la Repubblica, 16 settembre 2016
In Ohio la polizia uccide un altro nero. Aveva 13 anni
L’allarme per una rapina a mano armata è arrivata alla polizia di Columbus, nell’Ohio, alle 19.40 di mercoledì. Meno di un’ora dopo, alle 20.22, Tyree King era già morto: il ragazzo tredicenne è stato bersagliato dagli agenti che avevano scambiato la sua pistola-giocattolo per una arma vera. Tyree è l’ennesima vittima della follia americane delle armi, della violenza della polizia e di quella ingiustizia razziale che ha seminato morti nelle strade americane e che ora, dopo le proteste di Black Lives Matter, viene denunciata anche negli stadi da star come Colin Kaepernick dei 49ers, che si rifiutano di alzarsi in piedi durante l’inno nazionale.
«Ogni perdita di vite umane è una tragedia, ma è ancor più difficile quando si tratta di un ragazzo», ha dichiarato Andrew Ginther, sindaco di Columbus, che ha 850mila abitanti ed è la più grande città del Ohio, uno stato- chiave nelle elezioni presidenziali dell’8 novembre. Purtroppo non è neanche una circostanza troppo rara: all’inizio dell’anno una dodicenne della Pennsylvania era stata uccisa per sbaglio dagli agenti durante un sgombero. E sempre a Columbus, dove la polizia è stata coinvolta in 170 sparatorie dal 2004, moriva l’anno scorso, in circostanze analoghe a quelle di mercoledì, anche Tamir Rice, 12 anni.
In quel caso il poliziotto che aveva sparato non fu rinviato a giudizio perché, secondo l’indagine, aveva seguito alla lettera i regolamenti. Ed è probabile che lo stesso accada anche per il responsabile della morte di Tyree King: si chiama Bryson Mason ed è nella polizia da nove anni. È stato lui ad accorrere l’altro giorno nel luogo della rapina, sempre lui a vedere che Tyree si stava allontanando con un complice, ancora lui a scorgere il ragazzo che estraeva la pistola-giocattolo dalla cintura e ad abbatterlo senza pensarci due volte sparando vari colpi.
«In queste circostanze gli agenti non hanno il lusso di sapere se si tratta di un giocattolo oppure no», ha commentato Jason Pappas, capo del locale sindacato di polizia, prendendo le difese del collega. Certo, il “giocattolo” del tredicenne era «praticamente identico a un’arma vera», secondo quanto ha detto il responsabile della polizia di Columbus, Kim Jacobs.