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 2016  agosto 05 Venerdì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Sergio Mattarella
Il Presidente del Senato è Pietro Grasso
Il Presidente della Camera è Laura Boldrini
Il Presidente del Consiglio è Matteo Renzi
Il Ministro dell’ Interno è Angelino Alfano
Il Ministro degli Affari Esteri è Paolo Gentiloni
Il Ministro della Giustizia è Andrea Orlando
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Pier Carlo Padoan
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Stefania Giannini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Giuliano Poletti
Il Ministro della Difesa è Roberta Pinotti
Il Ministro dello Sviluppo economico è Carlo Calenda
Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali è Maurizio Martina
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Graziano Delrio
Il Ministro della Salute è Beatrice Lorenzin
Il Ministro di Beni e attività culturali e turismo è Dario Franceschini
Il Ministro dell’ Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare è Gian Luca Galletti
Il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione è Marianna Madia (senza portafoglio)
Il Ministro per le Riforme Costituzionali e i rapporti con il Parlamento è Maria Elena Boschi (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente di Fca è John Elkann
L’ Amministratore delegato di Fca è Sergio Marchionne

Nel mondo

Il Papa è Francesco I
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Janet Yellen
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Xi Jinping
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è Theresa May
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è François Hollande
Il Primo Ministro della Repubblica francese è Manuel Valls
Il Re di Spagna è Felipe VI di Borbone
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Presidente dell’ Egitto è Abd al-Fattah al-Sisi
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Recep Tayyip Erdogan
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pranab Mukherjee
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Damodardas Narendra Modi
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Hassan Rohani

Molto chiasso per le nomine Rai, varate ieri in via definitiva dal consiglio d’amministrazione dell’azienda, con 6 voti contro 3.

Perché chiasso?
Si dice, da parte dell’opposizione, che la Rai è stata normalizzata. Nessuno dei nuovi direttori - dicono gli oppositori - darà il minimo spazio alle argomentazioni di chi, al prossimo referendum, vorrebbe la vittoria del “no”. Il consigliere Carlo Freccero, che siede in cda su indicazione dei grillini, parla, appunto, di «normalizzazione» e ha votato contro. La pietra dello scandalo sarebbe Bianca Berlinguer, vivacemente anti-renziana e sostituita al Tg3 dopo sette anni. La difendono adesso persino i due consiglieri di destra Giancarlo Mazzuca e Arturo Diaconale, e, in Parlamento, Brunetta e Gasparri, i quali paventano, con l’allontanamento della Berlinguer, una diminuzione del pluralismo e, suppongo, della democrazia. Il sindacato dei giornalisti (Fnsi+Usigrai) grida che non è stato presentato un progetto, o un piano editoriale, perché solo dopo la presentazione di un progetto, o piano editoriale, avrebbe avuto senso procedere alle nomine, cioè alla scelta di nomi coerenti con quel progetto, suppongo varato al termine di un giro impressionante di comitati, ognuno dei quali avrebbe aggiunto un che di suo.  

Lei ha un tono scettico.
Sono scettico sul concetto di «progetto». Mi piacerebbe leggere un progetto, sensato, preparato dai giornalisti della Fnsi o dell’Usigrai, colleghi in genere ignoti al pubblico e poco esercitanti la professione. In questo modo riuscirei a capire almeno a grandi linee a che cosa pensano. L’unico progetto sensato, quando si parla di giornali, è quello di dare il maggior numero di notizie, in modo equilibrato e senza grida, e, senta un po’, senza guardare in faccia nessuno però tenendo presenti le garanzie di tutti.  

Invece?
Questa storia del progetto preventivo è uscita fuori anche in Commissione Parlamentare di Vigilanza: l’altra sera (ore 22) il senatore Federico Fornaro, della minoranza Pd - cioè nemico di Renzi - ha proposto un ordine del giorno per invitare il direttore generale e il consiglio d’amministrazione a rinviare tutto in attesa di un «atto d’indirizzo» (è un altro nome per «il progetto») della stessa Commissione parlamentare di vigilanza. Appoggiavano questa proposta: Gasparri e Brunetta di Forza Italia, Fratoianni di Sinistra Italiana, Rampelli di Fratelli d’Italia, Airola del M5s e Crosio della Lega. Cioè tutta l’opposizione. A sorpresa il presidente della Commissione, Roberto Fico, all’opposizione anche lui, s’è rifiutato di mettere ai voti la proposta: «La Vigilanza non ha titolo sulle nomine». Sacrosanto, ma è seguita una bagarre al culmine della quale Fico ha detto: «Non possiamo accettare lezioni di pluralismo dal duo comico Brunetta-Gasparri, sono loro che per anni hanno piazzato i loro uomini in Rai e adesso storcono il naso semplicemente per non essere stati coinvolti nel nuovo valzer lottizzatore di Renzi». Sacrosanto pure questo, a parte gli insulti. Brunetta intanto faceva a urli con la Maggioni («Io all’università la boccerei», «Sono brava più di lei nei talk-show, urlo più di lei» ecc.) e i due bersaniani di ferro Gotor e Fornaro si dimettevano dalla Commissione dato che non corrisponde al paese in cui vogliono vivere.  

Sa che siamo dei pessimi giornalisti? Non abbiamo ancora detto chi sono i nominati.
Mario Orfeo resta direttore del Tg1. Piuttosto indiscutibile: durante la sua direzione ha accumulato fino a dieci punti di vantaggio sul Tg5. Al Tg2 va Ida Colucci, che era già vicedirettore della testata. Il rimosso Marcello Masi, difeso da Alfano (un altro preoccupato del pluralismo), va a fare il vice del direttore dell’offerta informativa, Carlo Verdelli. Al Tg3, al posto di Bianca Berlinguer, Luca Mazzà, giornalista economico, calabrese, 54 anni, le cui credenziali renziane sono garantite dal fatto che l’anno scorso ha lasciato la redazione di Ballarò in polemica col troppo antirenziano Giannini. La Berlinguer avrà, in cambio, un programma quotidiano alle 18,30 su Raitre, programma di cui sarà autore Michele Santoro. Da febbraio, le saranno assegnate anche due seconde serate. Io dico che ci ha guadagnato. Completano il quadro: Andrea Montanari a RadioRai, Nicoletta Manzione a Rai Parlamento.  

Perché sulla Rai non si riesce a trovare la pace?
La Rai influenza il suo pubblico, e può determinare l’esito delle elezioni. Anche al tempo di Internet? Credo di sì. La Rai, inoltre, è ancora strutturata sul modello anni Settanta, quando i  partiti si spartivano reti e tg: il primo alla Dc, il secondo al Psi, il terzo al Pci. La lottizzazione scendeva poi giù per li rami in ogni singolo comparto, e ovunque. Questo mostro passava per un modello di democrazia e ha prodotto un personale di 13 mila dipendenti, quasi tutti sistemati dai politici e nella gran parte dei casi incapaci. A questa struttura, da demolire dalle fondamenta, non si è mai messo veramente mano. Beh, sì, un piano editoriale credibile potrebbe essere questo: passare dagli anni Settanta agli anni Duemila. (leggi)

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