Il Messaggero, 5 agosto 2016
Contrordine, i Fori Imperiali restano pedonali
C’è anche una telefonata che scotta nella sempre più intricata vicenda dei rifiuti a Roma. Nei verbali di Mafia Capitale sono emerse diverse conversazioni tra l’assessore all’Ambiente della giunta Raggi, Paola Muraro, e Salvatore Buzzi. Intanto l’Anticorruzione apre un’inchiesta sul buco nero da 100 milioni degli appalti dell’Ama nel periodo 2013-16. «Stiamo facendo accertamenti per capire – spiega il presidente Raffaele Cantone – se siano state rispettate le regole in materia di appalti».
Una di quelle stradine che stordiscono a furia di andirivieni. I 5 Stelle non avevano promesso, o minacciato, in campagna elettorale che i Fori sarebbero stati pedonalizzati tutti e subito? Sì. E non hanno contraddetto l’altro giorno questo assunto, annunciando – per placare la rivolta popolare al grido romanesco: «Aridatece il bus!» – che i mezzi Atac e i taxi avrebbero potuto girare tranquillamente con buona pace dell’ultima follia non di Mel Brooks ma di Ignazio Marino? Sì. Poteva bastare così e invece in queste ultime ore la giunta Raggi ha voluto strafare. E se non si sbriga a sfrecciare prima del 2017, neppure la biga di «Ben Hur» di cui stanno girando il remake potrà calcare i sanpietrini di questa strada fatta apposta per lo scorrimento dei romani oltre che per l’estasi dei turisti, ma i romani sono più dei turisti e stanno qui tutto l’anno. S’è deciso infatti al Campidoglio che il prossimo anno si tornerà all’età della monocultura del polpaccio: niente auto e niente mezzi pubblici, e soltanto il pedone uber alles potrà usufruire di questa arteria fondamentale per la mobilità quotidiana e necessaria a collegare i vari pezzi della città.
Guai a chi si affaccerà da quelle parti a bordo di un ncc e svanisca il ricordo della Vespa di «Vacanze romane», perché tutti dovranno riconoscersi nella definizione esistenziale che diede quel genio di Ugo Tognazzi: «Pedone, un tizio che è riuscito a parcheggiare l’automobile». E se poi il parcheggio, come si sa, non c’è? Boh. C’è da chiedersi intanto se rispetto ai viandanti (scalzi?) avranno la precedenza i quadrupedi – nella città «portatrice di una visione biocentrica che si oppone all’antropocentrismo specista», secondo le Linee programmatiche della nuova giunta – visto che ai grillini sembra piacere il modello «Fattoria degli animali» in cui George Orwell scriveva ironicamente: «Quattro gambe buono, due gambe cattivo».
Insomma quello che sembra essere un ravvedimento virtuoso della Raggi, rispetto all’integralismo polpaccista dell’ex sindaco e all’ideologia della «decrescita felice» della velocità, s’è sgonfiato in un attimo. Questa giunta aveva chiaramente individuato una serie di priorità: dal no alle Olimpiadi alla rivoluzione sui rifiuti (ma s’è visto cosa sta accadendo) e al rilancio del trasporto pubblico. La priorità che nessuno conosceva s’è però rivelata, evidentemente, questa annunciata serrata dei Fori. Che il colpo di genio della giunta, lo spariglio a sorpresa, sia forse legato al taglio dei bus, non solo in periferia ma anche in centro, che il Campidoglio è costretto a fare per motivi di bilancio? Siccome dobbiamo eliminare molte linee, tanto vale cominciare da quelle che passano lì e perciò pedonalizziamo la zona?
Se così fosse, avrebbe vinto l’avanspettacolo. E che paradosso vedere il sogno urbanistico di larghe schiere di nobili archeologici, di studiosi d’ogni generazione dai tempi dell’anti-fascismo, di ambientalisti talvolta perfino non banali, che alla fine si realizza non in nome di una visione o di una grandeur o di una consapevole e meditata scelta della giunta ma dell’esigenza di far tornare i conti dell’Atac e del piccolo cabotaggio amministrativo da speriamo che me la cavo. Trasformando un’ideona sia pure ideologica – quella del parco archeologico – in una ideuzza. Quella del tutti a piedi, come in una lunga marcia maoista.