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 2009  marzo 18 Mercoledì calendario

L’ASSO NELLA MANICA DI PUTIN?


 spuntata dal nulla ed è diventata subito uno dei personaggi di punta della squadra dei giovani putiniani. Tanto che qualcuno parla addirittura di un prossimo posto di ministro per lei. Maria Sergeyeva, 24 anni, Masha per gli amici, non è soltanto una delle tante belle ragazze russe piene di ambizione. un mastino e, soprattutto, è efficacissima quando parla ai membri del suo gruppo politico.
«Gli immigrati devono fare solo i lavori che i russi non vogliono, altrimenti se ne devono andare a casa». Se gli altri criticano gli esponenti dell’opposizione, lei li insulta senza pensarci due volte. L’ex campione di scacchi Garry Kasparov «si è venduto alle spie americane». Il nazional-bolscevico Eduard Limonov «ha la faccia di qualcuno che è psicologicamente anormale». La commentatrice Yulia Latynina, sempre critica con il Cremlino, «non è che è brutta; solo che se una persona è piena di negatività, questa si riflette sulla sua faccia».
Così a un comizio delle guardie putiniane Masha ha avuto un successo travolgente. E un sito Web che ospitava una sua chat ha dovuto bloccare gli accessi perché stava andando in tilt. Pronipote di un agente dell’NKVD staliniana, Masha qualche anno fa militava nell’opposizione. Poi il salto (i maligni dicono grazie alla promessa di uno stipendio) nel gruppo delle Giovani Guardie, una specie di replica del Komsomol (Unione della Gioventù Comunista) di sovietica memoria. Centomila giovani irreggimentati e pronti a tutto per rispondere agli ordini del loro idolo, Vladimir Vladimirovich Putin. Assieme all’altro gruppo, Nashi (i nostri), costituiscono le falangi che dovrebbero impedire ai giovani russi di cadere nelle grinfie della propaganda occidentale e, magari, di scendere in piazza per chiedere un cambio di regime, come in Ucraina nel 2004.
Masha dice di vestire solo con abiti russi e di guidare solo auto russe. Il suo sogno è la Volga, che lei definisce «la versione russa dell’Aston Martin di James Bond» ma che in realtà è sempre stata solo un pezzo di ferro che fungeva da status symbol per la nomenklatura (quando non si potevano avere le Mercedes). Da grande ha già deciso che vuole fare il Presidente. «Adesso la gente non è pronta per una donna; ma tra vent’anni, quando ne avrò 44, allora sarà possibile». I suoi modelli, manco a dirlo, sono Margaret Thatcher e Caterina la Grande.