Antonella Bersani, Panorama, 19 marzo 2009, 19 marzo 2009
Il business dei rifiuti sta al gruppo Biancamano come la fioraia di My fair lady sta al professor Higgins: sdoganato, ripulito e introdotto nel salotto del mercato Expandi vestito di trasparenze e profumi
Il business dei rifiuti sta al gruppo Biancamano come la fioraia di My fair lady sta al professor Higgins: sdoganato, ripulito e introdotto nel salotto del mercato Expandi vestito di trasparenze e profumi. L’anno della quotazione era il 2007, oggi il gruppo fondato e guidato da Giovanni Pizzimbone fattura oltre 90 milioni di euro, resta l’unico del settore sul listino e continua a crescere. La controllata Aimeri Ambiente, infatti, si è aggiudicata in Sicilia un appalto da 160 milioni per gestire per 7 anni l’igiene urbana in 14 comuni del Trapanese, comprese Favignana, Marsala e Pantelleria. Dammusi e piazzette chic si sposano bene con l’ardire di chi ha chiamato una società di smaltimento rifiuti Biancamano. Rifiuti e nobiltà, vien da dire pensando a Umberto Biancamano, storico capostipite dei Savoia. Ma il nome è più prosaicamente ispirato alla saletta executive del Jolly Hotel di Genova in cui fu siglato l’atto di fondazione. Tipico di Pizzimbone: un uomo che alla carriera da immobiliarista (è geometra) in Liguria ha preferito un tuffo nei rifiuti a condizione di uscirne immacolato. La sua è infatti la sola società del settore che si avvale di un comitato etico composto da religiosi e generali per garantire trasparenza agli enti pubblici committenti e agli investitori. «Con la quotazione in borsa abbiamo sdoganato un settore che in Italia è ancora circondato da mille luci e da mille ombre» è la frase di rito. L’azienda si prepara adesso al «road show» di aprile durante il quale presenterà il piano industriale forte di un fatturato cresciuto nei primi 9 mesi del 2008 del 37 per cento, con un margine vicino a un più 15 per cento e la convinzione che anche per il 2009 il giro d’affari aumenterà. Pizzimbone ne è così sicuro che si permette di alzare il sopracciglio di fronte al business verde. Biogas? «Una risorsa temporanea che ha tempi di sfruttamento limitati». Biomasse? «In Italia l’opposizione degli enti locali rende il processo lungo e costoso». Insomma, solo i rifiuti gli paiono una certezza. Ed è questa la sua risposta alla borsa, dove il titolo ha perso il 47,6 per cento in 6 mesi. «Il settore della gestione e dello smaltimento dei rifiuti in Italia è ancora frammentato, ma si avverte una crescente necessità di competenza e trasparenza» sottolinea il manager, che a pranzo mangia soprattutto barrette energetiche. E pazienza se produce pochi rifiuti.