MilanoFinanza, 16 settembre 2016
Marchionne tenta il raddoppio in Cina
Sergio Marchionne tenta il raddoppio in Cina, mercato dove Fca sconta tuttora un notevole ritardo rispetto alle altre grandi case automobilistiche mondiale. Il Lingotto ha infatti iniziato colloqui con una delle maggiori case automobilistiche cinese, Baic (Beijing automotive industry holding company), per capire se esiste la possibilità di una joint venture nel maggior mercato automobilistico al mondo. Qualora l’operazione andasse in porto, l’intesa darebbe vita alla seconda partnership di Fca in Cina, dato che il Lingotto ha già un partner locale nella Guangzhou Automobile Group con cui produce per il mercato locale la Jeep Renegade, la Fiat Viaggio e la Fiat Ottimo. Inoltre, se il deal dovesse realizzarsi, Marchionne avrebbe esaurito il suo spazio di manovra in Cina dato che per la legge di Pechino una società automobilistica straniera non può avere in essere più di due partnership nello stesso momento.
La notizia, battuta dall’agenzia Bloomberg all’alba di ieri da Pechino, ha fatto schizzare immediatamente il titolo della società cinese che ha chiuso in rialzo del 12% a 8,7 dollari di Hong Kong sulla borsa dell’ex colonia britannica, ovvero il maggiore livello degli ultimi 14 mesi. Più tiepida, invece, la risposta in Europa dove il titolo del Lingotto ieri ha chiuso in crescita dell’1,9% a 5,8 euro.
Secondo quanto trapela, d’altronde, la trattativa è ancora alle battute iniziali tanto che non si sarebbero ancora iniziati nemmeno i discorsi sugli eventuali modelli da produrre e sui singoli progetti (anche se qualcuno ipotizza che i colloqui possano comportare la produzione di un paio di autovetture, la Dodge Dardo e la Chrysler 200, dopo che la produzione negli Stati Uniti è stata fermata per re-indirizzare la capacità produttiva verso i Jeep suv e i camion pick-up).
I prossimi giorni saranno quindi decisivi per il prosieguo delle trattative. Anche per questo l’ufficio stampa di Fca per la zona Asia Pacifico non solo non ha smentito la notizia ma ha anche confermato l’interesse del Lingotto per aumentare il proprio peso in quella area di business. «La Cina continuerà a essere un mercato chiave per Fca e quindi l’obiettivo è continuare a crescere. Per questo «Fca esaminerà potenziali progetti che consentano uno sviluppo del business della società», ha spiegato una nota della società italo-statunitense. Bisogna ricordare infatti che, sebbene Fca non possa vantare il volume d’affari delle grandi case tedesche in Cina, la joint venture con Gac, attivata nel 2010, sta iniziando a dare risultati apprezzabili. Tanto che le vendite totali di veicoli della joint venture sono quasi quadruplicate a 75.834 unità nei primi sette mesi di quest’anno rispetto allo stesso periodo del 2015, secondo i dati della China Association of Automobile Manufacturers. Inoltre l’anno scorso, l’intesa è stata ampliata per la produzione della Jeep Cherokee nell’impianto nella città di Changsha nella provincia di Hunan. La Cina, infatti, impone alle case automobilistiche straniere di siglare joint venture con partner locali per la produzione a livello locale in modo da evitare tasse di importazione pesanti. Il tutto per stimolare il trasferimento tecnologico e il know-how operativo. Per il gruppo Fca una seconda joint venture permetterebbe di ampliare la propria offerta di modelli prodotti in Cina oltre i marchi Jeep e Fiat che attualmente sono sul mercato nel Paese asiatico. Per Baic invece sarebbe l’occasione per incrementare il proprio know-how da una casa straniera. Al momento Baic produce veicoli Hyundai e Mercedes Benz per la vendita sul mercato cinese.