Chiara Beria di Argentine, La Stampa 19/3/2009, 19 marzo 2009
Il giurista Alberto Crespi ha donato le sue 45 tavole su fondo oro del Trecento e Quattrocento al museo Diocesano di Milano
Il giurista Alberto Crespi ha donato le sue 45 tavole su fondo oro del Trecento e Quattrocento al museo Diocesano di Milano. Tutto iniziò grazie alla musica, studente di ginnasio: «La mia vera passione è stato l’organo. Ore e ore di studio. Col canto gregoriano ho scoperto i famosi ”libri corali” dalle pagine stupendamente istoriate: da lì è nata la mia predilezione per i Fondi oro». Per ventisette anni professore all’Università Cattolica e poi alla Statale, maestro di una schiera di penalisti (da Giovanni Maria Flick a Mario Romano a Marco De Luca), avvocato di Cuccia e Mediobanca, di Carlo De Benedetti nel caso Ambrosiano, dei Bonomi e della Montedison. Nel 1987, disgustato, si autocancellò dall’Albo degli avvocati (dicendo: «Non potendo dimenticare desidero quantomeno essere dimenticato»). «Mia madre era spaventata; mia sorella non ha mai saputo che avevo speso un miliardo e mezzo - i soldi di un anno di lavoro per Montedison - per comprare la ”Madonna col Bambino e angeli” dello Starnina». Quando nel 2001 Berlusconi, Ciampi e il cardinale Martini inaugurarono il museo Diocesano, solo il Cavaliere lo ringraziò per le opere donate. Non ha ricevuto onorificenze e neppure la benevolenza del cardinale Dionigi Tettamanzi: «Di recente non ha voluto che diventassi rettore della Cattolica». Frase: «Oggi comanda davvero solo Cesare Geronzi. un tipo curiale, alla romana, non antipatico. Ha tutti in pugno, altro che gli archivi di Andreotti».