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 2009  marzo 18 Mercoledì calendario

Caradonna Giulio

• Roma 5 febbraio 1927, Roma 18 novembre 2009. Avvocato. Politico • «La foto con dedica è quella inconfondibile del Caudillo: A nuestro queridisimo amigo Giulio Caradonna, Francisco Franco. ”Ho studiato all’università di Santander. La città presa dalle nostre camicie nere” ricorda lui. Ovviamente, fermacarte con profilo del Duce: ”Ora mi hanno proposto l’acquisto di un bel ritratto futurista di Mussolini, ecco le foto. Bello no? Credo lo prenderò”. C’è anche un autografo di padre Pio, che ringrazia Giuseppina Caradonna, la madre, per le 50 mila lire versate alla Casa sollievo della sofferenza. E il ritratto del padre Giuseppe a cavallo, con camicia e stendardo neri. ”Papà è stato il vero antagonista di Di Vittorio, non quel barone smidollato vestito di bianco, che non è mai esistito. Quanti errori nella fiction tv! Mio padre non aveva latifondi, ma uno stabilimento vinicolo, che gli fu bruciato. E poi lo scontro non era per le terre; era politico. Giuseppe Caradonna fondò la cavalleria pugliese per difendere le masserie assediate dai sovversivi. E fu tra gli artefici della marcia su Roma”, qui ricordata dallo schizzo di una squadra fascista su un camion 18 BL. ”Quando, dopo la guerra, mio padre fu arrestato, Di Vittorio non disse una parola contro di lui. Del resto era un ardente patriota. Non è vero che fu chiamato alle armi per punizione: era un sindacalista rivoluzionario interventista, prima di partire aveva baciato il Tricolore sulla piazza di Cerignola. Papà uscì di prigione con l’amnistia Togliatti. Nasceva l’Msi...”. Giulio Caradonna, classe 1927, otto legislature, oltre trent’anni in Parlamento [...] ”Gelli era una bravissima persona. Sono stato con lui nella P2, e per questo fui sospeso dal Msi, perseguitato da inchieste di partito, ma poi riammesso. Perché da Gelli mi aveva mandato Almirante: ”Vedi un po’ di parlare con questo signore, perché senza il suo assenso i soldi ai partiti non arrivano’. La missione ebbe successo, e Gelli aiutò Almirante [...] Giorgio mi espresse la sua eterna gratitudine. Non è vera invece quell’altra diceria, secondo cui guidai con Almirante la squadra che assalì l’università di Roma nel ”68 [...] Fondai una scuola di pugilato, mia grande passione [...]”» (Aldo Cazzullo, ”Corriere della Sera” 18/3/2009).