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 2009  marzo 19 Giovedì calendario

Gambia, caccia alle streghe. La Stampa, mercoledì 19 marzo Attenzione a non considerare Sua Eccellenza il dottor Alhaji Yahya Abdul Aziz Jemus Junkung Jammeh un clown che un ghiribizzo della Storia, nell’Africa vasta e liberticida, ha proiettato al potere

Gambia, caccia alle streghe. La Stampa, mercoledì 19 marzo Attenzione a non considerare Sua Eccellenza il dottor Alhaji Yahya Abdul Aziz Jemus Junkung Jammeh un clown che un ghiribizzo della Storia, nell’Africa vasta e liberticida, ha proiettato al potere. E’ un errore che i suoi sfortunati e dolenti sudditi del Gambia non commettono più: dopo averne provato e riprovato, per quindici anni, buffonerie e pugno di ferro. Già, Sua Eccellenza è uno che esegue goffe piroette e poi comanda con il dito mignolo: tanto fa paura. Perché un clown può essere nel contempo divertente e feroce, può far ridere e ispirare un timore reverenziale ed arcano. Stime (ottimistiche) narrano che ha scorciato la gramigna dei disobbedienti di ventimila unità. E agli afrottimisti incombe il compito arduo di spiegarci come e perché il 67 per cento degli elettori abbiano poi votato per lui. Il dottor Alhaji Yahya, presidente del Gambia, sostiene di aver scoperto, da solo, quello che la comunità scientifica mondiale cerca ancora brancolando nel buio del provando e riprovando, ovvero un rimedio contro l’Aids. Vestito del suo lussuoso «mbanseng» cento per cento cotone, con le mani inguantate scientificamente in latex, il presidente-guaritore-scienziato-miracolista si è fatto inquadrare mentre sulla scrivania del Palazzo impastava in un banalissimo mastello di plastica la risolutiva pasta verdognola fatta con scorze di banana e una polvere bianca. A fianco sovraintendeva al varo taumaturgico una preziosa copia del Corano. Un comunicato ufficiale ha poi spiegato al mondo che alcuni malati sottoposti all’umile trattamento erano perfettamente guariti. I responsabili del costoso programma delle Nazioni unite che tentano di fronteggiare la malattia nel Paese con i sorpassatissimi antiretrovirali hanno subito opposto un gallinaio di fieri dubbi scientifici che si possono immaginare. A cui il presidente ha risposto con orgoglio terzomondista: «Io guarisco l’Aids e non ho alcuna spiegazione da dare a alcuno, soprattutto agli occidentali colonialisti». Il presidente guaritore non c’è l’ha fatta invece con la malattia di una zietta che gli era carissima. Ovvio: la poverina non era, purtroppo, afflitta dall’ormai stravinto Aids ma da qualcosa che perfino Jammeh non riesce ad agguantare: la irreparabile stregoneria, l’irreversibile rituale malefico. Il presidente, pure impegnatissimo con in bicipiti irresistibili in una drastica campagna contro gli omosessuali a cui ha promesso «di tagliare la testa» se non abbandonano al galoppo il paese, è diventato una belva. Ha convocato da tutta l’Africa l’unico antidoto possibile al giorno d’oggi, ovvero «i witch-doctors» gli accalappia streghe. Attenzione, non sono stramberie. In Africa nessuno, perfino gli intellettuali e i modernisti che pigiano su computer e internet, pensano sotto sotto che si muoia di infarto o di peritonite. Troppo facile, quello lo pensano i bianchi. Dietro c’è sempre la fattura, l’intervento di spiriti sinistri ovviamente evocati da operatori eminenti del sulfureo e del malefico. Recentemente in Senegal una folla inferocita ha linciato un poveraccio che la voce popolare accusava di essere specializzato nel rimpicciolire il sesso altrui. Da Kinshasa a Cotonou, da Pretoria a Lagos la strada moltiplica e espande le voci dell’occulto. Tutti i despoti viaggiano e decidono affiancati da ministri degli Affari occulti, stregoni feticisti marabutti emeriti. Non si sa mai. Li arruolano come da noi i centravanti anche dai paesi vicini: il grande Leopardo Mobutu li ospitava lussuosamente nella sua reggia galleggiante sul Congo. Non si contano i golpe le rivoluzioni gli attentati le congiure che i più coriacei e longevi tra loro, da Idi Amin a Bokassa, hanno sventato grazie alla soffiata dell’addetto al sovrannaturale . In Gambia i torquemada presidenziali si sono messi subito al lavoro. Squadre di poliziotti hanno iniziato rastrellamenti di città e villaggi alla ricerca di tutti color che hanno la sciagurata fama di praticare il sabba. Caccia ricca. Un migliaio di «streghe», secondo quando riferisce la indignazione di Amnesty, sono state trascinate a forza di fronte alle squadre di esorcizzatori, segregate in luoghi segreti per giorni, costrette a bere porzioni disinfettanti a base di sostanze allucinogene. Alcune non sarebbero sopravvissute al radicale esorcismo. Terrorizzate la popolazione di alcuni villaggi hanno preso la fuga verso il vicino Senegal. C’è un dettaglio politico. L’otto marzo il presidente ha fatto arrestare il capo della opposizione Halifa Sallah, personaggio pedante per la sua ossessione sui diritti umani. L’arresto è avvenuto dopo che Sallah si era recato in un villaggio di streghe, a prendere informazioni. Domenico Quirico