
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Ci sono quattro indagati per diffamazione a seguito del suicidio di Tiziana Cantone. Si tratta dei quattro uomini che hanno postato in rete i video in cui si vede Tiziana far sesso con una o due persone, scene che Tiziana aveva girato volontariamente, ma senza autorizzarne la diffusione. Il pm titolare dell’inchiesta è Alessandro Milita. Si indaga anche contro ignoti per violazione della privacy.
• Mi sembrano imputazioni blande se confrontate alle dimensioni della tragedia.
È sempre in piedi anche l’altra indagine, per istigazione al suicidio, aperta dalla Procura di Napoli Nord. Le dico la verità, però, questa seconda inchiesta, anche se all’apparenza più coerente con le sofferenze patite da Tiziana, mi pare più ardua. Nessuno, formalmente, ha istigato la ragazza a togliersi la vita. È stata perseguitata e indotta alla disperazione, ma non è l’unica ad aver subìto un trattamento tanto infame e dal quale non l’hanno saputa proteggerla né le forze dell’ordine né la magistratura. Ma l’istigazione al suicidio è troppo, mi pare, e persino difficile da dimostrare.
• Che altro s’è saputo di questa storia, le dico la verità abbastanza oscura.
La madre di Tiziana, Maria Teresa, 58 anni, ha consegnato alla Procura di Napoli una testimonianza di tre pagine, e ne ha poi riferito anche a Conchita Sannino di Repubblica. Accusa l’ex fidanzato della ragazza, S., quello a cui Tiziana, nel video con l’uomo in macchina, dà del «cornuto». L’uomo non era affatto ignaro di quello che Tiziana stava facendo, anzi lui stesso l’aveva spinta a concedersi ad altri uomini, e l’insulto del primo video fa parte del gioco. Gli uomini che amano cedere le proprie donne godono infatti anche dall’essere insultati, come testimoniano tanti video che si trovano in internet. Credo che si tratti di una forma di masochismo, o di qualcosa che le somiglia.
• Ho i sudori freddi.
Dice la madre: «Mia figlia aveva provato il suicidio altre due volte. Da questa storia non riusciva più a liberarsi. Certo, era una ragazza sensibile... Ha convissuto per circa un anno, dall’estate del 2014 al settembre del 2015, con S., il suo fidanzato. Secondo me, lui la plagiava. Andarono a vivere insieme, e durante la sua convivenza io la vedevo cambiata. Una volta, prima del Natale del 2015, la vidi sconvolta. Tiziana mi raccontò di alcuni giochetti fatti con quell’uomo. Una sera ritornò di notte, forse era il novembre 2015, riferì che aveva litigato con lui. Era ubriaca. Si rifugiò in casa mia. Venni a sapere che avevano fatto un video che aveva avuto una diffusione virale. Voi mi chiedete dei video che poi uscirono… Io posso precisare che gli stessi video furono girati nel periodo della sua convivenza». Qui la madre ha fatto il nome di alcuni uomini che hanno preso parte alle orge. Poi aggiunge: «Tiziana mi riferì che sempre il suo compagno l’aveva indotta a girare alcuni video con altri uomini, per far piacere a lui. Considerata questa costrizione, lei aveva deciso di avere rapporti sessuali, ripresi con una telecamera, quantomeno con persone che lei gradiva. Il suo compagno, in realtà, non era presente a quei rapporti sessuali, ma provava piacere a sapere che lei andava con altri e nel vedere i filmati. E anche nel filmato più diffuso, in cui si parla di tradire il fidanzato, posso dire che quell’uomo, per me, ne era a conoscenza. In un filmato, quello girato nella cucina della loro abitazione, si sente la voce dell’uomo e compare una sagoma riconducibile a mio avviso a questo suo compagno. Secondo me, i video furono pubblicati dal suo compagno per costringerla a rimanere con lui. Lei per la vergogna temporeggiò, rinviò questo ritorno a casa nostra. Le chiesi spiegazioni... Mi disse che ci voleva tempo, che non era facile nemmeno per lei».
• Sta dicendo che Tiziana ha le sue colpe?
No, sto dicendo che l’amore e il sesso non sono più quelli di un tempo e l’agente che ha trasformato così profondamente i nostri costumi è la rete, responsabile di aver tolto ogni mistero alle nostre intimità. Due miliardi di contatti al mese per YouPorn, un ragazzino su tre riceve e invia messaggi sessuali via internet, per le generazioni che s’affacciano adesso alla pubertà la condivisione, mediante telefonino, del proprio corpo e delle proprie avventure sessuali è un atto quasi dovuto, ormai al limite della banalità.
• Quindi?
Quindi è vero che forse ci vuole una legge che regoli quel super-stato che è la rete. È però pure necessario riconquistare una maturità e una consapevolezza dei rapporti veri tra esseri umani, rapporti devastati dall’apparente prossimità garantita da internet, dalle false amicizie che promuove, dalla solitudine che sparge tanto più grande quanto più ci fa sentire connessi.
(leggi)