Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  settembre 16 Venerdì calendario

«La Rai come la Bbc». Parola di Cardani, presidente dell’AgCom

«Cambiano molte cose. È tempo che la Rai faccia un passo indietro rispetto al mercato», dice deciso il presidente dell’AgCom, nostro Garante per le Comunicazioni, «Penso a un modello che esiste in altri Paesi dove la tv pubblica si finanzia intanto con il canone e non ha pubblicità».
La Rai come l’inglese Bbc, dunque?
«La Rai come la Bbc, certo. Attenzione, però: la tv pubblica inglese è anche un formidabile produttore di contenuti che poi sa vendere in tutto il mondo. Trovo corretto che una tv di Stato raccolga così – sui mercati mondiali – delle risorse aggiuntive. Invece la Rai mantiene un modello ibrido e confuso. Non lascia capire quali programmi siano servizio pubblico, pagati dal canone, e cosa invece sia finanziato dagli spot».
Già adesso i doveri della Rai aumentano in termini di qualità dei programmi?
«Assolutamente sì. Serve un maggiore investimento in segmenti dell’offerta tv che le reti commerciali trascurano. Preciso che la qualità non è proporre, ogni tanto, uno spettacolo di teatro d’avanguardia. Qualità non fa rima con difficoltà. Ci sono tante cose importanti che possono essere narrate in termini accattivanti, divulgativi, semplici. La Rai deve generare negli italiani la curiosità e la voglia di capire, di partecipare».
Presidente, la Commissione Ue vuole dare più libertà e flessibilità alle tv private nella messa in onda degli spot.
Così – dice l’Europa – le televisioni potranno fronteggiare i colossi di Internet, che non conoscono vincoli. Non crede che questo proposito sia pericoloso per l’Italia dove le emittenti commerciali vantano già uno strapotere nella raccolta degli spot?
«Queste nuove regole europee, una volta approvate, dovranno essere recepite dagli Stati. E l’Italia sarà libera di attuarle nelle forme più prudenti, anche a tutela degli editori. Resta salvo il nostro diritto, come Garanti, di neutralizzare le posizioni dominanti che dovessero manifestarsi nella raccolta della pubblicità».
Le società della telefonia e di Internet, presidente, fanno il conto della serva. Impongono agli italiani delle tariffe discutibili, pur sapendo che i Garanti potranno contestarle. Intanto fanno il pieno di ricavi. E se arriveranno delle sanzioni dei Garanti, queste saranno solo simboliche.
«Io non posso sapere se questa strategia delle società di tlc sia voluta, consapevole. Mi attengo ai fatti. Noi applichiamo leggi ormai datate, che prevedono sanzioni molto basse. Invece i mercati della telefonia e di Internet sono diventati grandi e prodighi di ricavi».
Basterebbe introdurre un principio molto semplice. E cioè l’obbligo per gli operatori delle tlc di restituire tutti i soldi che hanno tolto indebitamente ai loro clienti.
«L’anno scorso noi abbiamo ridato agli italiani oltre 30 milioni, insieme ai Corecom che sono una nostra filiazione regionale. Le persone ci sottopongono i loro casi, e questi si chiudono spesso con la restituzione dei soldi sottratti ingiustamente. Se basta, mi chiede lei? Le rispondo di no. Serve qualcosa di più risoluto e fermo, a protezione dei cittadini».
Che cosa volete fare, in concreto?
«Garantiremo alle persone oltre alla sistematica restituzione dei soldi – un primo risarcimento. È giusto sanare il danno morale che un cliente subisce di fronte ad una società di telefonia che, di colpo, si rivela sleale».
Dove introdurrete questa novità del risarcimento?
«Lavoriamo a un nuovo e più efficace regolamento sulle controversie tra operatori e utenti. Ed è quasi pronta la nostra delibera che farà nascere la “bolletta 2.0”. Ogni servizio sarà indicato con chiarezza, anche per smascherare quelli non richiesti, ed ogni euro di spesa, ben giustificato, in bolletta».
Dal 15 giugno 2017, chi andrà all’estero pagherà le chiamate dal telefonino, gli sms e il traffico Internet come in patria. La Commissione Ue vorrebbe garantire un’equiparazione delle tariffe per 90 giorni, forse per meno...
«Mi scuserà, ancora un volta, se evito di rincorrere le anticipazioni. Dico solo che la metodologia della Commissione Ue è ragionevole. È corretto calcolare quanto tempo un manager o un turista si trova all’estero, di media. L’ equiparazione tariffaria va collegata alle abitudini reali delle persone».
Dopo la fusione tra Wind e Tre, arriverà in Italia l’operatore low cost Iliad. Questo
è un fatto positivo?
«Forse Iliad non potrà replicare gli sconti importanti che tanto piacere hanno fatto ai cittadini in terra francese, dove già opera. Ma i suoi manager sono attrezzati. È ragionevole aspettarsi innovazione, stimolo alla concorrenza e benefici a cascata per i nostri utenti».