fare per arginare il richiamo di videogame, chat online, squilli a tutte le ore, messaggini. Qualcuno è arrivato a rimpiangere il Carosello che, almeno, stabiliva in famiglia una frontiera temporale quasi invalicabile. Oggi la giornata sembra non voler finire mai. «Questi ragazzi sono sempre mentalmente connessi, sincronizzati con il gruppo» osserva Massimo Ammaniti, psicologo e professore di psicopatologia dell´età evolutiva alla Sapienza.

Eppure l´Ora X deve pur scoccare, prima o poi. Gli esperti hanno eletto le 22.30 come momento massimo per mandare a dormire i figli adolescenti: è infatti questo l´inizio dell´abbassamento della "curva termica" del corpo che propizia un buon sonno. Con una soglia di tolleranza fino alle 23 e sveglia alle sette, si riesce così a dormire otto ore. Andare al letto più tardi fa invece scattare quella che gli studiosi chiamano "deprivazione del sonno". «A quell´ora i ragazzi sono spesso ancora chiusi nella loro stanza, in uno spazio nascosto, alternativo alla famiglia» racconta Ammaniti. «Sentono il sonno come una dimensione adulta, antagonista. Tendono a resistere ogni volta un po´ di più: la notte sta diventando la loro vera dimensione. Per i genitori - aggiunge lo psicologo - è diventato sempre più difficile contenere questa situazione di iper-connessione».

Il multitask tecnologico dei ragazzi non solo ruba tempo al riposo ma provoca anche un danno biologico. «Qualsiasi stimolo di luce bianca emanata dagli schermi uccide la melatonina e quindi il sonno» spiega Liborio Parrino, neurologo e professore di medicina del sonno all´università di Parma. L´adolescenza è sempre stato il periodo in cui gli ex bambini non ancora adulti imparano a resistere alla stanchezza. Fa parte della crescita: a partire dai dieci anni la melatonina, l´ormone endogeno che facilita il sonno, viene infatti rilasciato più tardi.
Dormire di meno è un fenomeno naturale e graduale nella crescita umana. I bebè possono riposare anche diciotto ore al giorno. Un adulto in media dorme invece sette ore.

«Per un adolescente - dice il neurologo Parrino - otto ore di sonno sono il minimo indispensabile. Meglio sarebbe nove perché è ancora in una fase di sviluppo fisico e intellettuale». La media europea invece è già scesa al di sotto di questo minimo: la ricerca francese conferma che i ragazzi dormono in media 7 ore e 45 minuti. «Gli adolescenti hanno sempre letto di nascosto con una torcia o messo in atto piccole proteste del sonno. Ma negli ultimi tre anni questa tendenza è andata fuori controllo» sostiene Royant-Parola, presidente del circuito "Nelle braccia di Morfeo" che esiste anche in Italia (www.morfeodormire-sano.it). Secondo il British Medical Journal, che ha condotto un´indagine telefonica su un campione di 15-18enni francesi, inglesi, tedeschi e italiani, il 20% dei ragazzi manifesta sonnolenza durante il giorno, il 25% ha sintomi di insonnia e il 4% di insonnia conclamata.

I disturbi del sonno possono provocare irritabilità, malinconia, bulimia, propensione a droghe e stimolanti. A nulla serve, dicono gli esperti, tentare di recuperare il sonno la mattina dei weekend o con pisolini pomeridiani. «E´ un sonno meno rigeneratore: il nostro organismo non è progettato per riposare negli orari diurni» spiega Parrino. Nel suo centro a Parma vengono a curarsi anche alcuni "Super-Gufi", come gli chiama Parrino. Ragazzi che non chiudono praticamente mai gli occhi e che a scuola diventano degli zombie. Anche a livelli meno gravi di insonnia, la mancanza di riposo in un adolescente impedisce la concentrazione, azzera la memoria breve, rallenta il pensiero creativo. Tutti sintomi che molti professori conoscono ogni mattina quando vedono arrivare i ragazzi in classe, stanchi e svogliati.

«In una cittadina americana - racconta ancora il neurologo - hanno fatto un esperimento spostando di due ore l´ingresso in classe: i risultati scolastici sono aumentati del 64%». Un´idea simile è venuta qualche giorno fa a un professore di Oxford. Russel Foster ha controllato la capacità di memorizzare di 200 studenti alle nove di mattina e alle due del pomeriggio: nella seconda metà della giornata si ricordavano il 9% in più di parole. «I ragazzi non sono pigri. Siamo noi insegnanti che li priviamo delle giuste ore di sonno» concludeva il docente britannico, proponendo di ritardare di due ore l´inizio delle lezioni. «Una soluzione sbagliata» taglia corto Marco Rossidoria, che ha fatto dell´arte di insegnare una vocazione (raccontata nel suo "Di mestiere faccio il maestro di strada"). «La scuola - dice - deve rimanere un posto saldo, che mantiene le sue regole».

Spostare i ritmi scolastici per esigenze moderne come l´aumento della vita notturna dei ragazzi appare a Rossidoria come una boutade. Lo preoccupa poco anche il sonno dei ragazzi in «orari socialmente sbagliati» e le eventuali ripercussioni sulle capacità di apprendimento. «La "dipendenza elettronica" delle nuove generazioni per esempio - continua - non deve essere giudicata solo negativamente. Alcune ricerche stanno dimostrando che i dispositivi elettronici che usano i ragazzi provocano una stimolazione dei neuroni a specchio che possono cambiare i processi di apprendimento, per esempio mettendo in gioco la memoria analogica».

Per i genitori resta il dilemma su quando e come spegnere i troppi, molteplici interruttori. «Il sonno è un bisogno primario come mangiare e respirare, non si può cedere su questo» avverte Parrino. «A meno che - scherza il neurologo parmense - non si voglia fare come Leonardo da Vinci che dormiva a cicli di 45 minuti ogni 3 ore». In casa, dunque, dovrebbe tornare un vecchio principio di coprifuoco? «Abolire il cellulare o Internet non si può» chiarisce Ammaniti. «Ed è anche giusto lasciare una zona franca ai ragazzi. Ma con un limite preciso: oltre un certo orario non si transige. E´ anche necessario - aggiunge lo psicologo - che i genitori decidano di fare un monitoring sull´attività dei figli. Insomma, i genitori devono poter entrare in quella stanza e controllare cosa fanno i ragazzi con i loro computer o telefoni». Bussare, prima. Ma poi entrare.