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 2009  marzo 18 Mercoledì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Renato Schifani
Il Presidente della Camera è Gianfranco Fini
Il Presidente del Consiglio è Silvio Berlusconi
Il Ministro degli Interni è Roberto Maroni
Il Ministro degli Esteri è Franco Frattini
Il Ministro della Giustizia è Angelino Alfano
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Mariastella Gelmini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Maurizio Sacconi
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Giulio Tremonti
Il Ministro della Difesa è Ignazio La Russa
Il Ministro dello Sviluppo economico è Paolo Romani
Il Ministro delle Politiche agricole è Luca Zaia
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Altero Matteoli
Il Ministro della Salute è Ferruccio Fazio
Il Ministro di Beni e Attività culturali è Giancarlo Galan
Il Ministro dell’ Ambiente è Stefania Prestigiacomo
Il Ministro dell’ Attuazione programma di governo è Gianfranco Rotondi (senza portafoglio)
Il Ministro della Gioventù è Giorgia Meloni (senza portafoglio)
Il Ministro delle Pari opportunità è Mara Carfagna (senza portafoglio)
Il Ministro delle Politiche europee è Andrea Ronchi (senza portafoglio)
Il Ministro di Pubblica amministrazione e Innovazione è Renato Brunetta (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento è Elio Vito (senza portafoglio)
Il Ministro di Rapporti con le Regioni e Coesione territoriale è Raffaele Fitto (senza portafoglio)
Il Ministro delle Riforme per il federalismo è Umberto Bossi (senza portafoglio)
Il Ministro della Semplificazione normativa è Roberto Calderoli (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Mario Draghi
Il Presidente della Fiat è Luca Cordero di Montezemolo
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Segretario Nazionale dei Popolari-UDEUR è Clemente Mastella
Il Coordinatore Nazionale di Sinistra Democratica è Claudio Fava
Il Leader dei Popolari Liberali è Carlo Giovanardi
Il Presidente della Rosa per l’Italia è Savino Pezzotta

Nel mondo

Il Papa è Benedetto XVI
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Jean-Claude Trichet
Il Presidente della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Hu Jintao
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è Gordon Brown
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è Nicolas Sarkozy
Il Primo Ministro della Repubblica francese è François Fillon
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è José Luis Rodríguez Zapatero
Il Presidente dell’ Egitto è Hosni Mubarak
Il Primo Ministro di Israele è Ehud Olmert
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pratibha Patil
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Mahmud Ahmadinejad

Il governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, ha incontrato ieri i deputati della commissione Finanze della Camera e ha risposto su tutte le questioni economico- finanziare in ballo.

La crisi finisce o no?
Piano, piano. La relazione del governatore si può dividere in 8 capitoli. E le previsioni sul futuro del Paese stanno appena al 6°-7° posto. Draghi non ha detto cose troppo nuove, purtroppo. «Nel primo trimestre del 2009 avremo un altro calo significativo, e sarà il quarto consecutivo ». Ma, a quanto ha fatto capire il governatore, ci saranno cali anche nei trimestri successivi e il 2009 si chiuderà in perdita. A differenza di quanto hanno detto altre autorità mondiali, Draghi non s’è neanche sbilanciato sul 2010. Significa che una ripresa per l’anno prossimo non è affatto assicurata. Il governatore è un uomo prudente.

Qualche suggerimento?
Al punto 7 c’è l’ammissione che il piano casa, quello che Berlusconi vuole varare al prossimo Consiglio dei ministri e che permetterà a tutti noi di coprire qualche terrazza o trasformare uno sgabuzzino in un bagno, «potrebbe costituire uno stimolo» soprattutto grazie alla «semplificazione degli adempimenti e a una riduzione degli oneri». Bisogna però stare attenti «all’equilibrio urbanistico» e agli eventuali conflitti di competenza tra Stato e Regioni. Altro suggerimento (al punto 5): lo Stato saldi i debiti. Secondo Draghi, la Pubblica Amministrazione è esposta con i suoi fornitori per due punti e mezzo di Pil, cioè una quarantina di miliardi. Tremonti dice che sono 30, la Confindustria parla di 70. In ogni caso, pagare a 300 giorni è un problema grossissimo e se questi soldi si sbloccassero ne verrebbe un sollievo a tutti quanti. All’ultimo punto del suo intervento, il governatore ha esortato a riformare il sistema degli ammortizzatori sociali, pur ammettendo che le decisioni prese la settimana scorsa sono «opportune». Draghi non lo dice, ma qui c’è il grande ostacolo della politica (di destra e di sinistra): qualunque riforma che rendesse gli ammortizzatori in qualche modo automatici toglierebbe ai politici la decisione di chi aiutare. Cioè diminuirebbe il potere dei partiti e anche dei sindacati. La «riforma complessiva» che Draghi vorrebbe mi pare davvero un’illusione.

Ha risposto agli attacchi di Tremonti?
Sostanzialmente, no. Ha anzi esortato le banche ad adottare i Tremonti bond. Ricorderà di che si tratta: le banche possono emettere obbligazioni particolari – dette Tremonti bond – che il ministero del Tesoro acquisterà. Le banche pagheranno un interesse del 7,5-8,5% e non saranno obbligate a restituire il capitale. Questo permetterà loro di considerare le somme ricevute come patrimonio e di migliorare quindi il loro rating, cioè la pagella di affidabilità che ricevono dalle agenzie internazionali. Draghi ha però confermato che le banche italiane hanno comunque «sofferto perdite minori», cioè sono più solide delle consorelle europee e americane. Però – quanto alle polemiche con Tremonti – la relazione del governatore s’è aperta proprio con la questione dei prefetti. Lei ricorderà che nella sua legge il ministro pretende che le banche rifinanziate con i Tremonti bond eroghino credito nella stessa misura dell’anno precedente. E prevede che il controllo su questa «quantità di credito» sia affidata ai prefetti. Le banche e Draghi si sono sempre opposti a questa ingerenza e ieri il governo ha detto ai deputati della Commissione: «La valutazione sull’erogazione del credito è un atto imprenditoriale che va lasciato alle banche», le quali, soprattutto in questo momento di crisi e di peggioramento della qualità del credito, devono essere «brave».

Il punto è se le banche, questi prestiti ai clienti, li concederanno o no.
Draghi: «Un fermo sostegno ai clienti con buon merito di credito evita che una stretta creditizia eccessiva aggravi la recessione e quindi peggiori la posizione degli stessi clienti delle banche». Che è un modo per dire che il problema esiste: se bisogna ricordare alle banche che i clienti «con un buon merito di credito» (cioè in grado di restituire i soldi) vanno sostenuti… Piuttosto, Draghi vorrebbe per le banche qualche vantaggio fiscale…

Tipo?
Non lo ha specificato. Forse allude al fatto che gli istituti non possono scaricare l’Iva. L’aiuto alle banche è dovuto, secondo lui, anche per la situazione dei titoli tossici. Non si sa ancora quanti sono e come sono collocati. E dal primo crac (agosto 2007) sono passati quasi 20 mesi. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 18/3/2009]
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