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 2016  agosto 05 Venerdì calendario

LASCIARSI UN GIORNO IN CINA. L’INFILTRATO TI RIPORTA IL MARITO

Cosa fareste nel caso scopriste, magari vostro malgrado, un inequivocabile messaggino sul cellulare di vostro marito che denuncia in modo squillante un tradimento? È probabile che adottereste pavlovianamente la sequenza prevista dal nostro codice amoroso occidentale, talmente diffuso in film e fiction da essere ritenuto universale e obbligatorio.
Il copione sentimentale prevede l’affronto-scontro col fedifrago, seguito da minaccia di richiesta di divorzio nel caso l’affaire non venga troncato e dal divorzio stesso qualora il partner non perda il vizietto (di avere un’amante e soprattutto non riuscire a nasconderla). Eppure questa sequenza a noi così nota non è l’unica possibile.
Un numero crescente di (facoltose) donne cinesi opta per tutt’altro percorso. Niente scenate e confronti a quattr’occhi, meglio una strategia più radicale e insieme più pragmatica, che si avvale del ricorso a una delle agenzie che sempre di più si specializzano, piuttosto che in investigazioni private, nell’attività di mistress dispeller, letteralmente “dissuasore di amante”. Un servizio che, come riporta il New York Times Asia in un reportage dedicato a questo fenomeno, è in crescita nella città più grandi della Cina: fiorisce l’economia, fioriscono gli adulteri.
Ma in cosa consiste, e come funziona, l’attività di dissuasione delle amanti? Come spiega Shu Xin, il direttore della Weiqing International Marriage Hospital Emotion Clinic Group con base a Shanghai, la prima tappa è la creazione di un team investigativo, che includa in genere uno psicoterapeuta e un avvocato. Si analizza poi la famiglia della donna, i suoi amici, il suo lavoro, dopo di che si decide un piano d’azione. Infine si sceglie il counselor che dovrà portarlo avanti: counselor che, secondo Kang Na, titolare della Reunion Company (un nome, un programma), sito nella città di Shenzhen, deve essere attraente e avere una personalità carismatica, oltre a essere formato su come evitare di essere scoperto e come navigare in situazioni emotivamente complesse, senza mai diventare intimo della donna né utilizzare alcun tipo di minaccia. Il prescelto comincia così a infiltrarsi nella vita dell’amante – inventandosi un nome e una biografia – e cerca al più presto di conoscerla: magari frequentando la palestra dove lavora, oppure affittando un appartamento nel suo palazzo. Una volta conosciuta, prova a diventare un vero e proprio confidente. E qui inizia la sua opera di lenta persuasione emotiva, tutta rivolta a spingerla a lasciare l’uomo (cioè il marito della cliente).
Si usano tecniche psicologiche ma anche estremamente pratiche: ad esempio, si aiuta la donna a trovare un lavoro appetibile in un’altra città, oppure si prova a dirottarla verso un altro uomo. Il tempo necessario per far cambiare idea all’amante è di circa tre mesi, 90% – dicono le agenzie – la possibilità di successo. E le richieste crescono: l’anno scorso, Weiqing ha rivelato di avere 10.000 clienti, mentre la Reunion Company ammette di ricevere 175 richieste al giorno (e presto saranno pronti per Europa e Nord America).
Ma perché una donna cinese si indebita con parenti e amici per pagare circa 45.000 dollari per salvare il proprio matrimonio? Il fatto è che in Cina lo stigma verso le donne divorziate è ancora fortissimo. Inoltre, quasi sempre le proprietà e i beni finanziari sono intestati interamente al marito, quindi una donna che si separi rischia di restare povera in canna.
Ecco dunque che il mistress dispeller può essere un’opzione sensata, che solo a noi occidentali scandalizza: forse perché siamo ancora ancorati all’idea che l’adulterio sia forzatamente il sintomo di un matrimonio che non funziona e che va “guarito”. Ma se lo provassimo a vedere diversamente – l’adulterio come una forma casuale di amore verso quella persona, non un bisogno che chiunque può ricoprire – l’allontanamento dell’amata potrebbe realmente convincere l’addolorato marito a tornare in famiglia. E farcelo restare almeno per un po’. Il cinismo vero, piuttosto, sta nello spingere l’amante nelle braccia di un altro uomo. Magari sposato. Così da avere una nuova cliente affranta e pronta a pagare.
di Elisabetta Ambrosi, il Fatto Quotidiano 5/8/2016