Francesco De Dominicis, Libero 19/03/2009, 19 marzo 2009
Francesco De Dominicis per Libero L’operazione è stata condotta nel massimo riserbo. Ma la scelta di lasciare l’Abi, Giuseppe Zadra non l’ha presa nelle ultime ore
Francesco De Dominicis per Libero L’operazione è stata condotta nel massimo riserbo. Ma la scelta di lasciare l’Abi, Giuseppe Zadra non l’ha presa nelle ultime ore. Fatto sta che dopo quasi 17 annidi servizio, la Confindustria del credito dovrà trovare un nuovo direttore generale. Zadra ha formalmente annunciato le sue dimissioni ieri mattina al comitato esecutivo di palazzo Altieri. Alcuni membri del direttivo non sono stati colti di sorpresa: la decisione, rivelano, è stata comunicata dopo l’assemblea di luglio2008. E ad agosto lo stesso dg avrebbe informato prima il presidente, Corrado Faissola, poi un nucleo ristretto di banchieri. Ma il «là» finale sarebbe riconducibile alle indiscrezioni su un possibile avvicendamento con Giampaolo Galli, che dall’Ania, però, nonostante le insistenze di pezzi da novanta del settore bancario, ha preferito accasarsi alla Confindustria di Emma Marcegaglia. Le complicate manovre in corso col Tesoro sui cosiddetti Tre- monti bond, insomma, non hanno avuto peso nella faccenda, mentre il mezzo flop di Pattichiari ha progressivamente suscitato malumori fra non pochi esponenti del settore. Zadra, dunque, non ha aspettato il benservito e «dopo 17 anni - ha detto ieri il dg uscente - considero concluso il mio lavoro. Sono sereno per la scelta che ho fatto. Non penso di rimane in ozio, non cerco altro incarico esecutivo». Zadra (nato a Trento nel 41), che prese il posto di Felice Gianani, era stato designato il 30 maggio 1992, sponsorizzato da Tancredi Bianchi, all’epoca leader dei banchieri. Arrivava dall’area borsa di Consob dove coordinò la riforma del mercato mobiliare degli anni ’90. Dal gotha della finanza, ieri Puccio (come era affettuosamente soprannominato il direttore) ha incassato il riconoscimento «per l’eccellente lavoro svolto in questi anni, che hanno rafforzato Abi come autorevole interlocutore istituzionale del dibattito economico e sociale». Adesso si apre il delicato capitolo successione e il totonomine è già partito, dentro e fuori palazzo Altieri. Non c’è, per ora, un’alternativa capace di raccogliere un vasto arco di consensi. L’attuale dg, del resto, ha progressivamente acquisito un ruolo sempre pi forte sulla struttura. Così il presidente è stato costretto a chiedergli di restare fino all’assemblea estiva. Per Faissola questo è il momento più difficile da quando guida l’Abi: i "piccoli" continuano arimproverargli di aver curato solo i rapporti col ministro Tremonti per gli aiuti statali ai big. Si pensa a un giovane di45-50 anni. L’Abi si rivolgerà a cacciatori di teste e fra gli addetti ai lavori circolano un paio di nomi. Anzitutto quello di Giampiero Auletta Armenise, uomo del credito con la giusta sensibilità politica, che ha detto addio da poco a Ubi Banca, in favore del quale gioca la provenienza dallo stesso istituto di Faissola. Poi c’è Pietro Modiano, sconfitto da Corrado Passera a IntesaSanpaolo e dirottato alla Carlo Tassara di Zaleski. Si scaldano pure i direttori centrali Abi. Su tutti l’ex delfino di Zadra, Massimo Roccia che guida l’area consumatori. Qualcuno, invece, guarda con "spinto conservativo" a Enrico Granata, capo dell’area normativa. Ma in pole position, fra i top manager, ci sarebbe Domenico Santececca (area corporate), che vanta la maggiore esperienza interna e competenze a 360 gradi. Il nuovo dg prenderà servizio in un momento spinoso per il comparto creditizio. Gli sarà chiesto di apportare un netto cambiamento di rotta all’Abi. In vista c’è uno snellimento della struttura (si parla di un centinaio di prepensionamenti ed esuberi) e un più generale taglio dei costi, consequenziale alla volontà, espressa dalle banche, di abbattere i contributi associativi.