Libero, 5 agosto 2016
Storia di un barista, di un marciapiede e della burocrazia impazzita
Un commerciante decide di riparare a proprie spese il marciapiedi sconnesso davanti alla sua attività dopo che da tempo segnalava all’amministrazione comunale il degrado del luogo, ma senza risultati concreti. Nel senso che nessuno faceva niente.
Per tutta risposta, oltre alla spesa per i lavori eseguiti da privato, deve pagare una multa di 862,50 euro per lavori non autorizzati. E deve rimettere la strada come stava prima, che significa rompere di nuovo tutto e spendere altri soldini. Siamo ad Intra, frazione di Verbania, importante centro turistico del Lago Maggiore. E ci troviamo proprio su quel lungolago che in questo periodo è una meta gettonatissima. E ci immaginiamo la meraviglia dei tanti turisti stranieri ospiti di Verbania in questo periodo nello scoprire che dalle nostre parti le imprese di costruzioni abbelliscono i marciapiedi e dopo pochi giorni, sotto il controllo dei vigili, tornano e li distruggono. All’estero non capirebbero. Ma anche qui, sinceramente, facciamo fatica a comprendere. Il protagonista di questa vicenda tutta italiana è il signor Ciro Galasso del bar Sempione, che lavora nel locale rilevato dal nipote. Il bar, con un meraviglioso affaccio sul lago, è separato dalla strada statale da uno stretto passaggio delimitato da pioppi. Nel corso degli anni, le radici degli alberi si sono sviluppate fino a far alzare i cubetti di porfido circostanti, cosa che capita spesso, specie quando le opere sono realizzate senza tener presente il naturale sviluppo delle piante. Un problema di carattere estetico, un brutto biglietto da visita per la cittadina e anche un potenziale ostacolo per i pedoni, che dovevano stare attenti a non inciampare. Una situazione che veniva denunciata da due anni, senza però che dalle parti del comune si fosse ancora intervenuti. Ecco che, qualche giorno fa, il commerciante, esasperato e deluso, ha pensato bene di fare da solo, senza informarsi sulle regole che disciplinano certi tipi di interventi. Ciro Galasso, che deve essere un uomo di quelli pratici, ha alzato il telefono e ha chiamato un’impresa edile per commissionargli i lavori di sistemazione dei blocchetti di porfido. Trecento euro più Iva che ha tirato fuori volentieri, per evitarsi altri mal di pancia e poter offrire ai suoi clienti e ai cittadini di Intra un ambiente bello ordinato. Deve aver pensato che se l’amministrazione comunale stava ferma magari non c’erano i soldi per provvedere. E, in ogni caso, ha agito perfetta in buona fede. Magari si aspettava anche un ringraziamento. In ogni caso, altro che problema risolto. Durante i lavori una pattuglia della polizia municipale si ferma a controllare e scopre che l’operazione di restauro della strada non era autorizzata da nessuno. Ed ecco che è scattato il regalino: 862,50 euro di multa. Verbale per la violazione dell’articolo 21 comma 1 del Codice della strada, che vieta espressamente interventi non autorizzati sulle aree di pubblica viabilità. E siamo, tra tutto, impresa e multa, a quasi 1200 euro. Ma ovviamente non finisce qui. Per lo zelante cittadino è scattato anche l’obbligo di ripristinare lo stato dei luoghi. Tutto deve tornare come prima. Quindi il porfido va rotto e messo come stava.
Adesso non restano che due soluzioni: o Ciro del bar Sempione rompe tutto nuovamente o l’amministrazione comunale chiude un occhio sulle regole violate e consente, con un giro di burocrazia non indifferente, che la vicenda si chiuda qui. Il sito ossola24.it ha raccolto la disperazione di questo commerciante, noi rilanciamo la notizia con un invito al buonsenso. L’unico ingrediente che davvero manca a questo pasticcio assurdo.