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 2009  marzo 19 Giovedì calendario

ELISA MANACORDA PER PANORAMA 19 MARZO 2009

Anche l’Africa è online. I pastori usano il cellulare per ritrovare animali dispersi, gli agricoltori vanno su internet per confrontare i prezzi dei prodotti, i medici fanno teleconsulti...
Per contrastare la povertà, migliorare l’accesso all’istruzione, potersi curare meglio... La difficile strada per realizzare i «Millennium development goals» (obiettivi stabiliti dalle Nazioni Unite nei paesi in via di sviluppo) in certi casi è più breve grazie alle telecomunicazioni. Nell’Africa subsahariana, dove metà popolazione vive con meno di 1 dollaro al giorno, lo sviluppo economico e sociale va di pari passo con la diffusione di internet e telefonia mobile. Nel 2008, con i suoi 44 milioni di abbonati, la Nigeria è diventata il principale mercato africano di telecomunicazioni mobili.
Un esempio dell’alleanza tra governi, ong e multinazionali del settore sono i Millennium village, nati da un’idea dell’economista americano Jeoffrey Sachs e sostenuti dalle Nazioni Unite, convinte che con investimenti di 60-100 dollari l’anno per abitante si possa aiutare la popolazione a uscire dall’ignoranza. «Fino a pochi mesi fa» dice Ahmed M. Mohamed, coordinatore scientifico del Dertu Millennium research village, «il nostro era solo uno sperduto villaggio del Kenya». Poi è stato montato un ripetitore alimentato con energia rinnovabile. Agli abitanti sono stati distribuiti 150 cellulari, il cui traffico è sostenuto dall’operatore locale, scuola e ospedale sono stati connessi a internet.
«I pastori si servono dei telefonini per rintracciare gli animali. I medici possono chiedere aiuto ai colleghi dei centri urbani. E i piccoli imprenditori usano i cellulari per trasferire denaro senza dover fare lunghi viaggi» continua Mohamed. Quella dell’e-banking è una delle applicazioni più utilizzate. Oggi oltre 2 milioni di persone in Kenya ricorrono ai micropagamenti via cellulare.
La diffusione della comunicazione mobile migliora anche le capacità imprenditoriali. L’Ifad, il fondo delle Nazioni Unite per lo sviluppo agricolo, collabora con la Tanzania per il First mile project: la diffusione della telefonia mobile tra contadini per confrontare i prezzi di vendita dei prodotti agricoli nei mercati, in modo da ottimizzare i profitti e programmare le semine dell’anno dopo. «Prima gli agricoltori accettavano di vendere per pochi centesimi» ricorda il coordinatore Clive Lightfoot. «Oggi possono dare il giusto valore alla merce».
A beneficiare delle telecomunicazioni è anche il settore sanitario. In Kenya il governo ha stanziato 5 milioni di euro per cablare ospedali e università, così che i medici, anche in zone remote, possano avere accesso a informazioni e consigli dei colleghi. Gli ospedali saranno forniti del Telepresence, sistema di videoconferenza per teleconsulti. Ed esiste un programma per telefonia mobile per registrare nascite e decessi.
Infine, tra gli obiettivi c’è quello di consentire a chi vive in zone rurali di accedere a un’istruzione migliore. Lo fa il progetto Duna Moja dell’Università di Stanford, che diffonde l’apprendimento a distanza in scienze ambientali in Tanzania, Uganda e Sud Africa, grazie a smartphone dotati di videocamera e registratore. Gli studenti potranno accedere ai materiali didattici, partecipare a discussioni o inviare materiale scritto ai docenti.