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 2016  agosto 05 Venerdì calendario

IL RITORNO DEL FIRST GENTLEMAN

Per la seconda volta nella storia, la Gran Bretagna ha una donna come primo ministro. E per la seconda volta, al suo fianco, a Downing Street entra un «first gentleman». Il ruolo tradizionalmente assunto da una consorte, la «first lady», tocca a un uomo: Philip May, marito di Theresa, che ha preso il posto di David Cameron quale nuovo leader del partito conservatore e nuovo premier, dopo il terremoto politico provocato dalla vittoria di Brexit nel referendum di giugno. Ci sono precedenti per la parte: Denis Thatcher, consorte della lady di ferro, fu il primo «first gentleman» di Londra. A Berlino c’è Joachim Sauer, marito di Angela Merkel. E alla Casa Bianca potrebbe presto arrivare Bill Clinton, anzi tornare, al braccio di Hillary. La tendenza fa parte dell’ascesa delle donne al potere. Ma mentre l’ex-presidente americano è un personaggio piuttosto ingombrante, come testimonia il suo controverso incontro con il Procuratore Generale Usa che stava indagando sullo scandalo delle e-mail della moglie quando l’attuale candidata presidenziale era segretario di Stato, il signor May sembra attenersi al principio del suo predecessore, mister Thatcher, il quale sosteneva che il coniuge di un capo di governo «dovrebbe essere sempre presente, ma invisibile».
Nascosto dietro spessi occhiali che gli danno un po’ un’aria da Mister Magoo, il cartone animato che aveva per protagonista un tipo così miope da cacciarsi sempre nei posti sbagliati, Philip May ha incontrato la futura consorte a Oxford, dove entrambi studiavano. Theresa era più grande di un anno (oggi lei ha 59 anni, lui 58). Si conobbero in una discoteca allestita dal circolo conservatore dell’università: l’affinità politica esisteva già. E a presentarli fu un’altra futura prima ministra, la pachistana Benazir Bhutto, loro compagna di studi, in seguito tragicamente assassinata. Fu amore a prima vi sta. Theresa era spigliata, estroversa, le piacevano scarpe e vestiti sgargianti (una passione che ha mantenuto, vedi le scarpette leopardate che indossa spesso), ballava alla musica degli Abba (Dancing Queen resta una delle sue canzoni preferite). Philip veniva descritto come riserva to, tranquillo, piuttosto timido. Dopo la laurea, i due si sposano e vanno a lavorare come banchieri nella City. Theresa perde in rapida successione i genitori – il padre, un pastore protestante, muore in un incidente d’auto. Philip le sta vicino, e la sostiene nel momento difficile. così come la appoggia e la incoraggia quando, a fine anni ’90, Theresa diventa deputato e nel 2010 viene nominata ministra degli Interni da Cameron. Dal matrimonio non nascono figli: «Un grande dolore» ha confidato recentemente Theresa a un giornale. Marito e moglie sono però molto uniti: «Philip è la mia roccia» afferma la neo-premier. Una frase che riecheggia quella della Thatcher sul proprio marito: «Con Denis vicino, non mi sento mai sola».
L’apparenza innocua e il carattere remissivo non hanno impedito al signor May di fare una brillante carriera. Dapprima come broker, rivelandosi assai bravo a scegliere i titoli su cui puntare in borsa. Quindi, dal 2005, come manager di un nutrito pacchetto di clienti importanti per Capital Group, un gigante nel settore dei fondi di investimenti, con più di mille miliardi di sterline di capitale. Proprio questa attività è finita immediatamente sotto la lente d’ingrandimento dei media inglesi, quando Theresa è diventata primo ministro. Fra i clienti del Capital Group spiccano alcune delle più grandi multinazionali americane, tra cui l’Alphabet, la Boeing, la Coca-Cola, la JP Morgan, la Microsoft e la Philip Morris. La società investe anche nella Starbucks, la catena di caffetterie globale, e nella Amazon, il distributore digitale di tutto, due aziende che Theresa May, appena insediata a Downing Street, ha specificatamente citato come esempi di compagnie che approfittano di scappatoie fiscali per non pagare le tasse in Gran Bretagna o per pagare cifre irrisorie, un fenomeno che la nuova premier ha promesso di stroncare. I giornali di Londra intravedono dunque un potenziale conflitto d’interesse: il marito potrebbe apprendere a casa in anticipo le misure che la moglie si prepara ad applicare nella lotta alla cosiddetta «evasione legalizzata», avvertendo per tempo i suoi clienti su possibili contromisure da prendere. «Il marito della prima ministra è un top manager di una società che approfitta delle scappatoie per evitare le tasse» ha titolato il quotidiano Independent. E non è l’unico possibile conflitto per un uomo che lavora ai vertici della City: il nuovo governo britannico è in procinto di decidere il futuro della cittadella finanziaria londinese, particolarmente in relazione ai rapporti con l’Unione Europea, nell’ambito del negoziato sul «divorzio» da Bruxelles. Ogni informazione riservata che fosse riportata a tavola, all’ora di cena, potrebbe risultare preziosa per il «first gentleman».Tanto più in un ambiente ristretto, quasi claustrofobico, come Downing Street, una casa-e-bottega dove in sostanza la premier lavora al piano di sotto e vive, con il marito, nella residenza privata al piano di sopra.
Per il momento, tuttavia, nessuno accusa Philip May di niente. Non è escluso che il signor May lasci il suo incarico al Capital Group proprio per non dare adito a supposizioni di questo genere, o che gli sia affidato un incarico diverso, tenendolo lontano, almeno ufficialmente, dalla possibilità di un conflitto d’interesse, ossia dal sospetto che possa avvantaggiarsi personalmente dal fatto di essere il marito del primo ministro. Di certo c’è che la stampa popolare inglese, dopo essersi abituata per anni alle first-lady, da Cherie Blair a Samantha Cameron, scalpita per la novità di avere a che fare con un «first gentleman». Ogni sua parola, iniziativa, apparizione, verrà scrutinata come e più di quanto avveniva con le donne che lo hanno preceduto nella stessa parte. Come rivela il titolone sparato da Metro, un free press distribuito nel metrò di Londra, subito dopo l’ingresso della prima ministra e del suo consorte a Downing Street: «Il marito di Theresa May le ruba l’attenzione, cominciando la sua nuova vita da first gentleman in un sexy abito scuro». Giudicare un uomo dal vestito: anche questa, ironizza qualcuno, è una forma di eguaglianza, o forse di vendetta per le discriminazioni a lungo subite. Sebbene definire «sexy» il mister Magoo di Westminster sembri un po’ troppo anche per un tabloid.