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 2016  agosto 05 Venerdì calendario

IL MOTTO DEL BARONE ROTHSCHILD E LA LEZIONE RUSSA

Uno dei motti del leggendario Barone Rothschild era il seguente: «Investi dovunque scorre il sangue nelle strade, anche se si tratta del tuo!». Chi all’indomani dell’11 settembre ha acquistato appartamenti a Manhattan ha seguito questo consiglio e non se ne è pentito. Oggi, però, il leggendario barone investirebbe anche in Russia dove il sangue non scorre nelle strade, ma dal 2014 è l’economia che sanguina.
Lo stillicidio è iniziato con le sanzioni internazionali imposte dopo l’annessione della Crimea da parte di Mosca. Da allora il rating della Russia è stato declassato e gli investitori internazionali hanno rimpatriato in massa i loro soldi. La fuga di capitali è stata estrema, circa il 10 per cento del Pil russo è volato all’estero. Subito dopo, il prezzo del petrolio è crollato, passando da 115 dollari al barile nel giugno del 2014 a poco meno di 30 dollari nell’estate del 2015. Anche il valore del rublo è precipitato e in pochi mesi ha perso il 35 per cento. Naturalmente ciò ha reso le importazioni molto più costose, spingendo verso l’alto il tasso d’inflazione.
Ciononostante, il Paese non è scivolato nell’anarchia come è successo al Venezuela, al contrario, ha retto bene. Mosca ha iniziato a ricucire i rapporti con l’Europa, il prezzo del petrolio è salito del 40 per cento ma, soprattutto, dall’inizio del 2016 gli investitori stranieri hanno cominciato a tornare sul mercato russo dove tutto è ancora a buon mercato. Per esempio, in borsa si possono acquistare imprese russe al 20 per cento in meno del valore reale e percepire dividendi del 4 per cento. Oggi il Barone Rothschild direbbe: «Investire anche dove non scorre il sangue basta che l’economia, comatosa, sia in fase di ripresa».