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 2016  agosto 05 Venerdì calendario

Fleming, la macchina da scrivere dorata e la fellatio per riprendersi dopo l’infarto

Le lettere più interessanti di Ian Fleming sono state raccolte dal nipote Fergus Fleming in un bel volume intitolatoL’uomo dalla macchina da scrivere d’oro. L’attento lettore delle avventure di James Bond subito penserà ad un riferimento al libro di 007 intitolato L’uomo dalla pistola d’oro. Ma non è così. Mentre finiva di scrivere il suo primo romanzo, Casino Royale, Fleming si regalò una macchina da scrivere placcata oro; e la inaugurò scrivendo alla moglie. Il testo compare come epigrafe del volume: «Amore mio, questa è soltanto una letterina per provare la mia nuova macchina da scrivere e vedere se scrive parole d’oro, dato che è dorata».
La cosa che più colpirebbe il lettore italiano (se il volume troverà un editore in Italia) è la vivace ironia e la deliziosa autoironia che scoprirebbe nelle lettere di Fleming, caratterizzate da una nonchalance, da un distacco, da una presa in giro dei propri libri, davvero sorprendente. A volte li chiama «opuscoli», a volte «cosette», quasi mai «romanzi» – anche se ci teneva moltissimo a consegnare al lettore un prodotto letterariamente dignitoso.
Per la verità sul valore dei suoi romanzi queste lettere ci offrono testimonianze illuminanti. Su tutte quella di Raymond Chandler – a cui Fleming si rivolge con rispetto e umiltà – che diede un giudizio pienamente positivo su Moonraker. Le lettere tra i due sono numerose e, con il passare del tempo, rivelatrici di una sincera stima e amicizia tra il creatore di 007 e Chandler (che, soprattutto apprezzavaCasino Royale). Altre lettere ci lasciano capire che Fleming era molto stimato anche da un romanziere sofisticato come Evelyn Waugh, che gli suggerisce la fellatio come cura per riprendersi dall’infarto che lo aveva colpito; da un drammaturgo linguisticamente raffinato come Noel Coward (suo «vicino di casa» in Giamaica); e da Truman Capote, suo ospite nello spartano cottage giamaicano dove Fleming scrisse buona parte dei suoi romanzi.
Le lettere più sorprendenti sono quelle tra Fleming e William Plomer. Quando durante la guerra Fleming lavorava negli uffici dei Servizi di intelligence della Marina Militare, nella stanza accanto alla sua lavorava Plomer, fine letterato, amico di Virginia Woolf, che negli anni Trenta aveva fatto pubblicare i suoi libri dalla propria casa editrice.
Plomer, sudafricano, omosessuale, anti-razzista e progressista, era un uomo lontanissimo dalla personalità e dalle idee di Fleming. Ma dopo la guerra Plomer divenne consulente editoriale della casa editrice Jonathan Cape, che pubblicò il primo James Bond: e così l’editor di Fleming fu proprio Plomer, che mostrò un’ammirazione sincera e convinta dei romanzi di 007. Le lettere tra i due rivelano quanto prezioso sia stato il lavoro di Plomer, a cui infatti, per riconoscenza, Fleming dedicò Goldfinger.
Le lettere più curiose sono quelle in cui, sebbene già famosissimo, Fleming risponde a lettori sconosciuti per chiarire dubbi e obiezioni. Ad esempio quella in cui spiega che Royale, al femminile, non è un errore: il Casino prendeva infatti il nome dalla località dove si trovava, Royale les Eaux. La lettera più bella è invece quella che Fleming scrive a William Somerset Maugham, suo amico di lunga data. Il vecchio scrittore, stanco e depresso, lo ringrazia per avergli mandato Si vive solo due volte: «Ti ricordo con grande affetto», gli scrive, «spero di poterti rivedere presto». Fleming gli risponde dalla sua stanza in ospedale, dove era stato ricoverato da qualche tempo. Gli dice che in paio di settimane si riprenderà, gli fa forza («hai sempre avuto la tempra e il coraggio di dieci uomini messi insieme»), gli promette di andare presto a trovarlo. La lettera è datata 13 maggio. Fleming morì tre mesi dopo.