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 2016  agosto 05 Venerdì calendario

A Rio l’ultima battaglia di Alex Schwazer

RIO DE JANEIRO La vicenda di Alex Schwazer continua ad assumere sfumature di giallo sempre più evidenti. Anche l’ultimo controllo, fatto a sorpresa il 22 giugno scorso sul marciatore altoatesino, è risultato negativo. Nessuna traccia di testosterone o altra sostanza dopante. Il controllo era stato disposto dall’agenzia antidoping italiana, la Nado Italia. Ad Alex sono state prelevate le urine a Racine (Bolzano). Già, proprio quelle urine che in quel famoso test del 1 gennaio scorso avevano dato esito positivo: modesta presenza di testosterone. Chiaro che a distanza di sei mesi era impossibile trovare nuove tracce, ma quello che più lascia perplessi è che questo è il ventesimo controllo incrociato (sangue e urine) fatto sia dalla Iaaf sia dal Coni sull’atleta dal 2015, e tutti hanno dato esito negativo. La notizia è trapelata da fonti molto vicine alla difesa dell’atleta.
LA STRATEGIA
Ed è proprio su questo che si baserà gran parte della strategia degli avvocati del marciatore azzurro. A rafforzare la tesi c’è anche la consulenza tecnica del chimico Giuseppe Pieraccini, direttore tecnico del Centro di servizi di Spettrometri di Massa, che considerando proprio i dati dei numerosi controlli afferma: «Ci sono personali convinzioni e basi scientifiche che rendono impossibile affermare che Schwazer abbia usato testosterone a scopo dopante o a scopi secondari. Infatti, non ci sono evidenze dell’uso di tale molecola negli ultimi mesi del 2015, come mostrato dalla regolarità e dalla stabilità dei parametri ematici e dai controlli anti-doping negativi in urina; anche volendo considerare l’uso di microdosi terapeutiche di testosterone, ciò sarebbe completamente inutile per un periodo così breve, quantificabile nei 10 giorni di fine 2015 durante i quali, peraltro, aveva ridotto i carichi di allenamento». 
LO SBARCO
L’ultimo chilometro è stato lanciato. Domani Alex sbarcherà a Rio dove lunedì il Tas sarà chiamato a decidere sulla sua partecipazione ai Giochi. Resta fiducioso Sandro Donati, tecnico dell’altoatesino che poi lancia la sfida: «Se il Tas ci darà ragione, tutti dovranno temere Schwazer».Intanto sarà Laura Giombini a sostituire Viktoria Orsi Toth, sospesa dopo la positività al Clostebol. L’azzurra, 27 anni di Perugia, farà coppia con Marta Menegatti per il torneo olimpico di beach volley femminile. La coppia azzurra farà il suo debutto il 7 agosto contro il Canada. L’ennesima toppa di una vicenda che ha assunto contorni grotteschi. È stata superficiale la Federvolley a comunicare il nome di Rebecca Perry come prima sostituta visto che l’italo-statunitense non aveva i giusti requisiti per partecipare. Eppure la federazione internazionale stabilisce chiaramente nelle linee guida che qualsiasi atleta per partecipare alle Olimpiadi deve aver disputato 12 tornei prima del 10 luglio 2016. La Perry aveva giocato il suo dodicesimo il 12 luglio, appena due giorni dopo.