ItaliaOggi, 5 agosto 2016
Lunedì l’imperatore Akihito potrebbe abdicare in favore del figlio. Ma cosa ne pensano i giapponesi?
Lunedì, per la seconda volta nella storia, l’imperatore del Giappone parlerà alla nazione con un videomessaggio. E per il Paese del Sol Levante potrebbe essere una giornata epocale: l’imperatore Akihito, 82 anni, potrebbe infatti abdicare in favore del figlio, il principe Naruhito.
La notizia circola già da alcune settimane, i quotidiani Yomiuri e Nikkei a metà luglio avevano pubblicato alcuni rumors e la stessa Casa imperiale aveva fatto sapere che nel giro di qualche anno l’imperatore, malato da tempo, si sarebbe ritirato rinunciando alle sue funzioni pubbliche. Un bel problema visto che la Costituzione giapponese non prevede questa possibilità, ma d’altronde Akihito ha già dimostrato di essere un regnante innovativo: ha rinunciato alla natura divina della sua carica, ha cercato di essere vicino alla popolazione per quanto la tradizione nipponica tenda a separare il popolo dalla Casa imperiale e poi ha sposato una donna che non faceva parte del cerchio della nobiltà di corte, oltre ad aver favorito un percorso di modernizzazione del Paese.
Ma ora i tempi paiono essere più celeri per questo passaggio generazionale sul Trono del Crisantemo: l’annuncio dell’agenzia di stampa della Casa imperiale ha spiazzato tutti, perché il videomessaggio di lunedì, per tutti i media giapponesi, non è altro che il preludio alle dimissioni, l’occasione in cui l’imperatore, davanti a tutto il Paese, confermerà le proprie intenzioni. Una accelerazione inattesa che ha messo in agitazione popolo e politica. Se si è dimesso Papa Benedetto perché non lo può fare il nostro imperatore, sostengono i progressisti; mentre le forze conservatrici del premier Shinzo Abe non condividono questa scelta per una serie di motivi. Primo tra tutti, però, è lo scarso gradimento nei confronti dell’erede al trono che, a 56 anni, ha una sola figlia femmina; mentre il fratello minore Akishino e la moglie Kiko incarnano maggiormente i canoni tradizionalisti della famiglia imperiale giapponese e poi hanno un figlio maschio, colui che, con l’attuale Costituzione, sarebbe destinato a salire sul trono. Ma, e qui arriva un altro problema, il Giappone di Naruhito potrebbe lavorare per aprire la discendenza imperiale anche alle donne.
L’ultimo imperatore ad abdicare è stato, nel 1817, Kokaku. Nel Giappone moderno una situazione del genere non si è mai verificata e, come racconta il Japan Times, il governo starebbe studiando in gran segreto la materia, per trovare il modo migliore per gestire la successione. Akihito regna dal 1989, quando, all’età di 55 anni, salì sul trono alla morte del padre Hirohito, l’imperatore per cui i giapponesi combatterono la Seconda guerra mondiale. Dopo l’annuncio di lunedì il simbolo dell’unità nazionale giapponese potrebbe rimanere in carica fino a Ferragosto, anniversario della fine della guerra del Pacifico, e poi per il Giappone si potrebbe aprire una nuova era.