la Repubblica, 16 settembre 2016
Il Milan cinese tra caos e mistero
Il mistero cinese è per il Milan una spina quotidiana: il confronto con l’Inter, che in Cina ha trovato soldi freschi e nuovi padroni certi, acuisce il fastidio. Si profilano due mesi di passione, che la squadra accentua: stasera a Genova, nell’anticipo da ex osteggiato contro la Sampdoria, Montella (dentro Lapadula, fuori Bacca che ha avuto una discussione col tecnico) deve vincere.
Sono infiniti i dilemmi societari. La firma del contratto preliminare tra Fininvest e la cordata cinese, a metà agosto, non ha solo impedito una campagna acquisti di vertice, ma ha gettato ombre sull’identità degli investitori, pronti ad acquistare da Berlusconi il 99,6 per cento delle azioni per 740 milioni. Al momento sono noti due membri della cordata: oltre all’uomo d’affari e finanziere Yonghong Li, il fondo di investimento statale Haixia Capital, a dimostrazione di un’operazione fortemente voluta dal governo di Pechino. Nell’ultimo mese la cordata si è allargata: 5-6 imprese – ancora ignote – hanno già sottoscritto il preliminare prima di Ferragosto e un altro gruppo si è aggiunto di recente. Si lavora alla ripartizione delle quote nella “società veicolo” che diventerà l’effettivo proprietario del club. Ma i soci potrebbero essere anche di più: il progetto è quello di un azionariato diffuso, con un piano industriale – riferisce l’agenzia Bloomberg – per raddoppiare in 5 anni il fatturato fino a 500 milioni, con un nuovo stadio e la quotazione in Borsa. Valorizzazione del club: quasi 3 miliardi.
Ma i tempi per la firma definitiva sono ancora lunghi: nel preliminare è prevista tra il 5 novembre e il 5 dicembre. E non è scontato che i primi 100 milioni del closing vengano subito investiti a gennaio, per Fabregas e altri campioni: il vero obiettivo è entrare tra le prime 4 nel prossimo campionato, qualificandosi grazie al nuovo format per la Champions 2018. Per ora il traguardo è l’Europa League 2017 e il rischio della scure del fair-play finanziario Uefa (vedi Inter e Roma) sconsiglia acquisti troppo costosi.
Resta viva, per l’Ad in pectore Fassone, la questione dell’ingresso operativo in società di una bandiera: Maldini e Albertini oppure entrambi. Può essere soltanto di supervisione tecnica il ruolo dell’ex capitano, che ha detto più volte di essere pronto a tornare, ma non certo per fare il testimonial. La scelta di promuovere direttore sportivo il capo degli osservatori dell’Inter Mirabelli è un ostacolo oggettivo. A Casa Milan sta facendo storcere il naso un precedente nel curriculum di Mirabelli: l’inibizione per 4 mesi patteggiata (ordinanza della Figc del 7 febbraio 2011, con un punto di penalizzazione per il Cosenza e la squalifica di un mese per il calciatore Ceccarelli) «per avere da dirigente del Cosenza redatto e depositato un contratto simulato di 67.193,13 euro del calciatore Ceccarelli, volto a dissimulare il reale accordo economico per il maggiore importo di 186.233 euro, relativo alle stagioni 2009-2012».