Corriere della Sera, 5 agosto 2016
Ai Parioli, dove vive la Muraro, è tutto pulitissimo
Ci sono due città dentro la Capitale. Una è linda e pulita. L’altra degna di un quarto mondo, con i rifiuti che strabordano da cassonetti mai più svuotati chissà da quanto e tutto intorno materassi, e suppellettili, e televisioni rotte e persino blocchi di cemento. Abbiamo girato ieri per le strade di Roma, partendo dal centro storico e arrivando subito nella zona nord dove ci sono i Parioli e il Flaminio e qui abbiamo trovato cassonetti tirati a lucido, soprattutto nelle strade di questi due quartieri dove abitano l’assessore Paola Muraro, già consulente Ama e al centro delle polemiche di questi giorni, e anche un big del Movimento Cinque Stelle come Alessandro Di Battista. Non si può dire lo stesso andando nel quartiere dove vive la sindaca Virginia Raggi, la Borgata Ottavia, che è una periferia a nord ovest della città: qui i rifiuti sono sparsi anche nei prati, oltre che attorno ai cassonetti, e nella via dove abita la Raggi sono pieni anche i cassonetti della raccolta differenziata, e casse di legno rotto sono state abbandonate vicino a muretti di recinzione.
Ci sono due città a Roma. Se siete un turista non andate ai giardinetti di Largo Preneste, zona est della città a ridosso delle Mura Aureliane: qui c’è un bel Mausoleo di età antonina, ma è difficile rimanere lì vicino a guardarlo, la puzza dei rifiuti avvolge le narici. E non è bello proseguire e raggiungere via Roberto Malatesta (immaginatelo lo schifo da soli, immondizia sparsa e maleodorante) e quando si arriva nella vicina via Alberto da Giussano ci si imbatte nella disperazione di Liliana Saviano davanti ad un materasso a due piazze gettato sul marciapiede per il quale chiede inutilmente la rimozione da più di un mese. Abbiamo raggiunto anche viale Palmiro Togliatti e via Cincinnato al Quadraro, via di Tor Sapienza e via Collatina, fino a piazza dei Condottieri: immaginatelo anche qui lo schifo con una puzza aumentata dal caldo torrido. Gli interventi rapidi e incisivi quelli dell’Ama li hanno fatti altrove.